18/03/09

L’alfabeto possibile

Il traguardo non è più la fine del mese, ma la terza settimana. E’ la crisi, bellezza. Altro che ottimismo per negare l’evidenza. Così, per restare a galla bisogna inventarsi un altro stile di vita. Cambiare i consumi vuol dire modificare la filosofia che ne è la base, recuperare l’etica del consumo stesso. Una vita più sobria passa anche attraverso l’ecologia, forme autarchiche di sopravvivenza, recupero della cultura della morigeratezza, del risparmio. Riapplicare i modelli dell’Italia del dopoguerra: abolire gli sprechi, ricominciare a fare da sé, risparmiare l’energia, l’acqua, le materie prime. Anche queste sono forme di resistenza.



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A – ACQUISTI SOLIDALI
Si chiamano Gas, Gruppi di Acquisto solidale. Sono gruppi di persone che acquistano insieme all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune da ridistribuire tra loro. Si compra direttamente dal produttore locale, scegliendo prodotti biologici ed ecologici che siano stati prodotto nel rispetto delle condizioni di lavoro. Si riducono così l’inquinamento per il trasporto delle merci, i costi della distribuzione e insieme si verificano le singole scelte al consumo. I Gas stanno crescendo a dismisura, al punto che per riuscire a farne parte in più posti si è arrivati ormai a stilare liste d’attesa per i consumatori. Ci si coalizza tra amici, parenti, interi condomini o in ufficio. E per giunta si socializza.



B – BICICLETTA
Non inquina e mantiene in forma. È lo stile dei bikers, quelli che all’auto preferiscono la bicicletta. Lo stile diventa un must quando il costo della benzina non scende e lo smog annebbia la città. Si può andare con la propria bici o affittarla con il Bikesharing. In questo caso se si ha la fortuna di abitare in una città in cui è attivo il servizio, girare su due ruote è ancora più semplice. Si può prendere la bici in un punto di bikesharing e lasciarla in un altro, risparmiandosi così di doversela portare dietro necessariamente. Basta una tessera magnetica e la giusta elasticità mentale e motoria e la vita nel traffico è può essere meno spiacevole. Del resto che sia con la propria o con una affittata, pedalare non inquina e non crea problemi di parcheggio. In più «è più conveniente in termini di velocità di spostamento, impatto ambientale, energia globalmente spesa».



C – CUCINA
In voga la cucina semplice ma buona. Dalla pasta con le patate alle ricette gustose e sane per i bambini. Per imparare a cucinare tornano utili le ricette della nonna, ad esempio di nonna Clara, l’anziana italo-americana che su YouTube offre dimostrazioni della cucina della Grande Depressione. Soprattutto pasta, in tutte le salse, per esempio con patate, piselli e uova. È inglese, invece, il ricettario semplice per mamme senza soldi e senza tempo diventato un best seller. Insomma, anche la cucina è low cost, non solo negli Usa e nel Regno Unito. Si mangia sano, si eliminano spese superflue, e il piatto non piange.



D – DETERSIVI
Abracadabra. È solo un esempio, ma anche il più riuscito. Risponde all’indirizzo biodetersivi.altervista.org ed è una vera scuola di pozioni dove imparare a fare i detersivi in casa. Non soltanto quelli per piatti e stoviglie, ma anche quello da mettere nello spruzzino per i vetri, lo sturalavandini, i deodoranti per ambienti, l’anticalcare e addirittura gli stessi dosatori di detersivi. Basta una regola base: non mescolare mai prodotti acidi con prodotti basici e si possono inventare anche nuove ricette. È la strada della bio-allegria.



E – ENERGIA
Un manuale per risparmiare la Terra. A volte basta poco per non sprecare energia. In Rete si trovano manuali di ogni genere a riguardo. Scaricabile quello degli «Amici della Terra Onlus», (www.amicidellaterra.org) che consiglia: lampadine a fluorescenza compatta, spegnere sempre gli apparecchi elettrici, non tenere aperti i rubinetti o montare i frangiflusso per avere la sensazione di toccare più acqua di quella che si lascia scorrere. Anche sulla carta si può risparmiare scrivendo su entrambi i lati di uno stesso foglio. Ogni altro accorgimento è utile se lo spreco non è necessario.



