Gentile (anche se sarebbe opportuno conquistarselo realmente questo appellativo) ministro Renato Brunetta,
chi le scrive è malauguratamente uno di quei pochissimi cittadini di questo paese, stando ai sondaggi del suo comandante in capo, che non è ancora riuscito ad entrare nell'immensa schiera dei suoi ammiratori.
Non che non ci abbia provato; sarei potuto diventare per la prima volta nella mia vita fan sfegatato di un ministro, per di più proprio del miglior ministro del mondo, quello che una corte di bolscevichi scandinavi ha deciso di privarlo di un meritatissimo auto-assegnato premio Nobel all'Economia.
Non so a cosa imputare con esattezza questo mio scarso apprezzamento per la sua nobile figura istituzionale.
Potrebbe essere per il rispetto praticamente nullo che lei nutre nei confronti delle donne e degli uomini che lavorano nella Pubblica Amministrazione, quella importante componente dello Stato italiano di cui lei (le ricordo) sarebbe ministro, disprezzo dimostrato per esempio quando ha dichiarato che "i pubblici impiegati si vergognano di dire ai figli quale lavoro fanno" (frase vera se si riferiva ai ministri), o forse perché non mi sento di condividere la sua idea di produttività ed efficienza, quel sistema sociale ottocentesco in cui si lavora 16 ore al giorno alla catena di montaggio e si passano le restanti 8 a dormire su un pagliericcio messo su alla bell'e meglio in un angoletto della fabbrica.
E per chi non è d'accordo... botte!
Magari dipende dal fatto che non sopporto chi critica le eccessive spese nel ramo pubblica amministrazione e poi percepisce con gioia il doppio stipendio da parlamentare-ministro.
Potrebbe darsi che non amo la politica degli annunci televisivi ad effetto e preferisco quella basata su leggi e provvedimenti pratici.
O più semplicemente non mi piace chi guarda gli altri dall'alto verso il basso (metaforicamente parlando, s'intende).
Secondo il suo datore di lavoro l'enorme fiducia che la popolazione italiana riporrebbe in lei consisterebbe nella sua storica "lotta ai fannulloni".
Non so quanti italiani non l'abbiano ancora sentita sbraitare contro coloro che occupano posti pubblici a sbafo senza lavorare sodo o accusare la sinistra di aver sempre difeso tali parassiti. Quelli che l'hanno ascoltata lanciare queste accuse (e le hanno creduto) sono sicuramente più di coloro che sono a conoscenza della sua forte inclinazione passata a disertare i lavori dell'europarlamento, di coloro che sanno che la sua percentuale di presenze è di gran lunga inferiore alla media (già bassa) delle presenze degli europarlamentari italiani, o che i partiti della tanto da lei odiata "sinistra" (Verdi, Sinistra Democratica, Pdci e Rifondazione Comunista) sono proprio i 4 più "virtuosi" in termini di presenze.
D'altronde la scarsa informazione che questo paese fornisce al suo popolo la avvantaggia davvero tanto in queste sue crociate che un rompiscatole come me definirebbe da Bar dello Sport.
In ogni caso l'avversione politica che è esistita finora tra me, povero cittadino ignorante e malfidato, e lei, illuminato riformatore di questo paese, è nulla in confronto a quella che esiste quest'oggi.
Faccio difficoltà anche a trovare i termini per definire la mia reazione umana di fronte alla bassezza politica e alla follia dialettica con la quale lei è arrivato a definire gli studenti che manifestano contro le politiche economiche e anti-culturali del governo di cui fa parte "guerriglieri che verranno trattati come guerriglieri".
Ha basato questa dichiarazione del tutto idiota su un dato di fatto che alberga solo nella sua mente (e forse di qualche suo fedele adepto): l'Onda studentesca elettoralmente non esiste, quindi sono guerriglieri, clandestini.
