Prima erano solo voci. Sia nell'ambiente giornalistico che in quello "civile" si è sempre discusso del ruolo oscuro di Giuseppe D'Avanzo, cronista di giudiziaria di Repubblica. Chi diceva che fosse in stretto contatto con i Servizi Segreti, chi che fosse semplicemente un oscuro giornalista con gli amici giusti. Per uno come me che coglie i dettagli, le sfumature, non mi rassicura molto, per esempio, che su internet non esistano foto di D'Avanzo. Una cosa insignificante ma strana per un giornalista di quella caratura, così in vista. Come se deliberatamente volesse rimanere "segreto", come se qualcuno ripulisse il web da eventuali ed inevitabili sue immagini. Dopo il suo pezzo su Repubblica in cui non ha fatto altro che ripetere grossolanamente senza analizzare tutte le accuse che la Procura di Catanzaro e il Csm avevano mosso a Luigi De Magistris, io ho le idee molto, molto più chiare. A colpirmi è stato l'attacco scomposto e dilettantistico scagliato contro l'ex pm di Catanzaro, De Magistris, definito
"inadeguato a dimostrare le accuse", e contro il consulente informatico più richiesto e apprezzato d'Italia, Gioacchino Genchi, definito
"misterioso e discusso consulente tecnico, forse il vero dominus delle inchieste calabresi". Dico solo che in questo caso D'Avanzo arriva tardi: nel diffamare Genchi si mette mestamente in coda proprio a Lino Jannuzzi, che tempo fa su Panorama aveva attaccato Gioacchino Genchi, vice questore aggiunto in aspettativa non retribuita, con toni chiaramente diffamatori e della stessa portata. C'è proprio un affinità inedita tra i due giornalisti. Il dott. Genchi, che si è sempre distinto per la pacatezza e per il silenzio e per la riservatezza che contraddistingue il suo lavoro, ha fatto intuire di aver già avviato le procedure per sporgere querela contro D'Avanzo, in quanto i suoi scritti hanno un chiaro intento delegittimante e non meramente critico. Come se quegli articoli facessero parte di una strategia, aggiungo io. Non essendo Genchi vice direttore di Repubblica, non ha potuto fare altro che intervenire tramite il suo blog, che non a caso si chiama
Legittima Difesa:
Cari amici, a distanza di un anno – quasi fosse una coincidenza – i corvi che gracchiano ancora intorno ai Palazzi di Giustizia mi hanno costretto a ritornare sul mio blog.Mi scuso e ringrazio i tanti amici, i colleghi ed i giornalisti democratici che mi hanno chiamato, scritto e-mail, o che hanno tentato di chiamarmi ed ai quali non ho potuto rispondere e non potrò rispondere.A breve mi farò sentire e mi leggeranno in molti, anche quelli che scrivono a sproposito, solo perché ho avuto la ventura di imbattermi in qualche amico loro ...A presto, quindi.Gioacchino GenchiE proprio ieri, come Genchi copia/incolla sul suo sito dedicandolo a Bianconi e D'Avanzo, arriva un ennesimo schiaffo a quelli come loro:(AGI) - Palermo, 9 dic. - La prima sezione della Corte d'Assise di Appello di Palermo ha condannato all'ergastolo Salvatore Bagliesi, un agricoltore di Partinico imputato del duplice omicidio di Francesco Paolo Alduino e Roberto Rossello, uccisi a Partinico (Palermo) il 10 aprile del 1999. In primo grado Bagliesi era stato assolto. Determinante per risalire alla responsabilita' dell'imputato e' stata una perizia del super esperto informatico Gioacchino Genchi, che ha accertato che la mattina del delitto, cosi' come aveva sostenuto il pentito Michele Seidita, Bagliesi si trovava nella zona in cui fu commesso il duplice omicidio.In chiusura una battuta. Un mio amico dell'Arma dei Carabinieri con cui ho parlato qualche ora fa ad una mia domanda su D'Avanzo mi ha risposto:
"forse dovrei chiamarlo collega".Fonte articolo
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