23/05/08

Politica, evasione. A Montecarlo gli evasori sognano il condono


Fonte articolo


Il Ministero delle Finanze del governo Prodi aveva impostato una buona strada per il recupero di soldi evasi al Fisco. Il tesoretto è stato il primo importante risultato di una politica che, seppur con tutte le critiche derivanti dai massicci controlli anche ai piccoli imprenditori, si stava rivelando efficace.
A frittata girata, nel solo 2003, l’illuminato ministro risorto dell’economia “Tvemonti” firmò la riforma fiscale che detassò le plusvalenze da partecipazione, e attuò ben 12 rovinosi condoni che Berlusconi utilizzò immediatamente per fare colossali affari.

A cominciare dalle pendenze Fininvest il Mafionano se la cavò pagando 18 milioni di euro a fronte dei 104 che reclamava il fisco, passando per la cessione del 16,88% di Mediaset detenuta da Fininvest con un risparmio di 340 milioni di tasse, e attraverso il decreto salva-Milan che permise alle società indebitate di ammortizzare i bilanci in 10 anni, svalutando il cartellino dei calciatori conseguente alla crisi (tra serie A e B il deficit era nel 2002 di 2 miliardi di euro). Il risultato fu ottenuto con doppio conflitto d’interessi: quello tra Berlusconi doppio presidente del consiglio e del Milan, quello tra Adriano Galliani vice del Milan e presidente della Lega Calcio. Il decreto Berlusconi fece risparmiare al presidente del Milan Berlusconi 242 milioni di euro!
Altre pendenze col Fisco attraverso l’immobiliare “Idra” Berlusconi le risolse con un condono da 1.850 euro in 2 comode rate che gli evitarono accertamenti di evasione contestati dalla Procura di Milano nel processo sui bilanci Mediaset. Domenico Siniscalco, successore di Tvemonti abbassò le aliquote per i redditi più alti facendo risparmiare a Berlusconi altri 764.154 euro.
Bella politica no?
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Venendo ad oggi, col ritorno della cosca di evasori ad personam, mi chiedo che fine farà la lista di furbetti eccellenti che il Fisco ha accertato esistere negli ultimi 8 anni, tenuto conto che su 32 mila abitanti dell’intero principato di Monaco, ben 1900 sono italiani!
Le contestazioni del Fisco hanno finora riportato nelle casse italiane tasse evase da 32 personalità conosciute residenti fittiziamente a Montecarlo. Questo l’elenco con gli importi in euro:
Luciano Pavarotti 12,9 milioni, Andrea Bocelli 5,7 milioni, l’ex carabiniere Alberto Tomba 5,5 milioni, Gian Carlo Fisichella 3,8 milioni, Ennio Morricone 600 mila, Ricky Tognazzi 375 mila, il violinista Salvatore Accardo 171 mila, Claudio Abbado, Cecilia Gasdia e Michele Pertusi 85 mila, Umberto Tozzi 249 mila, Riccardo Cocciante 228 mila.

Hanno ancora conti in sospeso Max Biaggi, che dopo aver pagato per anni un domestico che gli tenesse la luce accesa nell’attico monegasco gli è stata recapitata una multa da 12 milioni, Loris Capirossi da Imola ha fatto 2 ricorsi distinti ai 13,3 milioni richiesti, Guido Cappellini ha evaso 8 milioni, Maria Grazia Cucinotta 80 mila, Ornella Muti è ricorsa recentemente ad una richiesta di 2,3 milioni di euro. A loro si aggiunge lo stilista Guccio Gucci, pendente per 292 mila euro e i fratelli del tessile Zegna che se la sono cavata con 100 mila euro.

Dopo le multe prese da Stefano Pescosolido e Andrea Gaudenzi, pare meditino di riportare la residenza in Italia Ezio Greggio, i ciclisti Michele Bartoli e Paolo Bettini, i tennisti Omar Camporese, Diego Nargiso e Davide Sanguinetti, tutti “abitanti” nel paradiso off-shore presideuto da Alberto di Monaco, che dopo le richieste dell’Ocse e un incontro col cancelliere tedesco Angela Merkel, ha accettato di avviare scambi di informazioni e alzato le tasse sui depositi dal 15 al 20%.

Sempre e soltanto per quanto concerne Montecarlo, hanno infine ricevuto le cartelle esattoriali lo scienziato Carlo Rubbia, la commentatrice Lea Pericoli e altri. Chissà, magari in attesa di nuovi condoni.

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