16/11/08

Gli inceneritori visti dai sindaci: il caso di Settimo Torinese

Sui fiumi di denaro che scorrono intorno alla costruzione ed alla gestione degli inceneritori è stato detto e scritto molto: in particolare, molto interessante può essere la lettura dell’articolo di Guido Viale, “Il piano della lobby degli inceneritori”, pubblicato su "Il Manifesto" del 18 agosto 2008.
Poco è stato invece detto e scritto sui vantaggi economici di cui possono godere le amministrazioni dei comuni nei quali gli inceneritori sono o verranno insediati, vantaggi che sicuramente non riguardano i loro Cittadini che, dagli inceneritori, al massimo possono ricevere una pioggia di polveri sottili.
Prendiamo il caso di Settimo Torinese, dove il sindaco Aldo Corgiat del PD e la sua Giunta, con un autentico colpo di mano, hanno deliberato di mettere il territorio del comune a disposizione per la costruzione del secondo inceneritore della provincia di Torino, senza che la cosa fosse minimamente citata nel programma elettorale sul quale lo stesso sindaco Corgiat è stato eletto (andate a leggerlo ora cliccando su "Aldo Corgiat Concretamente" così dopo, nel proseguire la lettura del presente articolo, vedrete che vi scapperà sicuramente da ridere, soprattutto ripensando a quanto ha avuto il coraggio di scrivere nei capitoli “La Democrazia” e “Ecosostenibilità”).
Come viatico in questo piccolo viaggio tra gli inceneritori visti con gli occhi (rapaci?) dei sindaci, ci avvaliamo dell’estratto da un articolo a firma della Consigliera comunale settimese Marta Rabacchi (Gruppo Misto, Sinistra Più), pubblicato sul giornale locale “La Nuova Voce” del 23 luglio 2008:
“(…) Per il 2008 e a tutt’oggi, le delibere consiliari non raggiungono il centinaio, circa duecento sono quelle della giunta municipale e (…) gli atti dirigenziali superano il migliaio. Spigolando tra questi ultimi è possibile farsi un’idea sulle conseguenze concrete di entrata e di spesa degli atti, spesso generici e onnicomprensivi, assunti dagli organi politici. Ad esempio, incasseremo 31 mila euro per sanzioni e interessi derivanti dalla vecchia Tassa raccolta rifiuti, ma ne rimarranno nelle casse comunali solo 15 mila, in ossequio alla decisione politica di riconoscere un aggio del 50% ad ASM (Azienda Servizi Municipali, il cui Consiglio di Amministrazione è di nomina politica, N.d.R.) per il lavoro di recupero evasione. Sempre ad ASM, integreremo di 33 mila euro la somma di 19 mila euro, già corrisposta nel 2007, per far fronte alle spese postali sostenute per la comunicazione delle multe o del loro annullamento, ve lo ricordate? Però, le multe ci sono costate salate, molto salate! (Eccome se ce ne ricordiamo: la vicenda delle multe pazze con le telecamere samaforiche settimesi ha avuto perfino l’onore degli altari televisivi di "Striscia la notizia“.
(…) Incasseremo 350 mila euro grazie alla discarica del fluff di Rio Martino, una bella sommetta, ma un niente se paragonata alle royalty dell’inceneritore, però corrisponderemo circa 350 mila euro a SEI (ASM) per gli edifici comunali che sono teleriscaldati.
Adesso tenetevi forte: trasferiremo 4 milioni di euro alla Fondazione per la Cultura (presumiamo che si tratti della “Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana, nel cui Consiglio Generale c’è un certo sig. Aldo Corgiat, con l’impegno di aggiungerci ancora 300 mila euro, e dalla Fondazione incasseremo mille euro per il riscaldamento della biblioteca multimediale della scuola Calvino. Però che botta! (…)”.
Dalla lettura di quanto sopra esposto possiamo trarre alcune sommarie deduzioni:
· che il comune di Settimo Torinese non è nuovo nel ricorrere alle compensazioni ambientali quale forma di finanziamento per il proprio bilancio, essendoci il precedente della discarica del “fluff” (ossia del residuo macinato delle automobili in demolizione), per cui le compensazioni relative all’inceneritore si inseriscono in una tradizione politico-amministrativa consolidata (e adesso cominciate pure a ridere, se non lo avete già fatto, ripensando a cosa avete letto, seguendo il nostro precedente consiglio, nel programma elettorale 2004 – 2009 del sindaco Corgiat);
· che se il comune di Settimo Torinese percepirà dei quattrini a titolo di compensazione ambientale per la costruzione dell’inceneritore, è del tutto evidente che dal camino dell’inceneritore stesso non uscirà un benefico balsamico al profumo di ginepro;
· che la somma di tali compensazioni è ben superiore ai 350.000 euro elargiti per la discarica del fluff, per cui l’impatto ambientale della tanto contestata discarica, al confronto con quello dell’inceneritore, è una bazzecola;
· che a Settimo Torinese la politica locale vende il territorio e la salute dei Cittadini per finanziare, di fatto, i suoi “giri”;
· che per i suddetti Cittadini, visto il decisionismo da Podestà del Sindaco e della sua giunta, parrebbe non esserci altra alternativa che stare alle finestre e respirare le nanoparticelle che escono dal camino dell’inceneritore (vedi: “Che cosa sono le nanopatologie, di Stefano Montanari, da www.nanodiagnostics.it”); tuttavia, contrariamente a quanto accadeva ai tempi dei Podestà, a Settimo Torinese l’anno prossimo, per fortuna, si vota;
· che, in generale, un programma politico-amministrativo comunale improntato sulla rivoluzione della decrescita deve necessariamente inserire, tra i suoi punti, quello di “liberare” il bilancio dell’ente locale dalle entrate relative alle compensazioni ambientali e agli oneri di urbanizzazione, con le quali si finanziano i clientelismi collegati alle oligarchie locali.Sapendo come funziona la politica oggi in Italia, abbiamo buoni motivi per pensare che la via di Settimo Torinese all’inceneritore possa essere applicata, per analogia, anche ad altri comuni italiani interessati da tale tipo di insediamento, per cui potrebbe essere molto utile, per chi si trova costretto a confrontarsi con tali realtà, andare a “spigolare” tra i conti del proprio comune e dare debita informazione ai propri concittadini in merito ai risultati ottenuti.

Maurizio Gasparello
Tratto da europadeipopoli.org

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