F – FAI DA TE
Il risparmio è più casalingo che mai con il «Fai da te», un vero e proprio ritorno ai preparati in casa. Si riscopre in tutto il mondo, occidente in particolare, che se i contenitori hanno un prezzo, anche per l’ambiente, e gli alimentari costano troppo, meglio provare a fare da sé. In casa si possono fare yogurt, pane, burro, birra, cioccolato, biscotti, gelato, vino e anche i liquori. Come? La blogosfera si mobilita, su www.risparmiare-risparmiando, ad esempio, si trovano consigli, istruzioni e procedimenti per ogni tipo di bricolage, anche quello culinario.



G – GRATIS
Vivere del tutto gratis è difficile, ma qualcosa si può fare anche non pagando. E il web aiuta anche in questo. In Rete si trova un po’ di tutto. C’è la comunità che regala oggetti che non servono: www.freecycle.it. La directory mondiale dei punti wi-fi dove è possibile navigare in Internet gratuitamente http://anchorefree.com. Siti di scambi di ospitalità gratuita come www.servas.it o www.hospitalityclub.org. o il blog del baratto per antonomasia http://oneredpaperclip.blogspot.com. Fuori dalla Rete torna utile l’ultima pagina dei giornali di annunci, quella in cui si offrono oggetti gratuitamente. E per viversi la città a volta basta dare un’occhiata alla voce “gratis” delle guide alla programmazione del week end. Al museo ci si può andare la domenica al mese in cui è gratis e un buon libro si può leggere anche nelle biblioteche comunali. Esistono ancora.



H – HOUSE
L’isolamento è in controtendenza. Per risparmiare sui servizi casalinghi e condividere l’abitazione arriva anche in Italia il Cohousing. È la filosofia del «vicinato elettivo», un piccolo villaggio, per lo più in centri metropolitani, in cui l’idea della casa singola si unisce a quella della «comune». Gli inquilini condividono beni, come giardino o orto, e si dividono spese per servizi, come lavanderia e asili nido. A Milano come negli Usa i coinquilini si incontrano su Internet e si scelgono tra loro. E anche se ogni progetto di cohousing ha una storia diversa e caratteristiche proprie – esistono comunità per anziani, quelle per single, quelle formate da giovani coppie con figli piccoli, quelle in via di formazione per persone con problematiche specifiche – la filosofia che sta alla base dei progetti di coresidenza fa sì che tra loro abbiano dei tratti comuni. La filosofia della condivisione, infatti, viene applicata fin dalle fondamenta del progetto di cohousing. Ogni futuro cohouser partecipa alla progettazione del “villaggio” in cui vivrà. Elegge attraverso una community virtuale il vicinato e via via che il progetto prende forma consolida la conoscenza. Per diventare cohouser e farsi promotori del progetto nella propria città iniziate a visitare il sito www.cohousing.it.



I – INTERNET
L’era del risparmio e del nuovo stile di vita più morigerato parla soprattutto attraverso Internet. Dai blog come l’italiano www.ecoblog.ilcannocchiale.it, che offre uno sguardo su ecologia, ambiente, energie rinnovabili e cucina vegetariana, alle radio online come www.lifegate.it, che sostengono l’ambiente attraverso musica e informazione ecosostenibile. Ma la Rete è verde e partecipativa ormai quasi per definizione con il Web 2.0. Online si può consultare e compilare un’enciclopedia con www.wikipedia.org, scaricare programmi gratis con www.gratisdownload.it, seguire lo sport su http://livetv.ru/it/, o pubblicarsi da sé anche un libro, un cd o un video senza costi iniziali mantenendo il diritto d’autore. Ancora di musica si parla con la piattaforma www.jamendo.com, che offre la possibilità di scaricare e ascoltare legalmente più di 15000 album completi e singoli brani, oppure pubblicare musica sotto licenza libera, cosiddetta «Copyleft», e lasciarla circolare liberamente in Rete.



