01/03/09

Processo Dell'Utri: Portai lettera di Cirfeta

Palermo. I rapporti tra Alessandra De Filippis, difensore dell'ex pentito Cosimo Cirfeta, e il senatore di Fi Marcello Dell'Utri sono stati al centro della deposizione, resa dall'avvocato, davanti alla corte d'appello di Palermo che processa il politico azzurro per concorso in associazione mafiosa.

Il pg Antonino Gatto, pubblica accusa al dibattimento, ha prodotto i verbali dell'interrogatorio reso alla dda di Bari dalla De Filippis, in passato coinvolta in un'indagine su un traffico d'armi e di droga. Il teste ha parzialmente ritrattato alcuni passaggi dell'interrogatorio reso ai pm di Bari confermando, però, di avere portato, in Senato a Dell'Utri, una lettera in cui Cirfeta, che ha raccontato agli inquirenti di un presunto piano organizzato da alcuni collaboratori di giustizia palermitani per accusare il senatore, chiedeva al politico di occuparsi della sua famiglia qualora gli fosse accaduto qualcosa. "Dell'Utri - ha detto la donna - dopo averla letta si mise a piangere e mi disse di rivolgermi al suo segretario Nicola Formichella se il mio assistito avesse avuto bisogno di qualcosa". La teste ha poi ribadito di avere più volte incontrato Dell'Utri casualmente, quando l'imputato era in Puglia per conferenze, o andandolo a trovare a Palazzo Madama e ha confermato che il politico si interessò per far fare uno stage al ministero della Giustizia al suo praticante di studio.
La teste ha, però, smentito quanto aveva raccontato ai pm di Bari su una somma chiesta a Dell'Utri per le spese del funerale del figlio di Cirfeta. Ai magistrati la De Filippis aveva detto di essere andata dal senatore, su input del pentito, per farsi dare il denaro e che il politico le aveva detto di anticipare la somma, perché lui non poteva farle un assegno, e che poi le avrebbe restituito tutto. "Lo dissi - ha spiegato - perché ero in carcere in isolamento e non ero lucida, ma i soldi a Cirfeta li diedi io. Dell'Utri non mi chiese di anticipare nulla". Il legale, che ha confermato di avere appreso dal collaboratore dell'esistenza di un piano ordito dai pentiti Guglielmini, Di Carlo e Onorato per accusare Dell'Utri, ha poi spiegato la provenienza di un assegno di 30mila euro a lei intestato e prodotto dal pg. Secondo l'accusa, i soldi sarebbero la prova di un sostegno economico che, sia pure per interposta persona, il senatore avrebbe dato a Cirfeta per le sue rivelazioni in merito alla presunta combine dei pentiti. L'avvocato ha, invece, sostenuto che la somma le era stata data da un amico di un suo assistito in parte come compenso professionale, in parte a titolo di prestito. L'udienza è stata rinviata al 13 marzo per l'esame dell'ex segretario particolare di Dell'Utri, Nicola Formichella

ANSA


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