05/01/09

Il pd applaude anche in manette


Le manette al presunto sindaco corrotto non fermano l’applauso

“Il tribunale del riesame ha mantenuto le ipotesi di reato. Si capirà meglio leggendo le motivazioni quando saranno depositate”. E’ il procuratore capo di Potenza, Giovanni Colangelo a difendere l’inchiesta del suo pm Henry John Woodcock, che ha chiesto l’arresto del deputato del Pd Salvatore Margiotta negato dalla casta. “L’ho visto lavorare con grande impegno, onestà intellettuale e professionalità” nell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate per gli appalti legati all’estrazione di petrolio in Basilicata.
È vero che i giudici del riesame hanno annullato la richiesta dei domiciliari per Margiotta, lasciando alle manette i 5 indagati che hanno restituito ai proprietari i beni mobili e immobili per 50 milioni di euro di valore. Ma è anche vero che sono confermati i gravi indizi sull’ipotesi di una vera e propria associazione a delinquere.
Il tribunale del riesame conferma tutte le ipotesi di corruzione, concussione e turbativa d’asta per l’amministratore di Total Italia, Lionel Levha, i dirigenti Roberto Francini e Roberto Pasi, l’imprenditore Francesco Rocco Ferrara e Ignazio Tornetta, sindaco di Gorgoglione (MT).
Mercoledì 7 gennaio, davanti allo stesso gip che ha firmato l’ordinanza di Woodcock, si discuterà se sospendere per 2 mesi ogni attività della Total Italia. Woodcock, in un filone parallelo, contesta all’imprenditore Ferrara anche l’associazione a delinquere finalizzata alla detenzione e allo spaccio di droga. I giudici hanno annullato, anche qui, l’associazione, ma hanno lasciato l’accusa stupefacenti.

Ebbene, di fronte alle conferme la casta del partito democratico prosegue nel suo folle processo di riabilitazione di arrestati, indagati e presunti tangentari.
Luigi Manconi sull’Unità difende Ottaviano Del Turco assieme al quotidiano di partito Europa, che chiede conto dell’inchiesta abruzzese.
Del Turco, dopo la solidarietà ricevuta da Silvio Berlusconi, ha dalla sua parte pure l’ex presidente del Senato Franco Marini. Che dice di aver “maturato forti ripensamenti sull’inchiesta perché i dubbi ricadono sulla sua fondatezza.” Marini si chiede dove siano i soldi finiti a Del Turco e quali sarebbero le prove che lo inchiodano. Ma deve aver dimenticato le valigette piene di milioni di contanti che sarebbero arrivate nella villa di Collelongo dell’ex governatore abruzzese, da parte dell’imprenditore della sanità Angelini.

Purtroppo Marini sbraita prima del tempo “la caccia giudiziaria contro il Pd”. La scarcerazione del segretario regionale veltroniano Luciano D’Alfonso, a Pescara, l’ha convinto che ci sia “troppa leggerezza nelle indagini” e che “queste vicende provocano perdita di fiducia dei cittadini verso le istituzioni gettando discredito sulla stessa magistratura.” Da qui l’esigenza di una “riforma della giustizia ineludibile” per un sano confronto col Pdl. Col quale la fusione è ormai sancita senza mezzi termini. Pd-Pdl sono un tutt’uno. Altro che il pd consegnato a Di Pietro! Il pd ha le mani alzate a Berlusconi e davanti alle procure, che agli occhi di Sergio Chiamparino paiono come “la conseguenza della debolezza politica del pd che implica difficoltà a reagire davanti agli assalti della magistratura.

Gli fa eco il ministro ombra Lanfranco Tenaglia sostenendo che “la riforma della giustizia è necessaria perché è terribile aver scarcerato il sindaco di Pescara soltanto dopo le sue dimissioni. In questo modo - secondo Tenaglia - passa l’idea che un magistrato possa decidere chi debba o meno far politica”.

Di fronte a questo squallido quadro i pidini rimasti non fanno che applaudire, applaudire e applaudire. Prima di una qualunque sentenza condannano i magistrati! Trasformando in un’omelia funebre tutto il pd.

Fonte articolo

Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.
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