27/05/08
Libertà di stampa all'italiana
Deutschlandfunk, 19.5.08
Con monopoli televisivi e censure i partiti di governo rimuovono le critiche
[articolo originale di Kirstin Hausen qui]
Le cose non vanno troppo bene per la libertà di informazione italiana. Nella nuova classifica dell'Organizzazione "Cronisti senza frontiere", che comprende 139 Stati esaminati, l'Italia si è posizionata al quarantesimo posto. Il motivo ha un nome: Silvio Berlusconi. Il potere nelle mani del Presidente del Consiglio italiano e magnate delle televisioni è controverso e unico in Europa. Kirstin Hausen racconta.
Giovedì sera. Su RAI 2, il secondo canale della televisione pubblica, è in corso "Annozero", una controversa trasmissione di approfondimento in Italia. Controversa, perché critica. Troppo critica per i gusti di Silvio Berlusconi, i cui processi sono già stati argomento della trasmissione.
Il conduttore, un signore non troppo alto e con riccioli grigiastri, è Michele Santoro. Egli simboleggia come nessun altro giornalista la lotta contro la superiorità delle televisioni del nuovo e vecchio Presidente del Consiglio. Infatti, della sua critica a Silvio Berlusconi, Santoro non fa alcun mistero. Argomento della serata di giovedì sera: gli immigrati non europei, la paura degli italiani verso di loro e la politica verso gli stranieri del governo Berlusconi.
La parola viene data a esponenti di entrambe gli schieramenti: residenti furenti e immigrati arrabbiati, un ministro del governo e un'avvocatessa che difende gli immigrati. Durante la trasmissione viene anche ricordato che la situazione, che oggi viene considerata insostenibile dai partiti al governo, fu provocata in parte da loro stessi. Nel 2002 promulgarono infatti una legge contro il voto dell'opposizione che ha di fatto favorito l'immigrazione illegale.
In studio siede anche Marco Travaglio, un giornalista che da una settimana occupa le prime pagine dei giornali. In una intervista televisiva aveva dipinto Renato Schifani, il nuovo Presidente del Senato, come "amico della mafia". Uno scandalo, così l'intero mondo politico si indignava.
Lo scandalo tuttavia non consiste nel fatto che il Presidente del Senato in passato fosse stato membro della società di assicurazioni Sikula Broker insieme a Mandalà, successivamente condannato come capo mafia, e che aveva lavorato come consulente esterno per il consiglio comunale di Villabate (Palermo), poi sciolto per infiltrazioni mafiose. Lo scandalo è che qualcuno osi raccontare questo in televisione. Ora Schifani vuole querelare Travaglio per diffamazione.
"In verità qualcuno vuole avvelenare il clima di dialogo e collaborazione che si sta instaurando in Parlamento. Ora tocca a me pagarne il prezzo, ma sono estremamente tranquillo."
In merito alle accuse il Presidente del Senato Renato Schifani non entra. La televisione pubblica RAI, che aveva trasmesso in diretta l'intervista a Marco Travaglio, si è prontamente scusata apertamente nei confronti di Schifani. Con soddisfazione dei partiti al governo. Ma anche gli esponenti dell'opposizione hanno applaudito il passo fatto dalla RAI. Nessuno del partito di Walter Veltroni ha difeso Marco Travaglio. Ma a ciò il giornalista è già abituato. E non lo preoccupa.
"Io sono un giornalista e per me è indifferente cosa dicono i politici di me. I giornalisti devono informare sulla verità, ed è ciò che ho fatto."
Marco Travaglio interpreta fedelmente il suo mestiere di giornalista e possiede un'etica professionale, che per molti giornalisti italiani sembra smarrita o forse essere stata fatta sparire. Ricorrere alla censura non è nemmeno necessario quando certi temi fin dal principio vengono taciuti, a causa del fatto che i giornalisti temono ripercussioni. Allo stesso tempo si osserva un dilagare dell'indifferenza. Molti italiani danno segno di essere stanchi di sentir parlare della coscienza non così pulita dei politici. Una dittatura morbida, la chiama lo scrittore Nanni Ballestrini. E intende l'intera società.
"Noi siamo già da lungo tempo, dall'inizio dell'era Berlusconi, in questa fase di decadenza. Travaglio ha raccontato una cosa che non era affatto sconosciuta e che può essere verificata. Ma nessuno verifica perché agli italiani non interessa farlo. Al contrario: quando un politico si comporta in quel modo è intelligente e viene persino ammirato. Come Berlusconi, il cui fascino deriva anche dal fatto che abbia così tanti processi sulle spalle."
Nonostante ciò Berlusconi non gradisce quando in televisione si parla di questi processi. Nei canali da lui posseduti basta una telefonata per rimuovere una notizia critica nei suoi confronti. Nella televisione pubblica la sua influenza non è così diretta, ma è tuttavia palpabile. In Italia infatti i partiti al governo nominano nelle posizioni di dirigenza della RAI persone di fiducia. E presto questi posti verranno nuovamente riassegnati.
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