Probabilmente per lei se qualcuno non ha un nome di partito alle spalle o un simbolo elettorale non conta nulla in questo paese. Poiché non ci sono liste elettorali nelle università con la parola "Onda", allora essa non esiste. E' questo il suo ragionamento, mi pare di capire.
Potrei stare qui a spiegarle che l'Onda non è un'associazione come l'ha definita lei, ma un movimento, ma si tratterebbe di spiegare l'attualità ad uno che evidentemente ha passato gli ultimi mesi nascosto in un tombino, per non sapere fatti di questo tipo.
Oppure, qualora lei volesse fare riferimento a quegli studentacci di sinistra, che non rappresentano nessuno, potrei stare qui a raccontarle che nelle elezioni per il CNSU (il parlamentino nazionale degli studenti universitari) la lista che ha ottenuto in assoluto più voti è proprio quella di quei lavativi, nullafacenti, perditempo e terroristi della sinistra.
Potrei spiegarle che la "violenza" degli studenti di cui parla lei, la violenza del lancio di una scarpa contro gli agenti di polizia, non è certo più grave o ingiustificata di quella compiuta da forze dell'ordine che hanno caricato deliberatamente un gruppo di studenti pacifici che chiedevano di manifestare attraversando un cancello che però non rientra tra i percorsi ammessi dal sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Potrei continuare all'infinito, ma probabilmente rivolgersi ad uno come lei così innamorato della sua voce e della sua persona al punto tale dal non riuscire ad ascoltare gli altri è tempo sprecato.
Pertanto la saluto, augurandole buon lavoro, perché è ciò di cui l'Italia avrebbe bisogno.
Un "guerrigliero".
Alessandro Tauro
chi le scrive è malauguratamente uno di quei pochissimi cittadini di questo paese, stando ai sondaggi del suo comandante in capo, che non è ancora riuscito ad entrare nell'immensa schiera dei suoi ammiratori.
Non che non ci abbia provato; sarei potuto diventare per la prima volta nella mia vita fan sfegatato di un ministro, per di più proprio del miglior ministro del mondo, quello che una corte di bolscevichi scandinavi ha deciso di privarlo di un meritatissimo auto-assegnato premio Nobel all'Economia.
Non so a cosa imputare con esattezza questo mio scarso apprezzamento per la sua nobile figura istituzionale.
Potrebbe essere per il rispetto praticamente nullo che lei nutre nei confronti delle donne e degli uomini che lavorano nella Pubblica Amministrazione, quella importante componente dello Stato italiano di cui lei (le ricordo) sarebbe ministro, disprezzo dimostrato per esempio quando ha dichiarato che "i pubblici impiegati si vergognano di dire ai figli quale lavoro fanno" (frase vera se si riferiva ai ministri), o forse perché non mi sento di condividere la sua idea di produttività ed efficienza, quel sistema sociale ottocentesco in cui si lavora 16 ore al giorno alla catena di montaggio e si passano le restanti 8 a dormire su un pagliericcio messo su alla bell'e meglio in un angoletto della fabbrica.
E per chi non è d'accordo... botte!
Magari dipende dal fatto che non sopporto chi critica le eccessive spese nel ramo pubblica amministrazione e poi percepisce con gioia il doppio stipendio da parlamentare-ministro.
Potrebbe darsi che non amo la politica degli annunci televisivi ad effetto e preferisco quella basata su leggi e provvedimenti pratici.
O più semplicemente non mi piace chi guarda gli altri dall'alto verso il basso (metaforicamente parlando, s'intende).
Secondo il suo datore di lavoro l'enorme fiducia che la popolazione italiana riporrebbe in lei consisterebbe nella sua storica "lotta ai fannulloni".
