Immagine tratta dal sito web de "La Stampa"
A volte la comicità di un evento sgorga repentina ed inaspettata. Basta collocare in un certo modo un paio di notizie ed ecco che nasce della satira politica involontaria.
L'omino di Palazzo Chigi commenta la questione morale dell'opposizione e tempo qualche minuto scatta la richiesta d'arresto ai danni di un suo deputato.
Sta facendo il giro degli organi di informazione (anche se non con la risonanza che meriterebbe) l'arresto di Giampaolo Angelucci e la richiesta di arresto e di autorizzazione a procedere per il parlamentare del PDL Alessandro, padre di Giampaolo.
Della famiglia Angelucci, dei suoi loschissimi legami con la classe politica locale e nazionale e delle amicizie costruite negli anni a destra e a sinistra (sempre che si voglia catalogare surrealmente il PD come "sinistra") ne parlava in un ottimo articolo il giornalista della Stampa Paolo Baroni, articolo riportato dal sottoscritto in un post apposito il 27 agosto 2008, ben 6 mesi fa.
Ma per un ennesimo parlamentare PDL invischiato in presunti affari sporchi di corruzione, ne spunta fuori un altro che merita una lode del tutto esclusiva. Parlo di Roberto Cassinelli, del Popolo della Libertà, autore di una proposta di legge (C.1921) che potremmo serenamente definire "salva blog".
Su questa PDL sono ancora in corso discusioni che animano il mondo dei blog, ma è innegabile che rappresenta un primo segnale di apertura e di chiarificazione su cosa è un prodotto editoriale e cosa non lo è; e la decisione del deputato di raccogliere le indicazioni dei lettori del suo blog per la formulazione della legge è comunque encomiabile.
La normativa attuale rappresenta uno dei punti più incoerenti, anacronistici e soggettivi della legislazione italiana.
Il primo comma dell'articolo 1 della legge n. 62 del 7 marzo 2001, approvata sotto il governo di Giuliano Amato, va a dare una definizione "aggiornata" rispetto a quella vigente del 1948 su cosa sia "prodotto editoriale":
Per "prodotto editoriale", ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico [...].
Da cui si deduce, chiaramente, che un blog, come ogni altro sito internet che fornisce informazioni, è un prodotto editoriale.
Il terzo comma dello stesso articolo stabilisce gli obblighi a cui devono attenersi tali prodotti editoriali:
Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all’ articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto, altresì, agli obblighi previsti dall’articolo 5 della medesima legge n. 47 del 1948.
In sintesi, per tutti i prodotti editoriali vale il seguente obbligo (art. 2 legge 47/48): indicazione di anno e luogo della pubblicazione, nonché nome e domicilio di stampatore, editore e direttore della testata.
Per quelli contraddistinti da un nome e diffusi con periodicità regolare vale l'obbligo (art. 5 legge 47/48) di registrazione presso le cancellerie dei tribunali, con tanto di documenti che comprovino l'iscrizione nell'albo dei giornalisti, etc.
La mancata applicazione sistematica di queste norme è stata consentita, fortunatamente, dall'impossibilità pratica di attribuire obblighi di questo tipo a blog in rete e dalla soggettività del concetto di "periodicità regolare". Ma una sentenza di un tribunale, come quella emessa dal Tribunale di Modica l'8 maggio scorso a carico di Carlo Ruta, rappresenta un precedente pericoloso, ancora non rovesciato.
Tanto più se si pensa che la violazione di tali norme costituisce reato penale di "stampa clandestina".
Abbiamo assistito ad una folle, terribile, proposta di legge (ancora sospesa nel limbo parlamentare) partorita dal deputato del PD Ricardo Levi, che prevede l'obbligo per tutti i blog della registrazione presso i tribunali, con conseguente attribuzione di tutti gli obblighi validi per quotidiani, telegiornali e mezzi d'informazione in genere.
La legge proposta del deputato Cassinelli è contraddistinta da 2 punti-chiave fondamentali:
L'omino di Palazzo Chigi commenta la questione morale dell'opposizione e tempo qualche minuto scatta la richiesta d'arresto ai danni di un suo deputato.
Sta facendo il giro degli organi di informazione (anche se non con la risonanza che meriterebbe) l'arresto di Giampaolo Angelucci e la richiesta di arresto e di autorizzazione a procedere per il parlamentare del PDL Alessandro, padre di Giampaolo.
Della famiglia Angelucci, dei suoi loschissimi legami con la classe politica locale e nazionale e delle amicizie costruite negli anni a destra e a sinistra (sempre che si voglia catalogare surrealmente il PD come "sinistra") ne parlava in un ottimo articolo il giornalista della Stampa Paolo Baroni, articolo riportato dal sottoscritto in un post apposito il 27 agosto 2008, ben 6 mesi fa.
