Non è tanto il patto di stabilità, dunque, a preoccupare il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ma il mercato finanziario. La politica economica italiana deve essere dettata dalla ''prudenza'' perché ''il nostro Paese ha il terzo debito pubblico del mondo e questo debito sarà in competizione con le emissioni crescenti fatti da altri Paesi a sostegno delle ricapitalizzazioni bancarie''.
Per mantenere la credibilità sul mercato finanziario, avverte dunque il ministro dell'Economia, "l'impegno, non dico del governo, ma della Repubblica italiana è di non aumentare il debito".
Considerazioni preoccupanti, che si traducono in allarme con le affermazioni del ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Nello spiegare che non esistono dissidi con il suo collega all'Economia, Sacconi aggiunge di essere anche lui "preoccupato per il rischio di default del Paese. E c'è - ha proseguito - qualcosa di peggiore della recessione che è la bancarotta dello Stato, una ipotesi improbabile ma comunque possibile". Parole non certo tranquillizanti, tanto che poco dopo il ministro corregge il tiro, precisando in una nota: "Non ho mai detto che può esserci un rischio di tale natura. Sono costretto a intervenire dalla disinvoltura con cui alcuni hanno interpretato una considerazione più volte ripetuta circa la necessità di tenere alto il livello di guardia sul debito pubblico, attribuendomi addirittura un presunto 'rischio bancarotta'".
Sacconi, nel corso del suo intervento, ha anche sottolineato: "Non possiamo permetterci neanche lontanamente che vada deserta un'asta pubblica di titoli di Stato. Ci sarebbe una carenza di liquidità per pagare pensione e stipendi e faremmo come l'Argentina".
La reazione del Pd non si è fatta attendere: "Quanto affermato dal ministro Sacconi è segno di assoluta irresponsabilità: manifestare preoccupazione per un rischio di default per il nostro paese è di una gravità inaudita", afferma Michele Ventura, ministro dell'attuazione del programma nel governo ombra del Pd, che attacca: "un allarme di bancarotta dello stato può avere infatti pesanti ripercussioni proprio sulla questione della fiducia che invece il governo dovrebbe trasmettere al paese e ai mercati internazionali".
"Per fortuna che per il governo i pessimisti eravamo noi. Se l'ottimismo invece è quello del ministro Sacconi, allora c'è poco da stare allegri" gli fa eco Andrea Orlando, portavoce del Pd. "Sacconi - continua Orlando - di fatto, smentisce le affermazioni di Tremonti secondo il quale la finanza pubblica era stata messa al sicuro con la manovra finanziaria di luglio e, soprattutto, conferma le ragioni della nostra richiesta. Serve, infatti, una svolta nella politica economica, una seria proposta per affrontare la crisi che vada ben al di là degli spot che quotidianamente diffonde il governo".
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