Non so quanti italiani non l'abbiano ancora sentita sbraitare contro coloro che occupano posti pubblici a sbafo senza lavorare sodo o accusare la sinistra di aver sempre difeso tali parassiti. Quelli che l'hanno ascoltata lanciare queste accuse (e le hanno creduto) sono sicuramente più di coloro che sono a conoscenza della sua forte inclinazione passata a disertare i lavori dell'europarlamento, di coloro che sanno che la sua percentuale di presenze è di gran lunga inferiore alla media (già bassa) delle presenze degli europarlamentari italiani, o che i partiti della tanto da lei odiata "sinistra" (Verdi, Sinistra Democratica, Pdci e Rifondazione Comunista) sono proprio i 4 più "virtuosi" in termini di presenze.
D'altronde la scarsa informazione che questo paese fornisce al suo popolo la avvantaggia davvero tanto in queste sue crociate che un rompiscatole come me definirebbe da Bar dello Sport.
In ogni caso l'avversione politica che è esistita finora tra me, povero cittadino ignorante e malfidato, e lei, illuminato riformatore di questo paese, è nulla in confronto a quella che esiste quest'oggi.
Faccio difficoltà anche a trovare i termini per definire la mia reazione umana di fronte alla bassezza politica e alla follia dialettica con la quale lei è arrivato a definire gli studenti che manifestano contro le politiche economiche e anti-culturali del governo di cui fa parte "guerriglieri che verranno trattati come guerriglieri".
Ha basato questa dichiarazione del tutto idiota su un dato di fatto che alberga solo nella sua mente (e forse di qualche suo fedele adepto): l'Onda studentesca elettoralmente non esiste, quindi sono guerriglieri, clandestini.
Probabilmente per lei se qualcuno non ha un nome di partito alle spalle o un simbolo elettorale non conta nulla in questo paese. Poiché non ci sono liste elettorali nelle università con la parola "Onda", allora essa non esiste. E' questo il suo ragionamento, mi pare di capire.
Potrei stare qui a spiegarle che l'Onda non è un'associazione come l'ha definita lei, ma un movimento, ma si tratterebbe di spiegare l'attualità ad uno che evidentemente ha passato gli ultimi mesi nascosto in un tombino, per non sapere fatti di questo tipo.
Oppure, qualora lei volesse fare riferimento a quegli studentacci di sinistra, che non rappresentano nessuno, potrei stare qui a raccontarle che nelle elezioni per il CNSU (il parlamentino nazionale degli studenti universitari) la lista che ha ottenuto in assoluto più voti è proprio quella di quei lavativi, nullafacenti, perditempo e terroristi della sinistra.
Potrei spiegarle che la "violenza" degli studenti di cui parla lei, la violenza del lancio di una scarpa contro gli agenti di polizia, non è certo più grave o ingiustificata di quella compiuta da forze dell'ordine che hanno caricato deliberatamente un gruppo di studenti pacifici che chiedevano di manifestare attraversando un cancello che però non rientra tra i percorsi ammessi dal sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Potrei continuare all'infinito, ma probabilmente rivolgersi ad uno come lei così innamorato della sua voce e della sua persona al punto tale dal non riuscire ad ascoltare gli altri è tempo sprecato.
Pertanto la saluto, augurandole buon lavoro, perché è ciò di cui l'Italia avrebbe bisogno.
Un "guerrigliero".
Alessandro Tauro
Fonte articolo
MALGOVERNO NELLA P.A.In quel di Castelraimondo serve maggiore vigilanza e controllo sul territorio(consiglio comunale del 12/1/2008).Dal febbraio 2002 l’amministrazione comunale tiene,illegittimamente demansionato,estromesso,eliminato dall’ufficio il comandante dei vv.uu;(uno dei quattro dipendenti comunali laureati,di ottima condotta morale e civile,incensurato,senza alcun procedimento penale o giudiziario a carico),sostanzialmente senza fare quasi niente,a spese del contribuente.(Vedere sentenza di condanna del comune,immediatamente esecutiva ex art 282 cpc,in internet,alla voce DEMANSIONAMENTO CAMERINO)
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