03/06/08

Il fotovoltaico residenziale


Fonte articolo

IL FOTOVOLTAICO

Gli impianti fotovoltaici si misurano in chilowatt di picco. Le energie rinnovabili, infatti, sono caratterizzate dall’avere un potenziale sovrabbondante, dall’essere teoricamente illimitate, ma anche dall’essere intermittenti. Quando non tira vento, le pale di un mulino a vento languono desolatamente. Allo stesso modo in assenza di luce, per esempio di notte, non importa quanto grande sia la vostra fattoria solare: niente elettricità. E' per questo motivo che la potenza nominale si definisce di picco: è la potenza massima erogabile in condizioni ottimali.

Ma come? Allora, se installo un impianto fotovoltaico, di notte sto al buio? Ma no: lasciatemi spiegare!

Un impianto fotovoltaico è nella maggior parte dei casi grid connected, cioè connesso direttamente alla rete elettrica. Questo fa sì che voi diventiate dei veri e propri produttori di corrente: l’energia pulita che erogate (di cui la comunità ringrazia) viene resa disponibile al mondo, e contabilizzata mediante un apposito contatore.
Allo stesso modo, voi continuate a prelevare l’elettricità che vi serve mediante il vostro usuale fornitore. Alla fine dell’anno si fa un bilancio tra i chilowattora che avete prodotto e ceduto, e quelli che avete prelevato. Se siete in attivo, l’energia in surplus vi viene messa da parte, e la potrete consumare liberamente nell’arco di tre anni. Se invece avete avuto bisogno di più energia rispetto a quella che avete prodotto, pagherete unicamente i chilowattora aggiuntivi che avete prelevato.

Quindi un impianto fotovoltaico vi fa innanzitutto risparmiare sul costo della corrente, perché potete evitare di comprare quella che già producete, autoconsumandola. Il vostro fornitore di energia accumulerà per voi l’eventuale surplus energetico, prodotto ma non consumato. Questa modalità si chiama scambio sul posto.
E’ anche possibile vendere l’energia in surplus, ma per un privato non è molto conveniente. Ne parleremo se tratteremo i grossi impianti.

Come si fa a capire quanta elettricità produce un impianto fotovoltaico? Dipende ovviamente da quanto sole cade annualmente sul sito di installazione. Sembra complicato, ma in realtà è molto semplice: grazie all’ENEA esistono mappe che riportano i valori medi mensili della radiazione solare giornaliera per oltre 2000 comuni italiani, stimati a partire dalle immagini satellitari di copertura nuvolosa per diversi anni fino al 1999.

Carte alla mano, possiamo così calcolare con grande approssimazione la produzione annua di energia elettrica dei singoli impianti fotovoltaici. Sappiamo per esempio che in un piccolo comune tra Milano e Pavia, un impianto da 1KwP (un chilowatt di picco) è capace di produrre 1200 chilowattora ogni anno. Di conseguenza un impianto da 3KwP ne produrrà circa 3600, e così via.

Va bene. Ma gli incentivi? Seguitemi, il bello deve ancora venire.

CONTO ENERGIA

Per riuscire ad abbattere le emissioni di anidride carbonica come previsto dal protocollo di Kyoto, la Comunità Europea ha imposto all’Italia l’obiettivo di raggiungere 1200 megawatt di energia prodotta da fotovoltaico entro il 2012. Per arrivare a questo risultato non restava che copiare il modello di incentivazione che tanto ha funzionato in Germania, a tutt’oggi la nazione più virtuosa in questo settore.

Questo modello, confluito nel cosiddetto Conto Energia, è entrato in vigore con il Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2007 , e prevede che lo stato incentivi per vent’anni la produzione di corrente elettrica, privilegiando gli impianti piccolini e quelli a minor impatto architettonico, secondo la tabella seguente:
Per esempio, a chi costruisce un impianto da 3KwP e lo integra sul tetto sostituendo la copertura originale, il Conto Energia riconosce ben 49 centesimi di euro per ogni chilowattora prodotto. Per vent’anni. Significa avere 1764€ all’anno, ovvero 35.280€ in totale.
Invece, se l’impianto è appoggiato sul tetto in maniera complanare, lo stato versa un po’ meno: 44 centesimi al chilowattora. Niente male lo stesso: fanno pur sempre 1584€ in dodici mesi.

Se poi avete un tetto vecchio e dovete smaltire l’amianto, installare un impianto fotovoltaico è la soluzione per eccellenza! Infatti in aggiunta alle tariffe di cui sopra viene riconosciuto un addizionale 5%. Fantastico, c'è di che ripagarsi la sostituzione di tutta la copertura!

ESEMPIO

Bene. Adesso abbiamo tutti gli elementi per capire come si può salvare il mondo guadagnandoci anche qualcosa di soldi!

