L'Italia, nel 2010 “è ancora un paese di emigrazione”. Lo sostiene il rapporto annuale stilato dalla Fondazione Migrantes sugli italiani nel mondo. I cittadini italiani iscritti all'anagrafe dei residenti all'estero sono il 6,7% della popolazione totale residente in Italia. Nel giro di un anno, cioè dal 2009 al 2010 i concittadini residenti fuori dal nostro Paese sono 113mila in più. E 4 anni fa erano addirittura 1 milione in meno.
Dal 2000 ad oggi è difficile capire, attraverso i dati ufficiali, la “qualità di questa emigrazione”. Incrociando i dati provenienti dall’Anagrafe Italiani Residenti Estero (Aire) con alcuni sondaggi, risulta che circa 60mila i giovani “under 40” che lasciano l’Italia ogni anno. Secondo i dati ufficiali dell'Aire, l'emigrazione ha riguardato quasi 317mila giovani, circa 30mila l'anno. Dai sondaggi, invece, è emerso che il fenomeno è molto più ampio anche perché solo la metà degli emigrati si iscrive all’Aire (anche se l’iscrizione è obbligatoria). Questi dati sono anche confermati dalla recente ricerca di Confimpreseitalia, che ha stimato proprio in 60mila i giovani emigranti, ogni anno. Di questi, secondo Confimprese italia, il 70% ha la laurea. Si tratta di capitale umano qualificato che lascia l'Italia, dopo che l'Italia ha speso per loro in formazione. Ingrati? Non si tratta di ingratitudine ma di incapacità del sistema di trovare per loro il giusto spazio e l'equa retribuzione. Un ingegnere neo assunto in Italia guadagna 1.200 euro o poco più. All'estero, in Germania, in Spagna o negli Usa, per esempio, guadagna tra i 1.800 e i 2.500 al mese.
L'aspetto più preoccupante è certamente l'incremento dell'emigrazione qualificata negli ultimi anni. Mentre dati sul 2010 attendono altri riscontri, già nel 2009, secondo l'Istat, il numero degli emigrati rispetto al 2008 è aumentato di ben 20mila unità, attestandosi ad 80.597 cancellati dall’anagrafe per espatrio. Un incremento dopo anni in cui la quota oscillava tra i 50 e i 60mila ogni anno. I dati Istat si riferiscono a tutti gli emigranti, giovani e non: è però plausibile supporre che l’età di chi emigra oggi sia giovane e soprattutto con una laurea. E quando poi provano a rientrare in Italia con un curriculum internazionale di tutto rispetto si trovano le porte chiuse.
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