Nel corso degli ultimi milioni di anni siamo passati dall'utilizzo dell'energia umana a quella meccanica ed elastica, attraversando quella animale, quella lignea, per arrivare al carbone. L'era del carbone è iniziata alla fine del '700 e si è conclusa nei primi anni '60, con l'avvento dell'Era del Petrolio. E adesso?
Sono entrato in possesso delle previsioni energetiche per i prossimi 150 anni.
L'utilizzo del petrolio andrà scemando, passando dal 38% del 2010 al 30% nel 2050. Il nucleare non farà molta strada: dall'attuale 5/6% forse salirà al 7%. Le energie rinnovabili come il solare, le biomasse, l'eolico, il geotermico.. Beh, non illudetevi: dall'8% attuale si guadagneranno circa il 12% che, intendiamoci, rappresenta pur sempre un incremento di oltre il 200% in termini di consumi globali soddisfatti, che nel frattempo saranno aumentati dagli 11 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio attuali - TEP- a quasi 20.
Ma c'è una fonta, una sola, della quale abbiamo ancora riserve per almeno 200 anni, e che tra gli anni '30 e gli anni '40 prenderà il sopravvento su tutte le altre. Sto parlando dell'Era del Gas Naturale. E da dove arriva quasi tutto il gas naturale che consumiamo in Europa? Ma dalla Russia, naturalmente! A meno che... non si costruiscano gasdotti che passano al di fuori del territorio sovietico. Diciamo, dalle parti della Georgia?
E allora parliamo della Georgia! In Italia arriva solamente una parte della storia. Arrivano immagini dei morti causati dalla Russia, a volte palesemente false come quelle della Reuters, ma nessuno parla dei 1600 morti caduti sotto il fuoco georgiano. Del resto, almeno tre quarti dei profughi censiti dalla Croce Rossa sono osseti, mica georgiani! Eppure non li vedete spesso in tv, vero? Come mai? Forse è meglio fare un passo indietro.
L'anno scorso, il presidente della Georgia ha ordinato ad alcune compagnie israeliane specializzate nella sicurezza circa un migliaio di consulenti militari, per addestrare le forze armate georgiane in tattiche da combattimento. Da Israele arrivano a Tbilisi anche soluzioni sull'intelligence militare e sulla sicurezza. Quindi dietro all'attacco georgiano in Ossezia si muove l'intelligence israeliana. Mosca aveva ripetutamente chiesto a Gerusalemme di cessare l'assistenza militare alla Georgia, cosa che ha messo in crisi le relazioni diplomatiche tra la Russia e Israele. Ma quali interessi può avere Israele da quelle parti?
Dal Mar Caspio parte il secondo oleodotto più lungo al mondo, chiamato BTC - Baku-Tbilisi-Ceyhan. Nel maggio 2005 da Baku ha cominciato a pompare petrolio che, dopo un viaggio di oltre un anno, lungo 1768 km, ha cominciato ad affluire in un porto a sudest della costa mediterranea turca. Da lì ad Haifa, l'oro nero è separato da un breve tratto di mare. Dopo che, in precedenza, Putin aveva rifiutato di portare gas nei porti israeliani,l'indipendenza della Georgia è una chiave fondamentale nella sopravvivenza in sicurezza dell'oleodotto, che bypassa completamente i territori russi.
Inoltre, la Russia ha bisogno di mantenere il controllo totale sul Mar Nero, per continuare ad esercitare il ruolo di monopolista del gas naturale nei confronti dell'Europa, liberandosi della scomoda Ucraina, e diventare così il nuovo OPEC del secolo a venire.
E l'Italia? Beh: mentre l'Europa sta finanziando Nabucco, un tubo lungo 3.400 Km che a partire dal 2010 porterò il gas naturale dal Mar Caspio fin nel vecchio continente, saltando a piè pari Russa e Ucraina allo scopo di affrancarsi così dal monopolio sovietico, l'Italia va in controtendenza. Il 18 gennaio 2008 l'ENI e Gazprom, sua omologa russa, hanno registrato in Svizzera la joint venture South Stream per la costruzione di un omonimo gasdotto che dalla Russia porterà il gas naturale direttamente in Italia. Questo rafforzerà la leadership sovietica nel campo energetico proprio mentre il resto del mondo cerca di indebolirla.
Chissà: sarà di questo che parlavano Berlusconi e Putin a Villa Certosa?
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