Ricordo ancora oggi la prima volta che lessi la Costituzione Italiana. Avevo 13 anni e frequentavo la terza media. La casa editrice che pubblicava il mio libro di testo di storia aveva avuto la malsana e bolscevica idea di pubblicare nelle ultime pagine una versione integrale della carta costituzionale.
Pensavano fosse utile educare i ragazzini sin da giovani ai principi fondamentali della nostra Repubblica. Strane idee per tempi diversi.
La mia maledetta, insurrezionalistica e anti-patriottica curiosità mi spinse da subito a darle un'occhiata e così, barcamenandomi tra frasi meno astruse del previsto, appresi il principio della democrazia diretta, la possibilità del popolo di agire direttamente sulle leggi del governo: il referendum.
Una delle più celebri (e ancora attuali) consultazioni referendarie è stata senza dubbio quella del 1987, quando gli italiani si schierarono nettamente contro la produzione di energia nucleare nello stivale. Si proibiva addirittura all'Enel di partecipare alla costruzione di centrali all'estero.
Solo con il tempo compresi che quelle frasi scritte in fondo a quel libro di storia, per quanto moderne e rivoluzionarie, erano destinate a rimanere solo parole vuote.
L'ho capito più e più volte, non senza amarezza. Tra le tante occasioni, il 30 novembre 2007, quando l'ENEL decise di stipulare un contratto con l'EDF (l'ente energetico nazionale francese) per la partecipazione al 12.5% della costruzione di una nuova centrale nucleare francese, alla faccia dei referendum e del popolo italiano.
Non paghi di questo smacco, lo scorso giugno si è esposto in fretta e furia il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, annunciando la costruzione di nuove, costosissime ed inutili centrali nucleari in Italia, da inaugurare per il 2020.
Ma i colpi fatali alla Costituzione non erano terminati qui. Bisognava aspettare il 24 febbraio 2009, oggi, per assistere all'incontro tra (Berlusconi, Sarkozy e Putin). Una stretta di mano, qualche gara amichevole a chi è più autoritario e dispotico (in cui Sarkozy avrà raccontato di azzardate frecciatine ai giornalisti scomodi e Berlusconi delle epurazioni dalla RAI, gara vinta da Berlusconi per KO dell'avversario) ed ecco l'ultima beffa alla volontà popolare: due dei tre più grandi megalomani del pianetaquattro centrali nucleari da costruire in Italia dalla coppia ENEL/EDF nei prossimi anni.
Una volta c'era la volontà popolare. O nel caso peggiore il Parlamento. Ora c'è solo lui, l'uomo solo al comando.
"Modernità", "Risparmio", "Adeguamento all'Europa" e "Futuro" le parole d'ordine della scelta nucleare del nostro Sire. Parole mai tanto stupide ed inappropriate...
Questa è l'Europa nucleare ai giorni d'oggi: 151 reattori distribuiti in 68 centrali. 16 paesi che producono in casa energia nucleare.
Pensavano fosse utile educare i ragazzini sin da giovani ai principi fondamentali della nostra Repubblica. Strane idee per tempi diversi.
La mia maledetta, insurrezionalistica e anti-patriottica curiosità mi spinse da subito a darle un'occhiata e così, barcamenandomi tra frasi meno astruse del previsto, appresi il principio della democrazia diretta, la possibilità del popolo di agire direttamente sulle leggi del governo: il referendum.
Una delle più celebri (e ancora attuali) consultazioni referendarie è stata senza dubbio quella del 1987, quando gli italiani si schierarono nettamente contro la produzione di energia nucleare nello stivale. Si proibiva addirittura all'Enel di partecipare alla costruzione di centrali all'estero.
Solo con il tempo compresi che quelle frasi scritte in fondo a quel libro di storia, per quanto moderne e rivoluzionarie, erano destinate a rimanere solo parole vuote.
L'ho capito più e più volte, non senza amarezza. Tra le tante occasioni, il 30 novembre 2007, quando l'ENEL decise di stipulare un contratto con l'EDF (l'ente energetico nazionale francese) per la partecipazione al 12.5% della costruzione di una nuova centrale nucleare francese, alla faccia dei referendum e del popolo italiano.
Non paghi di questo smacco, lo scorso giugno si è esposto in fretta e furia il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, annunciando la costruzione di nuove, costosissime ed inutili centrali nucleari in Italia, da inaugurare per il 2020.
Ma i colpi fatali alla Costituzione non erano terminati qui. Bisognava aspettare il 24 febbraio 2009, oggi, per assistere all'incontro tra (Berlusconi, Sarkozy e Putin). Una stretta di mano, qualche gara amichevole a chi è più autoritario e dispotico (in cui Sarkozy avrà raccontato di azzardate frecciatine ai giornalisti scomodi e Berlusconi delle epurazioni dalla RAI, gara vinta da Berlusconi per KO dell'avversario) ed ecco l'ultima beffa alla volontà popolare: due dei tre più grandi megalomani del pianetaquattro centrali nucleari da costruire in Italia dalla coppia ENEL/EDF nei prossimi anni.
Una volta c'era la volontà popolare. O nel caso peggiore il Parlamento. Ora c'è solo lui, l'uomo solo al comando.
"Modernità", "Risparmio", "Adeguamento all'Europa" e "Futuro" le parole d'ordine della scelta nucleare del nostro Sire. Parole mai tanto stupide ed inappropriate...
Questa è l'Europa nucleare ai giorni d'oggi: 151 reattori distribuiti in 68 centrali. 16 paesi che producono in casa energia nucleare.
Questa che segue, invece, è l'Europa nucleare tra circa 15 anni: 28% di centrali in meno e solo 9 stati nucleari, tra cui 5 modelli di virtuosismo quali Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria.
I paesi più all'avanguardia abbandonano il nucleare, perché costoso, per nulla sicuro, poco produttivo e decisamente poco utile al raggiungimento dei parametri virtuosi del protocollo 20-20-20. Paesi come la Germania, la Spagna, la Svezia, l'Olanda e il Belgio e tanti altri ancora abbandoneranno nei prossimi anni il nucleare perché possono permetterselo, perché con l'eolico, l'idroelettrico ed il solare possono fare a meno di tecnologie pericolose e vetuste come questa.
I veri paesi moderni usano il sole per creare energia. Da noi il sole è circoscritto ai libri di astronomia, alla coltivazione e alle canzoni di Apicella.
I veri paesi moderni usano il sole per creare energia. Da noi il sole è circoscritto ai libri di astronomia, alla coltivazione e alle canzoni di Apicella.
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