[Le Monde]
Esulta Silvio Berlusconi: “Ho rispedito a casa Prodi e i comunisti, ho ingaggiato Ronaldinho per il Milan. Insomma, ho mantenuto tutte le promesse che avevo fatto prima delle elezioni”. A più riprese, il Presidente del Consiglio si è anche glorificato di aver risolto il problema dei rifiuti a Napoli - o almeno di averlo fatto sparire - e di aver trovato una soluzione 100% italiana per risanare la compagnia area Alitalia.
A poco meno di sei mesi dalla sua elezione, Berlusconi gode di una popolarità invidiabile (più del 50% di pareri positivi) e beneficia del trauma post-elettorale del centro sinistra. Eppure, l’Italia, come il resto d’Europa, soffre: il rialzo dei prezzi raggiunge il 4%, il divario Nord-Sud non smette di crescere, il peso della Pubblica Amministrazione soffoca lo Stato, la prospettiva di crescita si avvicina allo zero…
Per rimediare al “male italiano”, tre dossier, nei quali il presidente del consiglio si gioca meno il suo avvenire politico che la sua immagine di riformatore, sono sulla sua scrivania in questo rientro.
Il federalismo fiscale. E’ la “madre delle riforme”, dicono al governo. Voluto dall’alleanza populista di Berlusconi, la Lega Nord, questo progetto, che deve essere presentato al consiglio dei ministri a metà settembre, si fissa come obiettivo di avvicinare la fiscalità ai cittadini e di incitare le regioni a un maggior rigore nella loro gestione. In breve, queste potranno spendere unicamente ciò che guadagnano.
Per riuscirci, lo Stato prevede di attribuire una parte di risorse fiscali (l’imposta sul reddito e diverse tasse sull’abitazione) direttamente alle entità locali. Un sistema di ribilanciamento in corso di finalizzazione permetterebbe di cancellare le disparità, con le regioni più ricche (Nord) che riversano le loro eccedenze a vantaggio di quelle più povere (Sud).
Questo testo si accompagna ad un importante lavoro di ricerca di una sintesi tra il centro-sinistra e il centro-destra. Per essere adottato, dovrà sia ottenere una maggioranza di due terzi del Parlamento sia essere sottoposto a referendum.
La pubblica amministrazione e la scuola. Questo è cominciato con qualche articolo di giornale su alcuni funzionari sorpresi a timbrare il cartellino dei colleghi. Poi il tono è salito contro i fannulloni della pubblica amministrazione. Lo Stato italiano vuole ispirarsi al “modello francese”: riduzione degli effettivi e rivalutazione dei salari, riservando una parte dei risparmi prodotti a promozioni basate sul merito dei funzionari.
Questa politica conosce una prima applicazione nell’insegnamento. Circa 80 mila posti saranno soppressi in questa ripresa. Questa economia si accompagna ad una nuova distribuzione delle ore di insegnamento ritenuta più efficace e al ritorno del “maestro unico” nella scuola primaria. Tale politica di austerità per la scuola è stata preceduta da una impressionante campagna da parte della stampa nel corso della quale tutti i giornali italiani (o quasi) sono giunti alla conclusione che il sistema ha fallito, o per lo meno e’ inefficace.
La riforma della giustizia. Dopo aver fatto votare una legge che garantisce l’immunità penale alle quattro più alte cariche dello Stato (”non dovrò più passare i miei sabati con i giudici”, si è rallegrato in privato), Berlusconi vuole riformare il sistema giudiziario: desidera separare le carriere tra giudici e pubblici ministeri, introdurre dei criteri di “merito” per valutare il lavoro dei magistrati, e riformare il Consiglio Superiore della Magistratura per aumentarne il numero di membri eletti dal parlamento.
Questo progetto di riforma ispira ai suoi detrattori la più grande paura: vedono il rischio di un “ritorno al fascismo” o un modo per Berlusconi di occuparsi dei propri interessi. Lunedì 1 settembre, il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha incontrato il capo di Stato, Giorgio Napolitano, per rassicurarlo. Quest’ultimo ha fatto appello al centro-destra e al centro-sinistra per “lavorare insieme” sull’organizzazione della giustizia.
Altro progetto di Berlusconi: riservare le registrazioni telefoniche a disposizione dei giudici nei soli casi di terrorismo e mafia.