L – LOOK
Ricerca nei mercatini dell’usato, acquisti alle aste via Internet, affitto di accessori firmati e non solo su Web. Il look primavera estate e anche autunno inverno del 2009 unisce risparmio e fantasia. Da Londra arriva un suggerimento: il guardaroba in comune tra amiche. Basta mettere insieme un fondo mensile comune per gli acquisti, un armadio unico e l’affiatamento giusto per non litigarsi i capi. In Italia il look è salvo con Ego, il guardaroba ecologico organizzato. Sul sito www.suiteatwork.it si scelgono i vestiti ogni settimana, si prendono in prestito e poi si riconsegnano. Lavaggio e stiratura sono compresi nel prezzo. Con il look gratis poi ci si diverte anche. Buttandosi nelle feste dedicate al baratto. Anglofonizzato il fenomeno si chiama «Swap Party», o più comprensibilmente «Festa del Baratto», o meglio ancora «scambio di stagione». È questo il caso in cui si rinnova il guardaroba senza spendere un euro e si rinsalda l’amicizia. Ci si limita a tirare fuori dall’armadio ciò che non si utilizza più, a patto che sia in buone condizioni, si organizza una festa in casa, o in un locale tra amiche, colleghe e conoscenti e ci si scambia abiti e accessori. Nell’era di Internet è chiaro che il baratto è anche online su appositi siti dedicati allo «swap». E se dovete sposarvi date un occhio ai siti indiani: ci sono degli abiti per le nozze decisamente vintage ma molto economici e dalla fattura unica.



M – MAQUILLAGE
Un sito per realizzare il sapone in casa (ilmiosapone.it) e un intero forum per le appassionate di maquillage eco ed economico, due aggettivi che ormai viaggiano assieme. Si chiama “Sai cosa ti spalmi?”, sottotitolo “Come farsi belli senza distruggere il pianeta” (www.saicosatispalmi.org) e rappresenta una fonte inesauribile di dritte per fare da soli il rossetto o la cipria. Le basi sono quelle dell’erboristeria. Il resto è frutto di sperimentazioni biologiche con sorelle che fanno da cavie e amiche disposte a provare un gloss “che si appiccica sulle labbra almeno sei ore”. Se leggere non vi basta, cercate su YouTube i video di Makeup Tutorial dove la giovane Clio si arma di spatole e ombretti per realizzare il rossetto del colore adatto alla giornata. Profumi autarchici, creme fatte in casa, deodoranti e sali da bagno. Una miniera di informazioni, trattate in modo divertente ma senza leggerezza.



N – NO LOGO
Partendo dal saggio di Naomi Klein, si è sviluppato un intero movimento che rifiuta le marche e applica il nocopyright e il copyleft come filosofia ed etica politica. Il no logo si applica anche all’abbigliamento che cancella il brand ed è quindi più economico, più ecologico, dalla parte del lavoratore e del consumatore. Per esempio AdBusters è un’associazione no profit che da anni combatte contro lo strapotere della pubblicità e delle multinazionali. Così sono nate le BlackSpot Sneaker, scarpe simili alle Converse, prodotte in Portogallo da una famiglia di imprenditori senza sfruttare gli operai, senza delocalizzazioni selvagge e senza utilizzare materiali provenienti dall’uccisione di animali. Sono vendute in tutto il mondo tramite www.adbusters.org/campaigns/blackspot. La scarpa, prodotta totalmente in materiale naturale, è biodegradabile al 70%, la suola è rinforzata perché duri nel tempo e la produzione non richiede l’uso di agenti chimici.



O – ORTO
Il massimo sarebbe usare la terrazza condominiale e trasformarla in un giardino pensile. I vantaggi che si possono ottenere, oltre che estetici, sono anche funzionali: viene infatti ridotta l’escursione termica, aumenta il risparmio energetico, migliora l’isolamento termo-acustico e si riduce l’inquinamento ambientale, grazie alla cattura delle polveri sottili. In alcune regioni il “tetto verde” è incentivato anche a livello economico. In assenza di un grande terrazzo, basta un balcone. Oltre alle piante aromatiche, si possono coltivare ortaggi (pomodori, zucchine e melanzane, ad esempio), fragole e insalata. Sul web ci sono decine di blog dedicati all’argomento (da erbaviola.com a florablog.it) fino ai libri: da “Il balcone dell’indipendenza” di Stampa Alternativa alla bibbia verde (”Il nuovo libro delle erbe”) di Jekka McVicar. Basta dotarsi degli strumenti necessari e di moltissima pazienza.



P – PANE
Considerati i costi di rosette e pagnotte, niente affatto comparabili con gli aumenti delle materie prime, tanto vale fare da sé, a casa propria. Sul sito panefattoincasa.net, vengono spiegati tutti i passaggi necessari per impastare e cuocere, e raccontati nel dettaglio i lieviti da usare e i tipi di farina. Per i pigri che detestano sperimentare e per i neofiti si può cominciare acquistando la macchina del pane, piccolo robot che impasta. Per tutti gli altri vale la pena di provare e riprovare. Serve circa mezz’ora di tempo da dedicare al “prodotto” ma tra spese di materie prime e uso del forno a gas si spendono al massimo 60 centesimi per un chilo di pane, contro i tre euro che si lasciano dal fornaio.



