Ieri (12 febbraio 2009), il Corriere della Sera ha pubblicato un lungo ed importante articolo di Giulio Tremonti dal nome "Le patologie del mercato ed il Piano di Obama ", vertente sulla crisi attuale, analizzata e divisa in quattro categoria di problemi che, secondo il ministro, avrebbero generato sette diversi mostri.
Personalmente credo poco nelle categorizzazioni ed ancora meno nella suddivisione in 7 mostri.
Si poteva parlare, altrettanto bene di 12 piaghe o di 4 cavalieri...
Il punto è, ovviamente, che sono solo aspetti dello stesso malvagio Moloch a cui dovremmo sacrificare, con un inconsulto gesto autodistruttivo, non solo il nostro passato ( sotto forma di risparmi) ed il nostro presente (sotto forma di tenore di vita, posto di lavoro e abitazioni) ma anche il nostro futuro, sotto forma di IMMANI DEBITI che in tutti gli stati ( meno, curiosamente, l'Italia) vengono assunti dagli Stati Nazionali per tenere a galla una nave fallatissima.
Tremonti afferma, sta diventando un luogo comune, anche se i soliti quattro bischeri lo dicono da qualche tempo, che i problemi non si possono risolvere con gli stessi metodi che li hanno creati.
Che non è una buona idea cercare di salvare un drogato con ulteriori dosi, ancora più forti, della droga che già gli ha fatto tanto male.
Che bisogna pensare a qualcosa di nuovo, perchè, nelle sue parole il settimo mostro è ingestibile ed imbattibile:"il settimo ( mostro):i derivati, simbolo della finanza deviata. I derivati nel loro crescente importo sono 12,5 volte il Pil del pianeta. L' importo netto è stimato inferiore, tra i 50 e i 25 trilioni di dollari (il Piano Obama è atteso per meno di 1 trilione!). E tuttavia, lordo o netto che sia l' importo, quello generato dai derivati è un diffuso, indecifrabile, pervasivo rischio di controparte, tale da configurare quello che si definisce come «rischio incalcolabile»"
E poi saremmo noi i catastrofisti!
Ma allora cosa si dovrebbe fare?
Ecco che la vecchia volpe tira fuori il suo armamentario, tra i merletti e l'arsenico ( frecciatine e critiche, velate quanto velenose) della sua prosa, e finalmente propone la sua ricetta:
siccome l'economia reale non è in grado di gestire senza collassare questo peso enorme, queste scorie tossiche che già l'avvelenano e presto la ucciderebbero, ecco che bisogna salvare il salvabile.
Sempre nelle sue parole:"Salvare tutto è missione divina. Se si pensa di salvare tutto, con l' ultima istanza dei governi, con i debiti pubblici, finisce che non si salva niente e si perdono alla fine anche i bilanci pubblici. Salvare il possibile è invece missione politica. La forma di pensiero da applicare in questa prospettiva è nuovissima e, anzi, vecchissima, è insieme secolare e sapienziale. È quella biblica: sabbatica o giubilare. E consiste nel separare il bene dal male. Salvare le famiglie, le industrie, la parte delle banche autenticamente funzionale per lo sviluppo. Separare il resto, immettendolo in veicoli ad hoc, Il nome tecnico può cambiare: bad bank o chapter 11, ma la sostanza è la stessa, chiusa in una formula di radicale separazione del bene dal male, del funzionale dallo speculativo."
Capita la sostanza, dietro la prosa elegante?
Si tratta di salvare l'economia reale, il vostro presente, a spese di due cose:
1) Il vostro passato, ovvero: i vostri risparmi (per comprare quella ENORME mole di titoli e ficcarli in una scatola sterile e separata dalla economia, anche ad una frazione del loro valore, sarà necessaria una ENORME iniezione di denaro pubblico, visto che non è credibile che vi siano molti risparmiatori, privati o istituzionali che si sentano di correre il rischio di investire in questi tioli, a nessun prezzo. Questa iniezione, insieme alla necessità di mantenere i paesi competitivi, determineranno una bella inflazione galoppante (anche se la lotta con la contemporanea deflazione per diminuzione dei consumi non sarà immediatamente vincente lo sarà comunque sulla distanza, questione di dimensioni delle rispettive leve) con conseguente erosione del valore reale dei risparmi, ovvero del vostro PASSATO economico.
2) Il vostro futuro, ovvero: gli ENORMI debiti contratti dallo stato dovranno essere in qualche modo ripagati ( a meno di non inserire tra i titoli tossici anche quelli di stato, in purissima salsa argentina) e saremo noi ( o i nostri figli e nipoooooooti) a doverlo fare, forse dovendo rinunciare a servizi irrinunciabili.
Sicuramente digerendoci una bella polpetta avvelenata, servitaci silenziosamente e con stile, ringraziando oltretutto il cielo della opportunità concessaci.
Credete che sia una mia illazione?
Oh, no, non direi: è esattamente quello che intende, e proporrà OGGI durante il G7, capite bene, il nostro ministro.
Cos'altro potrebbe intendere affermando che sarebbe necessario:"stabilire una moratoria di tassi e di tempi, sterilizzare i relativi valori nei bilanci."?
In soldoni, per quello che può capire un tapino come il sottoscritto, si tratta di svalutare i "titoli tossici" (ovvero i crediti difficilmente esigibili ed altre schifezze finanziarie varie) al valore di acquisto da parte degli stati, o degli istituti centrali ( probabilmente un decimo del valore di "targa") e diluirli su tempi geologici ( ad esempio 50 anni).
Peggio per chi si ritrova con un titolo cartaceo svalutato e quasi inesigibile, ovvero con la polpetta avvelenata( e bollente) nel piatto.
Siccome questo comporta, con ogni probabilità, che gli stati diventino nel processo i principali azionisti delle banche, ci sarebbe da fare un passo ulteriore, che porterebbe solo vantaggi per i singoli cittadini, che è insieme rivoluzionario ovvio ed antico, un uovo di Colombo che ha già dimostrato di funzionare.
Se le banche sono dello stato e i suoi azionisti sono quindi i cittadini il migliore tasso passivo ( ed attivo) deve essere offerto ai suoi cittadini, con lo stato che presta direttamente il denaro ai cittadini, anziche' chiederlo in prestito agli istituti centrali che glie lo prestano ad un interesse, che i cittadini dovranno direttamente o indirettamente pagare.
In questo modo si può controllare ni modo efficace sia il circolante che i beni posti a garanzia (che sono appunto i beni dei cittadini stessi).
Si ottiene una moneta granitica e le migliori condizioni finanziarie possibili per i cittadini e le imprese, che di conseguenza sono incentivati ad osare ed ad investire per fare ripartire l'economia.
Baggianate?
Può essere ma, come abbiamo già ricordato, la cosa ha già dimostrato di funzionare egregiamente e per decenni. ...certo: le banche private non hanno più grandi motivi di esistere e perdono buona parte della loro redditività
Coraggio, ministro Tremonti, il coraggio delle idee ( la massima parte delle quali NON condivido, intendiamoci) non le manca, la capacità di capire cosa funziona e cosa no, neanche.
Uno sforzino e ci siamo...
A proposito di sforzini: un bell'aggiornamento al suo sito internet , fermo da dieci mesi, non guasterebbe, specialmente per uno che dell'efficienza ha fatto la sua bandiera.
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