Non esageriamo. Prendiamo il caso medio. Siamo al nord. Tra Pavia e Milano. Abbiamo un tetto e ci facciamo sopra un bell’impianto fotovoltaico appoggiato in maniera complanare, per una potenza di 2,9KwP. E perché non 3KwP? Perché magari 3KwP non ci stanno. Non vi ho detto che per ogni KwP ci vogliono circa 8 metri quadrati di superficie? Beh, ve lo dico adesso!
Ora, 2,9 chilowatt di picco a queste latitudini, mappe di radiazione solare alla mano, rendono 3480 chilowattora all’anno tondi tondi.

Sì, ok! Ma quanto mi costa?
Beh.. circa.. più o meno.. fra oneri di progettazione, moduli fotovoltaici, cablaggio, inverter, accessori, spese di cantiere.. iva 10% inclusa.. diciamo 21.700€.
E se uno non ha tutti questi soldi? Al tempo: non bisogna spaventarsi. Alcune aziende hanno stretto accordi di collaborazione con primari istituti di credito, che arrivano in alcuni casi a non chiedere alcun anticipo e ad addebitare la rata del prestito solo quando l’impianto è correttamente entrato in funzione e inizia a fruttare denaro liquido.

Beninteso: fermo restando che nessuno ci impedisce di acquistare l'impianto di tasca nostra, se incappiamo in un’offerta simile avremo un piano a quindici anni con rata annuale di 2054€, che però inizieremo a pagare solo quando inizieremo anche ad incassare.
2054 euro solo il primo anno, dunque. Bene: il nostro impianto, in un anno, quanto rende?

Semplice: 3480Kwh (l’energia prodotta in dodici mesi) x 0.44€ (l’incentivo statale) cui vanno aggiunti 3480 x 0,19€ (il prezzo dell’energia al chilowattora che non saremo costretti ad acquistare). Fatemi fare i conti.. fanno 1531+ 661 = 2192€.
Duemilacentonovantadue euro sono di più dell’importo della rata del mutuo di cui sopra: per la precisione ci ho guadagnato ben 138€!
Ho installato un impianto fotovoltaico, non ho speso niente e mi sono rimasti attaccati 138€ solo il primo anno.
Per non parlare della rivalutazione dell’immobile: quella non l’avevamo neppure presa in considerazione!

Il bello è che il ricavo annuale è destinato ad aumentare di anno in anno, mentre la rata del mutuo resta stabile. Infatti il prezzo dell’energia sale vertiginosamente, e anche se prendessimo come base di calcolo un incremento pari solo al 3%, dopo quindici anni la cifra risparmiata sarebbe già salita a oltre mille euro.
Insomma, tra il primo e il quindicesimo anno l’impianto ci farebbe guadagnare dai 138€ agli oltre 400€. Dopo il quindicesimo anno, venuta a mancare la rata del mutuo, il guadagno salirebbe a più di 2600€ annui, portando il guadagno complessivo nei vent’anni a oltre diciassettemila euro.

Insomma, niente male per avere evitato due tonnellate di anidride carbonica, avere rivalutato il nostro immobile e non avere speso niente, non trovate anche voi?

E dopo i vent’anni? Il Conto Energia cessa di incentivare la nostra produzione energetica, ma l’impianto resta in funzione e, sebbene sia previsto un leggero calo fisiologico della resa di conversione, continuerà a darci energia gratis, facendoci ancora risparmiare per tantissimi anni a venire.

Ad un piccolo costo extra, riassorbito fin da subito nella resa dell’impianto, potremo avere anche manutenzione e assicurazione comprese. L’assicurazione può coprire tutto: danni diretti, indiretti, ricorsi vicini e/o terzi, eventi atmosferici, e perfino il danno economico derivante da un imprevisto fermo dell’impianto, con risarcimento degli incentivi statali perduti.

CONCLUSIONI
A questo punto la domanda più ricorrente è: beh, ma allora perché non lo fanno tutti?
Infatti lo stanno facendo tutti.
Ma bisogna affrettarsi: primo perché al raggiungimento dei 1200 megawatt di installazioni gli incentivi statali cesseranno di esistere (comunque ci sono ancora ampie possibilità); secondo perché ogni anno che passa gli incentivi sui nuovi impianti costruiti saranno decurtati del 2%. Non sembra, ma sono tanti soldi: meglio iniziare subito i lavori, di modo che l’impianto sia terminato prima della fine del 2008.

Se ti sei incuriosito oltre ogni limite, in rete ci sono tante risorse che possono aiutarti, a cominciare dal sito del Gestore Servizi Elettrici , che è l’organo con cui si stipulano i contratti di incentivazione ventennali.
Se poi hai bisogno di una mano, scrivimi pure qui:energia@byoblu.com, oppure fatti un giro sul canale energia di Byoblu.Com.

Il metano ti ha sempre dato una mano, ma il sole oggi ti da tutto il braccio!

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