23/08/08

Il " consistente, ma non trasparente, ampliamento degli utili della Firenze Parcheggi e dei suoi soci privati".

Letterale dalla sentenza della Corte dei Conti.
Di Marco Ottanelli
Il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, accoglie con stupito favore l'idea del ministro Bossi di reintrodurre l'Ici. A scanso di equivoci, intanto, rende noto che “in questo periodo si sta già lavorando affinché si preveda la introduzione di un nuovo tributo per i Comuni, tale da garantire loro autonomia e responsabilità”.
Per quanto riguarda la autonomia, Domenici forse ignora che negli ultimi 12 anni le tasse degli enti locali sono aumentate del 117,6% (a fronte di un aumento del 16,2% delle tasse nazionali- fonte Cgia). Un salasso immane ai danni dei cittadini.
Per quanto invece riguarda la responsabilità, Domenici forse ignora quello che accade nella sua stessa giunta, che i soldi pubblici li amministra piuttosto male.
Il 17 giugno 2008, la Corte dei Conti ha condannato al pagamento di 200 mila euro (+ 5.987 di spese) mezza giunta comunale di Firenze, nelle persone degli assessoriMatulli Giuseppe, Becheri Emilio, Cioni Graziano, Colonna Francesco, Albini Tea, Biagi Gianni, Monciatti Marzia, Tesi Elisabetta, Lastri Daniela, Siliani Simone, Tani Simone, Coggiola Paolo e, in misura percentuale maggiore, l'assessore Bugliani Vincenzo, per il 21% della anzidetta somma ed i funzionari e tecnici del comune Tagliabue Francoe Paolini Carlo,rispettivamente per il 30% e per il 15% della predetta somma.
Tale condanna deriva da una segnalazione della Procura Regionale, che aveva chiesto in realtà di condannare gli amministratori del centrosinistra fiorentino al pagamento di € 2.063.313,85.
Perchè, al di la della cifra finale (che comunque non è da trascurare) il giro dell'illecito era appunto di oltre due milioni di euro.
La sentenza, che ci auguriamo sia già stata eseguita, ci narra di bilanci inventati, di decisioni ingiustificate, di passaggi di denaro non giustificabili ad una spa di servizio, e alla funzione, all'uso, “politico” della stessa.
Per comprendere come la giunta di centrosinistra di Firenze amministri i nostri beni e i servizi dei quali siamo utenti, e per comprendere con quale spirito essa chieda ancora più tasse (ici, o quel che è), esaminiamo questa sentenza e seguiamo la vicenda, una vicenda che interessa da vicino tutti gli italiani, quella dei parcheggi a pagamento.
La Corte dei Conti ricostruisce quanto stabilito fin dal 1996, quando viene costituita la Firenze Parcheggi s.p.a, a prevalente capitale pubblico, ma a consistente capitale privato. Di punto in bianco, e senza nessun capitale investito, banche assicurazioni e imprenditori vari cominciano a trarre profitto dal suolo pubblico fiorentino.
Nel 1997, si stipulano il piano tariffario dei parcheggi, l'istituzione dei controllori della sosta (detti in tutta Italia comunemente vigilini, ma che l'amministrazione fiorentina ha recentemente ribattezzato ufficialmente Parking Police, dotandoli di divise verdi in maschio stile militaresco), nonché la convenzione tra Comune di Firenze e nuova s.p.a.
Tale convenzione stabiliva che tutti i proventi delle sanzioni effettuate dai controllori della sosta, nonché i proventi delle pubblicità commerciali all'interno e all'esterno dei parcheggi, sarebbero finiti per intero nelle casse comunali, spettando alla società di gestione solo i proventi derivanti dalla sosta.
Passano solo due mesi, e, nel dicembre di quell'anno, c'è una prima immotivata variazione delle clausole: “i proventi della gestione dei parcheggi saranno di esclusiva spettanza dell'affidatario (Firenze Parcheggi) , compresi quelli derivanti dalla pubblicità apposta negli spazi autorizzati.” Dice la Corte dei Conti: in tal modo, si determina un consistente ma non trasparente ampliamento degli utili della Firenze Parcheggi e dei suoi soci privati.
