Ricordate la golden rule? «Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te», dice una delle sue molte varianti. Ora questo sacrosanto principio entra finalmente a far parte del sistema di enforcement fiscale del Belpaese.
Apprendiamo infatti dal Corriere che una circolare interna del direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, (con Tremonti che annuncia una seconda circolare con la lista delle sanzioni per chi non la rispetta) invita a seguire una semplice, aurea, regola nell'azione di controllo fiscale:
La regola da seguire è in fondo molto semplice. E’ una regola di rispetto: comportiamoci tutti, come funzionari del Fisco, così come vorremmo essere tutti trattati come contribuenti.
Come dovrà comportarsi da domani un solerte finanziere che voglia applicare questa nuova disposizione? Si metterà nei panni del ristoratore che, conti alla mano, guadagna 1053 euro al mese lordi. O del costruttore che al mese ne guadagna 1560. O del tassista che, nel 2007, ne prendeva nello stesso mese 1150. Indossati questi panni il solerte finanziere si chiederà: "Come vorrei essere trattato?". La risposta, naturalmente sarà: "nessuno si deve impicciare di quello che faccio, perchè suvvia, se a fare questo mestiere guadagno così poco ci sarà un motivo: la concorrenza cinese, la crisi, il mercatismo galoppante, etc." Terminato questo esperimento mentale il solerte finanziere rimetterà il taccuino nel fodero e deciderà di non fare controlli.
Troppo esotico? Vabbé, se preferite mettiamo pure da parte questo effetto estremo (è vero, dichiarazioni "etiche" come quella citata restano pressoché sempre lettera morta) e consideriamo un paio di altri effetti. Procediamo, insomma, in maniera conservativa.
La circolare affronta certamente un problema reale, che è quello, nella parole di Attilio Befera, di "arroganza" e "sopruso" da parte di alcuni controllori verso i controllati. Ora, se qualcuno è provatamente arrogante e dedito a soprusi nell'esercizio di una funzione pubblica, costui (o costei) dovrebbe essere sanzionato e rimosso dal proprio incarico. Questo ci pare un principio importante e ben venga che lo si voglia far rispettare.
Tuttavia la circolare stabilisce un criterio preventivo che a noi pare un pericoloso piano inclinato e insaponato. Si legge infatti, papale papale:
Se un accertamento non ha solido fondamento, non va fatto.
Quale sia questo "solido fondamento" non è specificato - così dovranno fare un'altra circolare per spiegarlo, e vai con una circolare dopo l'altra che gira la giostra. A parte questo (che non è un dettaglio, l'ambiguità è estremamente dannosa in queste cose) il piano è inclinato e insaponato per tre ragioni.
Primo, pare stabilire un doppio onere della prova per il controllore: questo dovrebbe una prima volta dimostrare che l'accertamento è fondato e una seconda volta dimostrare che c'è stata evasione, se c'è stata. Se ci sarà una sanzione per chi viola il nuovo principio "Se un accertamento non ha solido fondamento, non va fatto", allora i controllori avranno un incentivo a fare controlli piuttosto superficiali: perché devo prendermi la briga, a parità di stipendio, di fare un enorme lavoro aggiuntivo preliminare solo per dimostrare che avevo una buona ragione per controllare qualcuno? Questo risulta, diciamo noi, in un effort più basso. Chiamiamo questo l'effetto #1.
Secondo, è un principio che si presta ad abusi. Se si vuole evitare di infastidire un evasore si può sempre dire che l'accertamento non aveva un solido fondamento. Con la (non) definizione che hanno dato di "solido fondamento" sfidiamo chiunque a provare il contrario: d'altronde finché non vado a controllare non so se quello evade veramente o no! Altro che minori occasioni di corruzione come fanfareggia Tremonti, quindi: qui le occasioni di corruzione sembrano moltiplicarsi. Ora i corruttori hanno un'occasione preventiva di corrompere! Chiamiamo questo l'effetto #2.
Terzo, questo principio toglie uno strumento al controllore, che se applica la circolare non potrà più effettuare controlli random, cioé a caso. Quando non hai un indizio su particolari contribuenti ma sai che c'è evasione in una certa area (una certa provincia, per dire) i controlli random funzionano e fanno recuperare gettito. Per tornare all'esempio di cui sopra, per quanto possa essere alta la dispersione della distribuzione dei redditi dei ristoratori, costruttori, tassisti e via dicendo, con un numero sufficientemente alto di controlli random quelli che trovo sono, in media, redditi dichiarati intorno alle sparute cifre riportate dal Sole 24 Ore. Se onesti e disonesti in queste categorie sono observationally equivalent la migliore cosa che posso fare è controllarli a caso. Questo, stando alla lettera della circolare, non si potrà più fare. Questo è l'effetto #3.
Questi tre effetti sembrano andare tutti nella stessa direzione: quella di far aumentare l'evasione fiscale. Nice job.
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