01/09/08

L’agenda del regime fascio-piduista


In questo mese di settembre riprende la fascistizzazione dell’Italia col varo di leggi incostituzionali e liberticide.
Il dolo Alfano è servito soltanto all’unico imputato delle 4 alte cariche dello stato attuali: Silvio Berlusconi, che per il processo Mills rischiava una condanna di almeno 6 anni di carcere per corruzione in atti giudiziari.
Il dolo Alfano non è tuttavia valido per il cittadino inglese David Mills, coimputato in corruzione in atti giudiziari, per il quale il processo potrebbe concludersi entro ottobre con una condanna a 7 anni e mezzo, comportando il rischio che nella sentenza venga pronunciato il nome del suo corruttore, Silvio Berlusconi. Il gruppo di golpisti della maggioranza non si può permettere che il nome del sultano voli in aula. Che fare allora?
La soluzione sta nell’ultimo emendamento al “pacchetto sicurezza” inserito dalla ciurma ad personam di tessera loggia p2 1816 al nono comma dell’articolo 2-ter della legge di conversione del decreto riguardante il patteggiamento allargato, che permette all’imputato di confessare le proprie colpe fino al giorno prima della sentenza, nonostante lo Stato (cioè noi) abbia speso per anni soldi per consentire ai pm di indagare e stabilire le responsabilità degli imputati, cocciuti di non aver mai confessato prima.
Ebbene, David Mills potrebbe decidere di patteggiare ammettendo di essere stato corrotto da Berlusconi, provocando così una serie di effetti in quest’ordine:
a) patteggiando se la caverà col pagamento di una penale e non ci sarà sentenza che spiegherà ragioni di colpevolezza, quindi il nome di Silvio Berlusconi in aula non verrà mai pronunciato;
b) l’eventuale condanna a 7 anni e mezzo a Mills, si ridurrebbe a 2 e mezzo, in seguito allo sconto di un terzo (2 anni e mezzo) da sommare ai 3 anni sottratti per l’indulto. Col risultato che essendo la condanna inferiore ai 3 anni, David Mills, alla peggio sconterebbe la pena ai servizi sociali.
c) L’emendamento ad personam provocherà un effetto a catena su migliaia di altri processi in corso, dai quali si attende giustizia. Almeno per quegli imputati che hanno commesso reati condannabili fino a 7 anni e mezzo entro il 30 giugno 2002. Tutti potranno patteggiare e scampare il carcere allo stesso modo. Un secondo indulto insomma, che libera dalle galere rapinatori, corruttori, potenziali assassini e delinquenti che hanno commesso reati contro la Pubblica Amministrazione.
Morale: il pacchetto sicurezza garantisce impunità a migliaia di delinquenti per salvarne uno.
Tutto ciò senza contare la legge bavaglio sulle intercettazioni che sbatterà in galera i giornalisti che danno le notizie e i magistrati che indagano i politici mentre corrompono o si fanno corrompere.
Senza contare che bisognerà pur chiedersi dove andremo a prendere i 5 miliardi di dollari da regalare a Gheddafi nei prossimi 25 anni per costruirgli l’autostrada libica, quando in Italia siamo ingolfati e stretti come budelli, oltre che col più alto debito pubblico d’Europa.
L’accordo è stato raggiunto fra sorrisi e foto familiari portate dal piduista al colonnello che, oltre alle migliaia di immigrati disperati che partono dal suo paese, quando si alza storto ci spedisce pure qualche bomba via mare come accadde qualche anno fa a Lampedusa.
Una personcina a modo Gheddafi, che ricorda lo stalliere bombarolo Vittorio Mangano, uso pure lui agli avvisi al tritolo.
Del resto dovremmo saperlo tutti che il Cainano ha un debole per i bombaroli non è vero? Si salvi chi può.

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