Nel video una vivace, civile e simpatica contestazione al neo presidente abruzzese Gianni Chiodi e al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in visita a Pescara, durante il suo show circense.
Non c'è che dire. E' di sicuro un ottimo regalo di Natale del tutto inaspettato. Il sindaco dimissionario (ma forse no) di Pescara, Luciano D'Alfonso, ha ottenuto la rimozione dell'ordinanza degli arresti domiciliari, ma, regalo ancora più grande e inatteso, l'annullamento della grandissima parte delle accuse mossegli dal pm di Pescara Nicola Trifuoggi.Sembrerebbe un fatto di normale amministrazione, ma in realtà questo evento racchiude in sé molte riflessioni che in tanti troppo spesso evitano di fare.
Innanzitutto si è avuta la dimostrazione, ancora una volta, di quanto peso abbiano le notizie da "ultim'ora" e di quanto esse possano trasformare la realtà dei fatti con estrema semplicità. A leggere le prime pagine dei siti on-line di oggi la faccenda viene descritta come un gigantesco errore di valutazione del magistrato inquirente e D'Alfonso assume il ruolo del politico innocente perseguitato.
Le cose però non stanno esattamente così: sono cadute le traballanti accuse relative a tangenti, concussione, abuso d'ufficio, ma resta intatta quella di finanziamento illecito al partito ("La Margherita" nel 2006), che potrebbe nascondere al suo interno un caso di corruzione valido quanto quelli decaduti.
Allo stesso modo, l'avviso di garanzia e l'ordinanza di arresti domiciliari pervenuti la scorsa settimana, avevano fatto di lui un politico marcio, un degno esponente di una casta corrotta e legata ai poteri forti. La "cupola abruzzese". Prima ancora dell'inizio del processo. Alla faccia della presunzione di innocenza.
La realtà dei fatti è che Luciano D'Alfonso non è innocente oggi così come non era colpevole ieri. Siamo un paese che è arrivato all'illuminismo un po' tardi, ma certo è che ci siamo arrivati e che, con esso, abbiamo stabilito il principio del giusto processo. Ma in questo paese le sentenze finali non contano più nulla: l'innocenza o la colpevolezza di una persona vengono decise mesi e mesi prima da reti televisive e quotidiani locali e nazionali. E anche i blog (approfitto per fare una parziale autocritica), in questo senso, danno spesso il loro cattivo contributo...
Un'altra cosa che abbiamo imparato da questa vicenda, per nulla conclusa, è che l'arresto assume un'importanza mediatica mille volte maggiore di un'accusa. Fa più effetto, ed in base ad un evento di questo genere si può decidere la carriera di un esponente politico.
Luciano D'Alfonso in meno di 2 anni è stato raggiunto da ben 4 avvisi di garanzia. Quello della settimana scorsa era l'ultimo di una breve ma consistente serie di vicende legali ancora tutte aperte. E finora queste accuse erano state ignorate con sufficienza dall'opinione pubblica generale.
Ma è sufficiente un provvedimento d'arresto per cambiare tutto.
E non importa che l'arresto sia finalizzato solo ad evitare un possibile inquinamento di prove. Un arrestato diventa automaticamente colpevole.
Infine, un ultimo messaggio importante quanto gli altri è rivolto ai sostenitori dell'operato della magistratura "ora e per sempre", così come al nemico giurato dei giudici e della giustizia Silvio Berlusconi.
I magistrati non sono infallibili. Trifuoggi, De Magistris, Forleo possono essere eroi civili così come magistrati incompetenti. Alcuni magistrati sbagliano e operano con sufficienza tanto quanto fanno molti politici, cittadini ed esseri umani in genere. La verità e la giustizia non risiedono necessariamente nella mente di un pubblico ministero così come in quella di un indagato.
Allo stesso modo, questa faccenda ha dimostrato che le congetture sconclusionate del nostro Sire, non hanno alcun fondamento, che tra magistrati inquirenti e giudicanti non è detto che corra necessariamente buon sangue e che, oltre che a darsi del lei, spesso un magistrato giudicante si oppone alle richieste di un pubblico ministero quando reputa giusto farlo.
E' la giustizia Silvio! E, anche se claudicante, di tanto in tanto riprende a camminare.
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