21/08/08

L’Ilva di Taranto non paga l’Ici da 13 anni


L’Ilva di Taranto è il più grande impianto siderurgico d’Europa, croce e delizia dei tarantini. Anni fa dava lavoro a 30 mila persone, ora il numero è ridotto a 15 mila.
L’Ilva emette nell’aria oltre il 10% di tutto l’ossido di carbonio prodotto in Europa. Nella storia dell’Ilva si contano 180 morti sul lavoro, 8 mila invalidi e circa 20 mila morti di cancro e leucemia.
L’Ilva di Taranto occupa una superficie tripla della città che la ospita e i due terzi del suo gigantesco porto. Con i suoi 250 chilometri di ferrovia interna e giganteschi altiforni, l’Ilva è il primo contribuente del comune di Taranto.
Tuttavia all’ufficio programmazione finanziaria economico patrimoniale i conti non tornano. L’Ilva dichiara di pagare 3 milioni e 600 mila euro annui di Ici, ma in realtà l’Ici non la paga da ben 13 anni, dal lontano 1995, anno in cui fu privatizzata con la vendita per 1.400 miliardi di lire all’imprenditore bresciano Emilio Riva.
Secondo le prime stime, su una base di 600 mila euro annui d’imposta, sommati ad altri 400 mila annui fra interessi e sanzioni, ha evaso 13 milioni di euro.
L’ammanco, di cui nessuno sa dare spiegazioni se non per una clamorosa dimenticanza, è un’onda delle tante che hanno distrutto i conti municipali e che hanno ingigantito il buco del comune, che ammonta a un miliardo e 200 milioni di euro, il più grosso dissesto della storia d’Italia. Ora, oltre al danno c’è pure la beffa poiché siccome dopo 5 anni il pagamento delle imposte cade in prescrizione, è praticamente impossibile recuperare i soldi perduti.
Dal 1995 ad oggi, al comune di Taranto si sono succedute ben 4 amministrazioni che non hanno vigilato. Una di Rifondazione e 3 di centrodestra. In particolare dal 2000 al 2006 a Taranto ha governato un’amministrazione capeggiata dalla sindaca Rossana Di Bello, berlusconiana fino al midollo, rinviata a giudizio con altre 32 persone per vari reati che vanno dal falso ideologico, abuso d’ufficio e truffa, alla corruzione elettorale aggravata da finalità di agevolazione mafiosa. Lei e la sua giunta sono i maggiori responsabili del crac finanziario del comune. A loro sta chiedendo spiegazioni la Corte dei Conti, assieme agli altri 330 inquisiti. Responsabili di essersi spartiti stipendi d’oro, scandali e bilanci falsi a ripetizione che hanno mandato in dissesto la città, di cui ne ha parlato tutto il mondo. Come detto, ci sarà ben poco da fare per colmare la voragine di soldi scomparsi. Troppo il lavoro, troppe croste da levare che hanno già lasciato segni indelebili a questa città dal nobile passato nella Magna Grecia.
Viene tuttavia da chiedersi come sia potuto accadere tutto ciò. Facile immaginare un sistema corrotto, coperto da una cappa protettiva che ha avuto l’effetto di privare i tarantini di tante risorse. Già perché attualmente i tarantini sono i più tartassati d’Italia, e il suo sindaco, il pidino Ippazio Stefàno, ricopre la carica senza percepire lo stipendio, Da quando si è insediato ha dato il via all’operazione trasparenza. E’ stata la sua giunta a far avviare gli accertamenti a carico dell’Ilva. Uno dei tanti che coinvolge questa città allo sbando. In questo caso si è scoperto che negli ultimi 20 anni all’Ilva non ci sono mai stati controlli fiscali.
Insomma, a Taranto ce n’è abbastanza per aprire i telegiornali dei prossimi 4 - 5 anni. Gli unici, ancora oggi, in grado di svegliare le coscienze di qualche tarantino e italiano indignato. Prima che la Di Bello venga ingaggiata da Marcello Dell’Utri a fare la relatrice in qualche circolo di buon governo…

Fonte articolo

Tags:
11 settembre,Ambiente,Costume e società ,Curriculum politici,Dicono di noi all'estero,Economia,Energia,Giustizia, Inchieste,Informazione,Iniziative,L'inizio, Mafia,Passaparola,PiazzaNavona,Politica, Rifiuti,Salute,Sicurezza,Sicurezza sul lavoro,Sostenibilità,Tangenti,Trattato di Lisbona,Video

Nessun commento:

Posta un commento

Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.