Ancora cinque mesi, e ancora una novità, sicuramente senza nessun vantaggio in favore della cittadinanza che possa giustificarla : alla Firenze Parcheggi, viene assicurato il versamento dalle casse pubbliche una cifra di lire 9.000 (€ 4,64 circa) per ogni contravvenzione elevata dai controllori della sosta. La giustificazione adotta dalla maggioranza di centrosinistra è che tale cifra compensi il mancato introito della sosta dovuto all'infrazione del cattivo cittadino.
La Corte dei Conti rileva come nella scarna documentazione reperita in sede istruttoria, non si faccia alcun accenno all'IVA, per cui essa è da intendersi come compresa in quelle 9.000 lire.
L'Ufficio Erariale del comune, chiamato a versare le somme dovute a Firenze Parcheggi per ogni multa, si rende conto che tale nuova convenzione è, a tutti gli effetti, una “trasformazione sostanziale della gestione di un servizio dato in concessione ad una società partecipata”, e chiede quindi il "quadro economico finanziario, chiaro ed omnicomprensivo, mostrante i vantaggi (o gli svantaggi) derivanti all'Amministrazione comunale con la riformulazione della convenzione". In definitiva l’erario vuol sapere perchè diamine si debbano regalare centinaia di milioni di lire dell'epoca alla F.P. s.p.a., e che vantaggi ne tragga mai la comunità.
Di fronte a tali sollecitazioni, l'amministrazione presenta un prospettino di due (2) pagine, a firma dell'ing. Tagliabue, che viene accettato senza tante discussioni dal Direttore del Servizio di Bilancio.
Nel periodo 1998-2001, il Comune di Firenze versa quindi ingenti somme allaF.P. s.p.a. , anche a titolo di “rimborso spese per il personale”. I rendiconti di tali versamenti sono talmente sintetici e talmente privi di documentazione di supporto, che il Servizio Bilancio chiede nuovamente delucidazioni. L'ing. Tagliabue non raccoglie.
La storia continua e il 25 giugno 2001, il Consiglio Comunale approva una delibera che, oltre ai proventi della sosta, oltre ai ricavi della pubblicità, oltre alle 9.000 lire per ogni multa, “regala” allaF.P. s.p.a anche i proventi del rilascio dei contrassegni relativi alla circolazione ed alla sosta, nonché la gestione delle porte telematiche di accesso alla ZTL, predisposte dalla soc. Autostrade.(società che detiene una parte della stessa Firenze Parcheggi).
Passa un anno, e, nel luglio 2002, l'amministrazione fiorentina approva un accordo per rimodulare la convenzione stipulato dall' l'ing. Tagliabue per il Comune e l'avv. Brizzi per la F.P. Spa. La Corte dei Conti appare scandalizzata.
Essa dice, nella sua sentenza: “focale indice di anomalia gestionale è rappresentata dalla circostanza che, malgrado l'indubbia complessità della materia da gestire, e, quindi, della relativa istruttoria, è stato possibile acquisire soltanto due atti: un prospetto estremamente sintetico predisposto dalla Soc. Firenze Parcheggi, e la nota del Direttore della Mobilità, ing. Tagliabue n. 5187/800, diretta al Sindaco”.
Ma cosa dunque prevede questa rimodulazione? Essa decide “inopinatamente” (come testualmentecommenta la Corte) un aumento dei versamenti da Lire 9.000 (€ 4,64) a € 9 (Lire 17.426 ), ai quali vanno ad aggiungersi il 20% di Iva (prima non previsto, ma come richiesto dalla Firenze Parcheggi). Oltretutto, in una ulteriore modifica intercorsa tra il 13 ed il 19 giugno 2002, vengono aggiunti altri 50 centesimi, portando così il totale dei rimborsi per multa a 9,50 + iva, dunque a € 11,4. (circa Lire 22.073 ).
