08/05/11

Milano - Il PDL aggredisce alla gola un'attivista del Movimento Cinque Stelle

Paola Bernetti Mateo Forte Milano Movimento Cinque Stelle PDL

Quando ero piccolo, mia mamma mi ripeteva sempre: "Non ti avvicinare mai alla politica. E' una cosa pericolosa". Non aveva tutti i torti. A livello locale, specialmente all’approssimarsi delle elezioni, le aggressioni erano all’ordine del giorno. C’era chi si limitava ad affrontare il proprio nemico politico con un manganello, ma spesso l’arma dialettica più convincente era il coltello. Di giovani attivisti politici con il naso rotto, qualche frattura o un buco nella pancia erano piene le corsie degli ospedali. Specialmente quando era il momento di attaccare i manifesti: coprire tutti gli spazi era la regola, ma coprire quelli degli altri era una specie di dovere.

E’ ancora così. Non è cambiato molto. Ma se il rispetto delle idee politiche di un cittadino si riduce al confronto fisico, allora non c’è speranza, perché le nuove classi dirigenti cresceranno come sono cresciute quelle vecchie: a colpi di schiaffi, calci, pugni, imbrogli, dispetti, in un clima da zuffa che non fa distinzione tra una lista di candidati che si propongono per contribuire con le loro idee al bene del paese e una faida tra clan rivali che si ammazzano per controllare il territorio e le risorse comuni.

Che cosa vogliamo costruire con il disprezzo reciproco? Quale democrazia speriamo di realizzare senza il riconoscimento delle idee diverse dalle nostre, e spesso senza neppure il rispetto delle leggi?

Ieri Paola Bernetti, del "Movimento Cinque Stelle", stava volantinando al mercato di Papiniano, a Milano. C’era anche un banchetto del PDL a sostegno di Matteo Forte, candidato alle comunali. Quando Paola è passata nelle vicinanze, un ragazzo barbuto si è staccato dal gruppo e l’ha aggredita, afferrandola per la gola e terrorizzandola davanti a suo figlio di appena 12 anni. Alle urla disperate di Paola il ragazzo è poi scappato, dileguandosi tra la folla. E’ intervenuto un vigile, chiamato dalla stessa vittima, il quale non ha trovato di meglio da fare che consigliare ai ragazzi del banchetto del PDL di allontanarsi, senza svolgere alcuna indagine per accertare le generalità dell’aggressore, e rifiutandosi di accogliere le dichiarazioni di una signora che aveva assistito alla scena e voleva rendere testimonianza circa lo svolgersi dei fatti. Ma i vigili a Milano servono soltanto a fare le multe?

Sorge il fondato sospetto che se il tutto fosse accaduto a parti inverse, ora avremmo non soltanto una denuncia penale, qualche fermato e un imputato riconosciuto, ma anche qualche titolo di giornale.

In compenso, avendo Paola discusso successivamente con una coppia di milanesi che avevano lasciato la bicicletta in una posizione che rendeva di fatto impossibile il passaggio, ed essendosi permessa di provare a spostarle, seppure in maniera comprensibilmente nervosa, qualcuno del banchetto del PDL ha pensato bene di chiamare nuovamente i vigili, i quali questa volta non si sono fatti pregare e la hanno immediatamente identificata.

Se c’è qualcuno che può aiutare a identificare il giovane aggressore barbuto, si faccia avanti. Forse lo stesso Matteo Forte potrebbe aiutare, dando così un segnale di civiltà e di dissociazione da questo modo di fare e di intendere la politica, che personalmente non mi appartiene e che è l’esatto contrario di quel confronto civile e dialettico che dovrebbe portare i cittadini a scegliere le idee e i progetti migliori per darsi il migliore governo possibile, ma soprattutto per sperare in un futuro civile e dignitoso.

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