Ma per un ennesimo parlamentare PDL invischiato in presunti affari sporchi di corruzione, ne spunta fuori un altro che merita una lode del tutto esclusiva. Parlo di Roberto Cassinelli, del Popolo della Libertà, autore di una proposta di legge (C.1921) che potremmo serenamente definire "salva blog".
Su questa PDL sono ancora in corso discusioni che animano il mondo dei blog, ma è innegabile che rappresenta un primo segnale di apertura e di chiarificazione su cosa è un prodotto editoriale e cosa non lo è; e la decisione del deputato di raccogliere le indicazioni dei lettori del suo blog per la formulazione della legge è comunque encomiabile.
La normativa attuale rappresenta uno dei punti più incoerenti, anacronistici e soggettivi della legislazione italiana.
Il primo comma dell'articolo 1 della legge n. 62 del 7 marzo 2001, approvata sotto il governo di Giuliano Amato, va a dare una definizione "aggiornata" rispetto a quella vigente del 1948 su cosa sia "prodotto editoriale":
Per "prodotto editoriale", ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico [...].
Da cui si deduce, chiaramente, che un blog, come ogni altro sito internet che fornisce informazioni, è un prodotto editoriale.
Il terzo comma dello stesso articolo stabilisce gli obblighi a cui devono attenersi tali prodotti editoriali:
Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all’ articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto, altresì, agli obblighi previsti dall’articolo 5 della medesima legge n. 47 del 1948.
In sintesi, per tutti i prodotti editoriali vale il seguente obbligo (art. 2 legge 47/48): indicazione di anno e luogo della pubblicazione, nonché nome e domicilio di stampatore, editore e direttore della testata.
Per quelli contraddistinti da un nome e diffusi con periodicità regolare vale l'obbligo (art. 5 legge 47/48) di registrazione presso le cancellerie dei tribunali, con tanto di documenti che comprovino l'iscrizione nell'albo dei giornalisti, etc.
La mancata applicazione sistematica di queste norme è stata consentita, fortunatamente, dall'impossibilità pratica di attribuire obblighi di questo tipo a blog in rete e dalla soggettività del concetto di "periodicità regolare". Ma una sentenza di un tribunale, come quella emessa dal Tribunale di Modica l'8 maggio scorso a carico di Carlo Ruta, rappresenta un precedente pericoloso, ancora non rovesciato.
Tanto più se si pensa che la violazione di tali norme costituisce reato penale di "stampa clandestina".
Abbiamo assistito ad una folle, terribile, proposta di legge (ancora sospesa nel limbo parlamentare) partorita dal deputato del PD Ricardo Levi, che prevede l'obbligo per tutti i blog della registrazione presso i tribunali, con conseguente attribuzione di tutti gli obblighi validi per quotidiani, telegiornali e mezzi d'informazione in genere.
La legge proposta del deputato Cassinelli è contraddistinta da 2 punti-chiave fondamentali:
- Un prodotto editoriale in rete è ritenuto tale se è costituito in maniera professionale da almeno 2 persone regolarmente stipendiate, oltre al proprietario del sito stesso, e se, contemporaneamente, comporta un reddito annuale lordo grazie alle inserzioni pubblicitarie di almeno 50 mila euro.
- Chi, possessore di un prodotto editoriale così definito, non dovesse registrare il proprio sito, non sarà più sottoposto all'incrimnazione per stampa clandestina (che viene di fatto a cadere come reato con questa PDL), ma ad una possibile multa di 500 € al massimo.
In altre parole, in base a questi requisiti, un quotidiano come Repubblica che improvvisamente cessasse di pubblicare su carta stampata e lasciando solo l'edizione in rete, sarebbe sottoposto comunque alla registrazione (perché composto da più di 2 dipendenti e con un reddito annuo lordo maggiore di 50 mila euro). Un blog come questo, come quelli dei miei vari compagni di blogging o anche di celebrità come Beppe Grillo comunque non subirebbero l'obbligo della registrazione.
E' una legge ancora perfezionabile, che meriterebbe criteri ancora più rigidi e meno interpretativi per definire i casi per cui scatta l'obbligo della registrazione, ma se non altro potrebbe rappresentare un punto reale di svolta.
Ma l'aspetto senza dubbio più penoso di tutta la faccenda consiste nel pensare che tra le varie proposte di legge sulla salvaguardia degli agrumeti sul Lago di Garda o l'istituzione del museo delle carrozze lombarde, questa sia l'unica (e per di più parzialmente discutibile) proposta di legge giacente in Parlamento per la salvaguardia del blog.
Fonte articolo
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