Un inopinato, ingiustificabile e documentalmente ingiustificato aumento del 266% , aumento a vantaggio di una società che presentava fin dalla sua costituzione un ampio margine di ricavi.
Come si può immaginare, gli utili della Firenze Parcheggi schizzano verso l'alto.
E i ricavi derivanti dalle multe, invece che dal normale lavoro di gestione della sosta (le cui tariffe, peraltro, sull'onda dell'introduzione dell'euro, sono state praticamente ed ingiustamente raddoppiate) finiscono per diventare una voce assai consistente del bilancio della s.p.a.
Dallo schema seguente emergono i tre dati fondamentali: la solidità economica di F.P., l'impennata degli utili, l’aumento sproporzionato dei versamenti ottenuti dal Comune:
Anno Utile Ricavi parcheggi Ricavi verbali
2000 L. 533.745.795 L. 15.854.000.000 L. 490.000.000
2001 €         324.464 €           8.075.129 €           226.208
2002 €         702.119 €           7.912.830 €           588.162
2003 €      1.469.917 €           9.783.920 €        1.434.443
2004 €      1.571.243 €         11.509.107 €       1.505.000
2005 €         498.854*
(utile in calo per gli spropositati investimenti in nuovi parcheggi)
€         11.747.492 risulterebbe un dato non definitivo di €1.243.027
La Corte dei Conti scrive un passaggio che è probabilmente quello centrale di tutta la sentenza:
“Nell'istruttoria, espletata direttamente presso la Direzione Mobilità e gli altri Uffici competenti del Comune di Firenze, non è stata dunque acquisita alcuna documentazione in ordine alle valutazioni di congruità né dell'aumento da L. 9.000 (senza espressa previsione di IVA) ad € 9, così come richiesto dalla società Firenze Parcheggi in base al conto economico sul quale l'ing. Tagliabue risulta formalmente essersi espresso nella nota 19 giugno 2002, né, sull'applicazione dell'IVA e, a maggior ragione, sull' assolutamente imprevisto ed ingiustificato aumento da € 9 ad € 9,50 + IVA.”
Non ci sono giustificazioni, non ci sono spiegazioni plausibili di questo aumento del 266% ai danni dei cittadini di Firenze e ad esclusivo vantaggio delle parti private della s.p.a.
Come se non bastasse, nel 2003, è stato abolito il versamento di 1 € dovuto, dalla società gestrice, al Comune per ogni contrassegno o permesso di sosta e di accesso rilasciato (e sono centinaia di migliaia l'anno).
Il quadro della situazione individuato dalla Corte dei Conti è quindi devastante.
Da una parte c'è una società per azioni che macina utili su utili, utilizzando in definitiva un bene collettivo (il suolo pubblico), dall'altra c'è un direttore della mobilità ed una giunta che aumentano le tariffe della sosta, pagano i costi del personale (dichiarato in 40 unità, ma, poi, dopo verifica, risultante di soli 10-11 elementi: tutti gli altri effettivi sono “esternalizzati”),raddoppiano i versamenti per le multe, ci aggiungono il 20% di iva, rinunciano all'euro spettante per i permessi, e, senza che sia neanche richiesto dalla Firenze Parcheggi, sommano pure ulteriori 50 centesimi.
Ma ovviamente c'è di più: la soc. Firenze parcheggi, pur incassando somme di pertinenza pubblica, non ha mai reso il conto giudiziale previsto come obbligo per tutti gli soggetti, pubblici o privati, che hanno maneggio di denaro pubblico (pag. 12 della sentenza).
La Firenze Parcheggi poi sub-affida alcuni parcheggi custoditi (e questa è per i fiorentini una novità: il comune da in gestione qualcosa che viene poi ridata in gestione a qualcun altro? Sembra il sistema vassallo -valvassore -valvassino), ma neanche i subaffidatari risultano aver presentato alcunrendiconto formale.