Q – «Q» IL LIBRO
È l’ultimo libro del collettivo situazionista Luther Blissett che darà poi vita a Wu Ming Foundation. Il primo in cui viene affrontata la forma romanzo. Come gli altri realizzati dalla “fondazione” è scaricabile gratuitamente dal sito wumingfoundation.com. Ogni loro testo, saggio o racconto reca la dicitura “si consente la riproduzione parziale o totale dell’opera e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali”. Citando Dickens gli autori spiegano che “Comunicare col pubblico in tutti i modi è una fatica d’amore”. Un download legale, da abbinare col bookcrossing, la pratica di lasciare nei luoghi pubblici un libro perché venga letto e scambiato dal più alto numero di persone.



R – ROADSHARING
È l’autostop del Terzo Millennio. Dove? Sul sito Roadsharing.com, in quattro lingue, dove tutti possono inserire il proprio percorso e la propria meta per fare almeno un pezzo di strada insieme, che si parta per una vacanza “on the road” come Sal Paradise, protagonista narrante del celeberrimo libro di Jack Kerouac o si vada a lavoro come migliaia di pendolari. Grazie a GoogleMaps e Google Transit si inserisce facilmente il percorso. Poi basta attendere, comodamente seduti davanti al pc, che qualcuno passi di lì e clicchi lo stesso percorso. Un modo ecologico, economico e comodo di viaggiare, insomma, che usa la tecnologia di condivisione più attuale: il Web 2.0.



S – SPINA
Detersivi, latte, acqua e perfino grappa alla spina. Si risparmia e non si inquina. Una buona abitudine inaugurata circa due anni fa in Italia ma che sta dando risultati apprezzabilissimi. Solo in Piemonte nel 2008 si è evitata la produzione di 6 tonnellate di plastica e di 3 tonnellate di cartone e si è ridotto il consumo di acqua di 26 milioni di litri. Dati forniti da Ecoalfabeta.blogosfere.it che riporta l’elenco dei supermarket e degli esercizi commerciali che hanno aderito. Nei 12 punti Eco della Crai si vendono alla spina anche caffé, cereali, pasta, riso, caramelle, legumi, spezie, frutta secca. E poiché le confezioni incidono sul costo finale del 30 per cento, il conto è presto fatto. Per quel che riguarda il latte alla spina, l’elenco dei rivenditori è sul sito della Coldiretti. Per chi abita a Roma, vale la pena di visitare biola.it: si trovano gli spostamenti del distributore itinerante di latte crudo e formaggi della Cooperativa Testa di Lepre.



T – TERMOSIFONI
Per chi possiede una propria caldaia vale sempre la regola della prevenzione: una buona manutenzione annuale permette di evitare incidenti rischiosissimi e risparmiare. Ecoage.com, il portale, ecologista indipendente, offre una serie di suggerimenti che messi in pratica riducono per davvero la bolletta. Intanto isolare il cassetto degli avvolgibili sopra la finestra o evitare gli spifferi semplicemente chiudendo le porte e abbassando le tapparelle, è un buon metodo per non disperdere calore. In assenza di doppi vetri e pareti coibentate, basta spurgare regolarmente l’aria in accesso dai radiatori. Vietato coprirli con mobili o tende. Se il termosifone è sotto una finestra, lavorerà di più. Per aumentarne l’efficienza è sufficiente porre una tavola di materiale isolante tra parete e termosifone. Preferire sempre le caldaie a condensazione: si
risparmia fino al 20% di metano.