Fonte articoloEsulta Silvio Berlusconi: “Ho rispedito a casa Prodi e i comunisti, ho ingaggiato Ronaldinho per il Milan. Insomma, ho mantenuto tutte le promesse che avevo fatto prima delle elezioni”. A più riprese, il Presidente del Consiglio si è anche glorificato di aver risolto il problema dei rifiuti a Napoli - o almeno di averlo fatto sparire - e di aver trovato una soluzione 100% italiana per risanare la compagnia area Alitalia.
A poco meno di sei mesi dalla sua elezione, Berlusconi gode di una popolarità invidiabile (più del 50% di pareri positivi) e beneficia del trauma post-elettorale del centro sinistra. Eppure, l’Italia, come il resto d’Europa, soffre: il rialzo dei prezzi raggiunge il 4%, il divario Nord-Sud non smette di crescere, il peso della Pubblica Amministrazione soffoca lo Stato, la prospettiva di crescita si avvicina allo zero…
Per rimediare al “male italiano”, tre dossier, nei quali il presidente del consiglio si gioca meno il suo avvenire politico che la sua immagine di riformatore, sono sulla sua scrivania in questo rientro.
Il federalismo fiscale. E’ la “madre delle riforme”, dicono al governo. Voluto dall’alleanza populista di Berlusconi, la Lega Nord, questo progetto, che deve essere presentato al consiglio dei ministri a metà settembre, si fissa come obiettivo di avvicinare la fiscalità ai cittadini e di incitare le regioni a un maggior rigore nella loro gestione. In breve, queste potranno spendere unicamente ciò che guadagnano.
Per riuscirci, lo Stato prevede di attribuire una parte di risorse fiscali (l’imposta sul reddito e diverse tasse sull’abitazione) direttamente alle entità locali. Un sistema di ribilanciamento in corso di finalizzazione permetterebbe di cancellare le disparità, con le regioni più ricche (Nord) che riversano le loro eccedenze a vantaggio di quelle più povere (Sud).
Questo testo si accompagna ad un importante lavoro di ricerca di una sintesi tra il centro-sinistra e il centro-destra. Per essere adottato, dovrà sia ottenere una maggioranza di due terzi del Parlamento sia essere sottoposto a referendum.
La pubblica amministrazione e la scuola. Questo è cominciato con qualche articolo di giornale su alcuni funzionari sorpresi a timbrare il cartellino dei colleghi. Poi il tono è salito contro i fannulloni della pubblica amministrazione. Lo Stato italiano vuole ispirarsi al “modello francese”: riduzione degli effettivi e rivalutazione dei salari, riservando una parte dei risparmi prodotti a promozioni basate sul merito dei funzionari.
Questa politica conosce una prima applicazione nell’insegnamento. Circa 80 mila posti saranno soppressi in questa ripresa. Questa economia si accompagna ad una nuova distribuzione delle ore di insegnamento ritenuta più efficace e al ritorno del “maestro unico” nella scuola primaria. Tale politica di austerità per la scuola è stata preceduta da una impressionante campagna da parte della stampa nel corso della quale tutti i giornali italiani (o quasi) sono giunti alla conclusione che il sistema ha fallito, o per lo meno e’ inefficace.
La riforma della giustizia. Dopo aver fatto votare una legge che garantisce l’immunità penale alle quattro più alte cariche dello Stato (”non dovrò più passare i miei sabati con i giudici”, si è rallegrato in privato), Berlusconi vuole riformare il sistema giudiziario: desidera separare le carriere tra giudici e pubblici ministeri, introdurre dei criteri di “merito” per valutare il lavoro dei magistrati, e riformare il Consiglio Superiore della Magistratura per aumentarne il numero di membri eletti dal parlamento.
Questo progetto di riforma ispira ai suoi detrattori la più grande paura: vedono il rischio di un “ritorno al fascismo” o un modo per Berlusconi di occuparsi dei propri interessi. Lunedì 1 settembre, il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha incontrato il capo di Stato, Giorgio Napolitano, per rassicurarlo. Quest’ultimo ha fatto appello al centro-destra e al centro-sinistra per “lavorare insieme” sull’organizzazione della giustizia.
Altro progetto di Berlusconi: riservare le registrazioni telefoniche a disposizione dei giudici nei soli casi di terrorismo e mafia.
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