Nella sentenza si legge : “Dall'indagine espletata e dagli atti acquisiti è emerso chiaramente che i rapporti economico-finanziari tra il Comune di Firenze e la soc. Firenze Parcheggi non sono mai stati oggetto di quell'analisi e di quella valutazione che pure il loro rilievo non solo politico ma anche economico-finanziario avrebbe richiesto.”
Ci soffermiamo sul termine “politico”: infatti esso non è solo relativo alla politica generale di questa giunta, ma, e questo è documentato, la società Firenze Parcheggi, come dichiarato in più deliberazioni ed in tutte le sedi, è "strumento operativo dell'Amministrazione comunale".
Strumento operativo dell'amministrazione comunale? Ci chiediamo se la portata di tale ammissione sia completamente compresa. La creazione delle privatizzate, delle partecipate, dovrebbe essere stata una mossa per impedire il controllo e la gestione di beni e servizi dalle elefantiache e burocratiche maglie del deprecato “pubblico”.
Doveva essere un “pensateci voi, e bene” rivolto ai tanto amati privati per ottimizzare i costi-ricavi a vantaggio dei cittadini e del loro benessere.
Invece, il groviglio di banche, assicurazioni, Ligresti e Benetton che stanno dietro (dentro) la Firenze Parcheggi è uno strumento operativo della giunta e dei suoi uomini. Qualcosa che serve a loro e ai loro scopi (strumento: mezzo impiegato per ottenere uno scopo. Dizionario della Lingua Italia, De Mauro) nel modo che loro ritengono più idoneo e più confacente ai loro desiderata (operativo: atto a operare, che ha fini pratici; idibem). E’ qualcosa sul quale essi decidono indipendentemente dagli interessi della città.
Perché, attenzione, è di questo, in fondo, che si sta parlando.
Di come gli interessi e i bisogni di una città, di una cittadinanza, sono diventati mero pretesto per esercitare il potere, di come la gestione, il governo di Firenze siano diventati solo conferimenti di incarichi, trasferimenti di fondi, assegnazione di presidenze di consigli di amministrazione, e di come ogni servizio, ogni patrimonio, ogni spa sia diventata uno strumento operativo per chi siede a Palazzo Vecchio.
La Corte dei Conti lo dice direttamente, chiaramente, inequivocabilmente: vi è stata“carenza, nel rapporto fra amministrazione comunale e società Firenze Parcheggi, della valutazione circa un corretto assetto fra costi benefici” e, in sintesi, vi è stata quindi una“lesione del principio di buona amministrazione”(pag. 21); tutto questo, assieme alla mancanza di trasparenza, alla improvvisazione, alla approssimazione, è indice “di comportamento contrario al   buon andamento della Pubblica Amministrazione.”
La difesa dei tecnici e degli assessori è stata improntata alla giustificazione dell'operato sotto il profilo della necessità finanziaria (tesi smentita dai bilanci sempre in attivo), della volontà di aumentare i controllori della sosta per fare più multe (ma essi, osserva la Corte, si “ripagano da sè”, aumentando gli introiti delle sanzioni. Se così non fosse, le spiegazioni non possono essere che due: o i vigilini sono del tutto impreparati, inefficaci ed inefficienti, e quindi andrebbero casomai licenziati o redarguiti, oppure l'effetto deterrente ha avuto successo, i fiorentini non commettono più infrazioni e pagano regolarmente le soste, e quindi il risultato è quello sperato-dovuto-auspicato), dell'aumento delle spese (spese gestionali che la Corte non riesce a trovare da nessuna parte, mancando investimenti, costi e risultando del tutto assenti anche i corsi di formazione del personale), fino alla paradossale scusa di dover coprire un (inesistente) rischio imprenditoriale.
Scuse puerili, che la Corte smonta una per una, e che, rimarca, hanno solo portato alla maggior disponibilità per la parte privata della Firenze Parcheggi, che, senza aver fatto alcunchè se non mettere parte del capitale iniziale, si è trovata cospicui e improvvisi aumenti nella distribuzione dei dividendi.
Ma la autonomia di scelta - garantita dalla riformadel titolo V - della quale il municipio gode, gli permette di valutare opzioni diverse e diimporne alcune pur senza nessuna logica che non sia quella della volontà, e della finalità, politica.
