01/09/08

Intercettatemi!



Non ha funzionato. Il piano sembra aver fatto acqua da qualche parte. Ma non sarebbe la prima volta. I piani strategici di Silvio molto spesso non danno i frutti sperati.
Come quando si dannò per fare qualche favore qua e là a senatori del PD per portarli dalla sua parte, quando invece, chissà, magari bastarono i finanziamenti dati all'Udeur di Mastella e a Rinnovamento Italiano di Dini per portarli dalla sua parte!
Come quando annunciò ad alta voce l'inevitabile spallata al governo Prodi, provocando null'altro che lo sfaldamento della sua coalizione.

Questa volta il piano pubblicitario ricalca la stessa falsa riga dei precedenti. E anche il risultato sembra essere lo stesso. Un buco nell'acqua. Magari l'obiettivo lo raggiungerà comunque, come ha sempre fatto, ma non come pensava lui.

Ma partiamo con calma.
La procura di Bolzano da tempo porta avanti un'inchiesta per corruzione e riciclaggio sulla vendita dell'Italtel (allora appartenente all'IRI, istituto presieduto da Romano Prodi) alla Siemens avvenuta negli anni '90. Si ipotizza una possibile tangente da 5 milioni versata dalla Siemens alla Goldman Sachs (società dove hanno lavorato tempo fa Prodi e alcuni suoi consulenti nel governo) per favorire tale vendita al colosso tedesco delle comunicazioni.
Ma come accade spesso nelle intercettazioni, da un'indagini si finisce per scoprire dell'altro. E' una caratteristica di molte indagini e andrebbe ricordato a Berlusconi e ai suoi fedeli quando ipotizzano di circoscrivere le intercettazioni ai soli reati di mafia e terrorismo.

In ogni caso, Panorama riesce ad ottenere stralci di queste intercettazioni.
Cosa si legge sulle trascrizioni pubblicate dal settimanale di Berlusconi? Che Romano Prodi era impegnato a valutare se fosse possibile dare fondi per attività di ricerca scientifica al suo consuocero Pier Maria Fornasari, primario del Rizzoli di Bologna, e a dare una mano in via del tutto privata per alcuni affari economici ed imprenditoriali del nipote Luca.
Rilevanza penale? Assolutamente no. Lo dice Panorama stesso.

Cosa significa tutto questo, allora?
Semplicemente, il settimanale di proprietà dei Berlusconi pubblica intercettazioni a carico di Romano Prodi come fossero rivelazioni sensazionali, salvo scoprire che, almeno per il momento, non dicono nulla. Però tutti i quotidiani entrano nel trappolone e pubblicano la notizia in prima pagina.
Berlusconi non perde un solo istante di tempo ed esprime la sua totale solidarietà a Romano Prodi, punta l'accento sulla magistratura che intercetta tutti e non solo lui e ribadisce l'impegno a rendere ancora più restrittiva la legge sulle intercettazioni appena proposta.

La palla adesso sta al PD. Berlusconi sta già pregustando il momento in cui si leverà l'alzata di scudi contro le intercettazioni, in difesa di Romano Prodi, l'attacco all'uso indiscriminato delle intercettazioni e la proposta di collaborare ad una nuova legge che ne restringa notevolmente l'utilizzo.
Purtroppo per lui questo non accade. Non accade perché prima che Veltroni o altri del PD possano aprire bocca, c'è lo stesso Prodi (sempre PD) ad anticiparli.
"Nessun problema, intercettatemi pure", dichiara. E aggiunge: "Vista la grande enfasi e, nello stesso tempo, l'inconsistenza dei fatti a me attribuiti da Panorama non vorrei che l'artificiale creazione di questo caso politico alimentasse il tentativo, la tentazione di dare vita, nel tempo più breve possibile ad una legge sulle intercettazioni telefoniche che possa sottrarre alla magistratura uno strumento che in molti casi si è dimostrato indispensabile per portare in luce azioni o accadimenti utili allo svolgimento delle funzioni che le sono proprie".
"Da parte mia non c'è alcuna contrarietà al fatto che tutte le mie telefonate siano rese pubbliche".

Fine del piano. Per l'ennesima volta Prodi, senza alcun evidente ruolo politico attuale, ha fatto più opposizione a Berlusconi in una sola mossa di quanto ne abbia fatta Veltroni e l'intero PD negli ultimi mesi.
La dimostrazione? La dichiarazione di pieno sostegno a quanto detto da Berlusconi da parte di Antonio Polito, direttore del Riformista e senatore PD, e quella del ministro-ombra Lanfranco Tenaglia, in cui apre al confronto su norme più restrittive in tema di tutela della privacy, un modo politically correct di riferirsi a divieti di pubblicazione e arresti per gli autori.
Andrebbe spiegato a questi signori che quanto pubblicato da Panorama è già una violazione della legge, in quanto fanno riferimento a intercettazioni ancora secretate all'interno degli archivi della Procura di Roma e che, pertanto, costituisce reato da sempre.
Non c'è bisogno di nuove leggi. Basterebbe ricordarsi di quelle già esistenti.

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