02/03/12

LTRO: Una passerella sulla palude


Il mercato ha dei comportamenti apparentemente illogici, nella sua fredda razionalità, finendo talvolta per essere succube di iperboli dialettiche e giochi psicologici auto-indotti.
Ieri chiacchierando con un amico dicevo che ogni evento ha il suo rovescio della medaglia:
ad inizio febbraio hanno iniziato a circolare voci che il LTRO sarebbe stato di 1000 mld€. Risultato: euforia, tutto su, poi però… aspetta un attimo… come fa la BCE tra tre anni a drenare tutta questa liquidità? Non sarà che l’inflazione… urca, guarda gli indicizzati come vanno… cavolo, forse questo LTRO sarebbe meglio fosse più contenuto…
intanto iniziano ad uscire stime su un LTRO sotto i 500mld, se domani fossero 600 riesce ancora a stupire in positivo pur essendo il 40% meno delle prime voci.
psicologia? isteria? dissenteria?
Il risultato oggi del LTRO é stato un utilizzo di 529,5 mld€, cui hanno partecipato 800 banche. Il 21 dicembre scorso le richieste furono per 489,2 mld€ e parteciparono 523 banche.
Lentamente, senza fuochi d’artificio, il mercato ha comunque festeggiato, questo é denaro che finirà più probabilmente sui mercati che non nell’economia reale, in fondo. Lo spread Italia-Germania ha stretto ai minimi di mesi e mesi fa (330 punti circa). Il Premier Mario Monti si é potuto prendere il lusso di dire che il peggio -forse- della crisi finanziaria, per l’Italia, é stato superato e che ora rivolge la sua fiducia alla felice conclusione degli accordi per il potenziamento dei fondi salva-stati (EFSF e ESM).
Secondo Monti é “improbabile che gli spread tornino ad allargarsi. L’imprevedibilità degli spread é innegabile, ma nel caso dell’Italia vediamo un solido e graduale declino che dura da settimane. Non vedo ragioni per cui questo cammino dovrebbe cambiare”.
Mario mente, ma come ci siamo detti in altre occasioni per altri soggetti, fa bene a mentire.
La spirale di fiducia (così come quella della sfiducia) é un meccanismo autoalimentante (dicesi anche profezia autoavverante).
Le ragioni per le quali gli spread possono tornare ad allargarsi sono almeno 3 e si chiamano:
  1. contagio del Portogallo
  2. referendum irlandese
  3. mancato accordo politico su EFSF
Svisceriamoli velocemente:
  1. Il Portogallo é in seria difficoltà. I suoi titoli di Stato hanno rendimenti ancora troppo alti per pensare che possa collocare sul mercato, nelle normali aste, i suoi titoli. Gli enti sovranazionali dovranno sostituirsi al mercato e nel farlo, inevitabilmente, chiederanno al Portogallo di cambiare rotta (austerity) c’é un ragionevole rischio di vedere replicarsi il copione greco, insomma.
  2. In Irlanda é stato deciso ieri di sottoporre la partecipazione a fondi salva-Stati ad un referendum popolare. I sondaggi al momento vedono una leggera maggioranza dei favorevoli, ma una elevata componente di indecisi. E’ evidente che se i cittadini irlandesi andassero a minare l’idea di una compartecipazione collettiva europea agli aiuti di chi é in difficoltà il nervosismo sui mercati aumenterebbe.
  3. La Corte costituzionale di Karlsruhe ha stabilito che l’idea di creare una commissione che potesse decidere su EFSF senza dibattito nel Bundestag é anticostituzionale. Occorrerà continuare, dunque, a sottoporsi alle lungaggini che la politica prevede ad ogni step decisionale (e su questo la democrazia, nel tutelare l’integrità dei suoi processi, rischia di mettersi in discussione per intero). I recenti miglioramenti di Spagna ed Italia sul fronte della gestione del bilancio pubblico stanno incoraggiando atteggiamenti di sufficienza in Germania, dove aumenta il numero delle voci contrarie ad un aumento delle risorse per l’EFSF e/o l’ESM.
Mario Monti si recherà domani a Bruxelles per spingere l’acceleratore sulla necessità del rafforzamento dei fondi salva-Stati, facendo leva sul giudizio positivo che il mercato sta dando all’Italia e alle sue politiche, portando i rendimenti dei BTP decennali ai minimi da sei mesi a questa parte. Frau Merkel é riluttante all’idea di affrontare un argomento politicamente scomodo in terra tedesca, ma Monti si é dichiarato “fiducioso di concludere l’accordo entro marzo: i tedeschi hanno detto di preferire di non parlarne nell’incontro del 1 Marzo, é vero, ma per fortuna Marzo ha 31 giorni”.
L’ottimismo mostrato da Monti é strumentale al raggiungimento degli obiettivi, se qualcuno avesse dubbi a riguardo e lo confondesse con l’ottimismo cieco di qualche mese fa dovrebbe ricordare che lo stesso Monti pochi giorni fa diceva, parlando della Grecia: “il default greco aprirebbe scenari imprevedibili, con una sequenza di eventi a catena come il contagio a Portogallo, Spagna ed Italia, nonostante i progressi fatti da questi Paesi”.

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