È per questo che la Corte dei Conti non può, nonostante le aspre critiche al modus operandi degli accusati, chiedere la restituzione dell'intero danno (due milioni e sessanta tre mila euro) , e deve restringere la sanzione a soli 200 mila, da ricondursi alla assolutamente inspiegabile regalìa dei 0,50 € in più rispetto anche alle assurde pretese della partecipata s.p.a.
D'altronde, dice ancora la sentenza, spesso si è riscontrato che le due parti della trattativa erano, in definitiva, la stessa cosa, essendoci nel C.d.A. molti consiglieri comunali. E che, lo ripetiamo a costo di sembrare noiosi, la Firenze Parcheggi era (è) considerata uno strumento operativo (quindi, non autonomo, non indipendente) dalla giunta comunale del capoluogo toscano.
La nostra vicenda finisce qua, con 200 mila euro da ripartirsi tra una dozzina di persone, che, ne siamo sicuri, non ne soffriranno molto , e la cui posizione politica e professionale non ne sarà minimamente. Una sentenza pesantissima, che richiederebbe quanto meno le dimissioni immediate e l'abbandono della vita pubblica, ma che, come in Italia è ampiamente noto, ha avuto il solo effetto di infastidire per mezza giornata gli assessori e i tecnici in questione, che avranno fatto spallucce, sicuri della disinformazione e del conseguente disinteresse dei mezzi di stampa, dell’opinione pubblica vista e ormai accertata la latitanza assoluta dell'etica polita e civile.
La vicenda finisce, ma non la storia di Firenze Parcheggi. Come in alcuni film degli anni '80, brevi accenni al “cosa ne è stato” dei vari protagonisti, così, amaramente, dopo i titoli di coda.
Il bilancio: è passato dal largo attivo al brutale deficit di 800 mila euro nel 2006, fino al pareggio del 2007. Questo perchè nel 2005 le autorità europee hanno intimato all'Italia di applicare una normativa che impedisce ai privati di gestire la sosta di superficie (cioè impedisce di trarre arbitrario profitto dal suolo pubblico). Ora tale sosta è passata alla società SAS, ad intero patrimonio pubblico, mentre la F.P. gestisce solo i parcheggi sotterranei o a sylos.
Il presidente: prima era l'avvocato Francesco Brizzi, che è stato procuratore legale di Oriana Fallaci e che rappresentava Confindustria Firenze. Dopo il fallimento di quest'ultima, è stato sostituito dal PD Alessandro Lo Presti , ex assessore diessino alla Provincia, coinvolto - e salvato dal decreto mille proroghe - in una storiaccia di false firme elettorali
Le spese: non accennano a diminuire. Nel bilancio 2005, si trovano aumenti per le spese di rappresentanza (+71%), di godimento di beni (+22%) e dei compensi ai dirigenti (+68% rispetto all'anno precedente, alla faccia dell'inflazione controllata). Sempre riguardo al 2005, nel dettaglio, i compensi erano questi:
Presidente: € 42.000,00 lordi annui oltre il gettone di presenza previsto per i consiglieri.
Amministratore delegato: € 62.000,00 lordi annui.
Vice Presidenti: € 11.000,00 lordi annui ciascuno oltre il gettone di presenza.
Consiglieri: gettone presenza € 190,00 (residenti Comune Firenze) e ulteriore gettone di presenza per rimborso spese forfettario per coloro che risiedono fuori del Comune di Firenze di € 80,00
Gli investimenti: viste le necessarie ristrutturazioni dovute alla creazione della SAS, la Firenze Parcheggi è entrata ancor più nel gorgo dei famigerati project financing di Firenze Mobilità (un altro mostro politico-economico), e pare debba sborsare a favore di quest'ultimo la cifra di circa 2 milioni di euro entro il 2008. L'ultima opera, la terribile “zanzariera” di Piazza Leon Battista Alberti, è oggetto di feroci critiche(guardate il video-inchiesta sa questo link)

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