U – UBUNTU
Ubuntu è un sistema operativo libero e completamente gratuito basato su Linux e rientra nella categoria degli “open source”. È un approccio collaborativo allo sviluppo dei programmi: il codice sorgente, il cuore di ogni applicazione è infatti aperto e modificabile da parte di tutti. Questo comporta un continuo miglioramento del programma, una maggiore sicurezza e stabilità (il programma non si blocca o chiude improvvisamente facendo perdere tutto il lavoro) e una documentazione praticamente infinita. Nel caso si Ubuntu si aggiunge anche la facilità di utilizzo. È perfetto per computer portatili, desktop e server e fornisce applicazioni adatte ad ogni esigenza, per l’uso in casa, a scuola o a lavoro. Non si deve mai pagare alcun costo di licenza, né perdere tanto tempo per l’istallazione. Si contrappone al mondo “chiuso” e caro della Microsoft di Bill Gates e delle case che producono applicazioni. Ubuntu prende il nome da un’antica parola africana che significa “umanità agli altri”, oppure “io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”. La comunità è molto attiva, fornisce sopporto e consigli a tutti, e ha sviluppato oltre duemila pacchetti di programmi disponibili gratuitamente via internet. C’è anche un servizio destinato a chi, non avendo una connessione veloce a internet, impiegherebbe troppo tempo per scaricare l’ultima versione di Ubuntu: il cd con Ubuntu si può ordinare gratuitamente e la versione desiderata che verrà recapitata a casa in brevissimo tempo.



V – VACANZE
Voli low cost, naturalmente, da programmare mesi prima su Internet. In tal senso il sito zingarate.com offre un validissimo supporto. In primo piano non solo i viaggi in aereo a prezzi stracciati, ma anche dritte, consigli e suggerimenti su dove alloggiare, come trovarsi un amico per dividere le spese e un forum per evitare le ingenuità del turista fai da te. Per i fortunati che possiedono una casa, lo scambio dell’abitazione è una delle opportunità più gettonate. Basta fare una visitina al vari siti specializzati. Annalisa Pujatti di Homelink.it, uno dei circuiti internazionali più gettonati, assicura che le iscrizioni sono cresciute negli ultimi mesi del 20%. “E si ha la certezza – aggiunge – di confrontarsi con una clientela selezionata che terrà casa vostra esattamente come l’avete lasciata”. E per chi non ha un appartamento tutto suo, basta il divano. Sono oltre 957mila gli iscritti al sito Couchsurfing.com. presentare il proprio «profilo», indicare la propria disponibilità – che sia un divano o una camera da letto – specificando per quante notti il nostro ospite potrà usufruirne, e aspettare che qualcuno si metta in contatto con noi. Stiano tranquilli quelli che non hanno a disposizione neanche un divano, per essere un vero couchsurfer non è necessario averne uno libero. È sufficiente scrivere quello che si ha da condividere, il nostro ospite si accontenterà anche di una valida guida turistica sul posto, o anche di un paio d’ore libere per un caffè con un abitante del luogo. La regola è quella, oramai, un po’ desueta dell’ospitalità. Nulla di nuovo, ma funziona.



Z – ZERO CHILOMETRI
Comprare prodotti locali permette non solo di ridurre l’inquinamento (le merci vengono trasportate per brevissimi tratti invece che subire trasbordi lunghi migliaia di chilometri) ma offre al consumatore la garanzia di prodotti rintracciabili, dunque molto più freschi, di maggiore qualità e a un prezzo assai più conveniente. Risparmio economico ed energetico in un colpo solo. Secondo la Coldiretti scegliendo prodotti locali e di stagione si possono risparmiare più di cento euro al mese sui 467 euro che ogni famiglia versa in media mensilmente per alimenti e bevande. Acquistando direttamente nelle quasi 50mila imprese agricole nazionali è possibile ridurre di un terzo il costo della spesa mentre il latte fresco è disponibile ad un prezzo ridotto di oltre il 30 per cento in uno dei tanti distributori automatici sparsi su tutto il territorio la cui lista è consultabile sul sito www.coldiretti.it. A chilometri zero esistono anche una serie di ristoranti, soprattutto in Veneto: tre nel padovano, uno a Rovigo, uno nel Trevigiano. La territorialità diventa la cifra culturale. Come nella gelateria Zeno, in pieno centro di Verona, che usa uva spina, ribes, fragoline e marasche della zona mescolate al latte e alle uova che provengono dagli allevamenti del Monte Baldo.


Fonte articolo

Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

2 commenti:

  1. mi piace come scrivi.....sono contento di averti come contatto su fb e spero che presto ci si possa incontare di persona.

    spine

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  2. ti ringarzio spine per i complimenti, ma non li scrivo io gli articoli mi limito a divulgare notizie trovate in rete e da me condivise, sotto ogni post c'è la fonte dell'articolo, sono loro i giornalisti non io ;)

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