E' apparsa, di colore rosso e a caratteri cubitali. Mentre Sonia Alfano è su un palco a Monreale assieme a Leoluca Orlando e a Fabio Giambrone dell'Italia dei Valori la raggiunge una notizia. In una traversa di corso Calatafimi a Palermo qualcuno ha scritto "Sonia Alfano infame". Chi avverte Sonia è terrorizzato, confuso e crede addirittura di aver letto "morirai" o qualcosa di simile. Subito Sonia con amici e familiari si precipita a vedere di persona cosa sia stato scritto. "Sonia Alfano infame" scritto in rosso e nella via che porta al poligono di tiro. Ottimo presagio, non c'è che dire. Qui necessitano alcuni passi indietro. Sonia Alfano fino a qualche hanno fa non era quella che oggi tutti conoscete. Era la figlia di un morto ammazzato dalla mafia e infamato anche da chi non ti saresti mai aspettato, che si era costituita parte civile al processo e che da sola faceva pedinamenti e foto ai mafiosi di Barcellona per dimostrare intrecci e affari che avevano portato alla morte del padre. Inizia a subire minacce, la affiancano in macchina e le mostrano una pistola, le entrano in casa e stordiscono mezza famiglia alla ricerca di filmati e documenti. Ah, la spiegazione ufficiale del mal di testa condiviso è intossicazione alimentare, appuntatevelo. Per tutto questo e per altri eventi che ha preferito tenere per sè, Sonia ha vissuto per un periodo sotto tutela, protetta da una scorta armata dell'Arma dei carabinieri. Ecco. Quella scritta ha fatto tornare Sonia indietro di anni. All'indomani, allarmata, si reca alla Questura di Palermo; vuole parlare con il questore ma lui non c'è. Le dicono di parlare con il dirigente della Digos. Tutti in questura sembrano sminuire quanto accaduto. Quando si tratta di Sonia tutti sminuiscono. "Forse i tifosi... lei disse che tra i tifosi si nascondeva la mafia". Si, qualcosa del genere, ma tre settimane fa. E i tifosi lo scrivono alla stadio, non in corso Calatafimi. Ma non c'entra nulla la candidatura alle europee, i finanziamenti che arriveranno a Palermo da Bruxelles, i sub-appalti denunciati in Emilia Romagna dove, guarda caso, tutti i lavori finiscono nelle mani dei Casalesi, o la protesta per l’aggiudicazione di lavori riqualificazione territoriale a Chioggia affidati alla ditta dell’avvocato dei Lo Piccolo? Difficile, no, dai, no! Niente di che quindi. Sonia può tornare con la sua famiglia, con le sue figlie ai giardini e a passaggiare felicemente in via Ruggero Settimo. “Eviti di esporsi, anzi, di non sovraesporsi”. "???" . Ma come? E' in pericolo o no, o è a "mezza via"? Non accadrà nulla a Sonia, perchè non deve accadere, ma se accadrà sarà stato un incidente, un proiettile di rimbalzo, una pistola accidentalmente finita nelle mani di un bambino che credeva fosse un giocattolo. Questore faccia con comodo, non c'è fretta. Alla fine si parla solo di una candidata a Bruxelles, da dove partono migliaia di miliardi di euro di finanziamenti europei, si tratta solo di una mezza bionda che va lì e rischia di bloccare tutto o quantomeno di vigilare attentamente. Mica rischia.Fonte articolo


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