Clemente Mastella il mantenuto si candida “strategicamente” alle elezioni europee col popolo delle licenziosità di Berlusconi, del quale fu già ministro del lavoro negli anni ‘90. Il suo Udeur in provincia di Benevento sta all’opposizione col centrosinistra, ma pare ovvio che una poltrona a 20 mila euro al mese in tempi di crisi valga bene un salto della quaglia. Mastella si sdoppia nel partito Ppe, spelling pipì-e pupù (per una poltrona udeur).
Il sogno si corona. Dopo tanti piagnistei telefonici al Tg4 questo massone dichiarato torna alla ribalta. Andrà a Bruxelles a carico nostro senza saper spiaccicare una sola parola d’inglese.
Diversa la conoscenza che Clemente Mastella potrebbe avere del destino dei fondi europei, come quelli finiti in Calabria. Per questo motivo il pm Luigi De Magistris lo indagava per abuso d’ufficio nell’inchiesta Why not, sulla scomparsa dei milioni di euro finiti nei misteri della splendida regione del Sud (di cui non sapremo più nulla). Perciò Mastella si è impegnato a fargli togliere l’inchiesta per trasferirlo altrove. Non a caso, oggi, il coraggioso magistrato è stato relegato ad occuparsi di cause civili alla stregua di liti di condominio al tribunale del riesame di Napoli.
Scroccone di aerei di stato, scroccone di finanziamenti pubblici all’editoria, sua moglie Sandra Lonardo sotto inchiesta per minacce in tema di nomine ospedaliere, Clemente Mastella è tra i firmatari della legge che ha fatto schizzare il rimborso elettorale per ogni cittadino a 5 euro. In 30 anni di presenza al Parlamento non si ricorda una sua misera azione utile alla collettività.
Per il devoto di Ceppaloni etica e trasparenza sono bestemmie. Non basta il milione e 136 mila euro annui che riceve il quotidiano familiare “Il Campanile” sui cui bilanci fa gravare le spese di mogli, figli, cognati e suocere compresa la benzina della Porsche di suo figlio. Non bastano i soldi che ha guadagnato da deputato e da dannoso ministro dell’ingiustizia. Non bastano i soldi che guadagnerà fin che vivrà per la pensione da deputato. Alla collezione di poltrone mancava quella di Bruxelles da alleato col partito dei piduisti.
Non sono date a sapere le credenziali “strategiche” di voto di Mastella. Mi piacerebbe vedere in faccia i suoi elettori per capire se sono imprenditori, o elemosinatori di posti pubblici qua e là in cambio di un voto. Nell’attesa di un atto di trasparenza del dipendente a vita Clemente Mastella, mi riservo di sperare di incontrarlo da qualche parte pur sapendo che la vergogna appartiene soltanto agli uomini. Gli porrò un po’ di domande. Magari in inglese.
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