La microgenerazione elettrica solare ed eolica è arrivata a coprire un sesto del totale di elettricità prodotta al mondo. Ciò significa che in termini di diffusione su scala mondiale l’energia nucleare è in svantaggio. Il sorpasso è avvenuto nel 2006. Questo almeno secondo quanto riportato da Amory B. Lovins co-fondatore e direttore scientifico dell’istituto Rocky Mountain in Colorado ed ex consigliere di 19 capi di stato.
Quello che fa il nucleare - commenta Lovins - è sostituire il carbone, ma c’è un altro modo di combattere i problemi climatici a prezzi più bassi e più velocemente. Infatti per ogni dollaro speso in una nuova centrale nucleare - continua l’esperto - si ottiene una riduzione di emissioni nocive da 2 a 10 volte inferiore, tuttavia con tempi da 20 a 40 volte più lenti che se il dollaro fosse speso nell’uso efficiente di elettricità e nella microgenerazione.
L’esperto, in sintesi, si esprime a favore delle rinnovabili sottolineando come il loro mercato ormai non possa essere più definito come di “nicchia” e che già da tempo a Wall Street non si scommette più neanche un centesimo sul nucleare. Resta dunque inspiegabile, agli occhi di Lovins, il vento pro-nucleare che coinvolge l’Europa. Questa infatti è la prima volta nella storia in cui tutti i principali governi, eccetto la Germania, sono così in massa favorevoli a questo tipo di energia.
Il trend positivo delle energie rinnovabili, secondo Lovins, lo si può osservare dai maggiori aumenti avvenuti delle capacità generative (nel 2006 solo la microgenerazione ha aumentato la sua capacità produttiva tra le 30 e le 40 volte più del nucleare) e dagli investimenti. Alcuni dati infatti indicano che dal 2007 le energie rinnovabili hanno ricevuto negli Usa 71 miliardi di dollari di nuovi investimenti privati, mentre il nucleare zero.
Un esempio importante, sempre per quel che riguarda il 2007, arriva da tre stati: Spagna, Cina e Stati Uniti. Questi paesi insieme hanno aggiunto più capacità di generazione dal vento che in tutto il mondo energia nucleare. L’uranio ha il 2% del mercato mondiale della nuova capacità generativa, la microgenerazione circa il 35%, percentuale destinata a crescere in maniera esponenziale.
Via | Lastampa.itFonte articolo
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