Il 2 aprile 2009 , in una riunione presso la Provincia di Pistoia sono stati diffusi i risultati di esami fatti su matrici biologiche ( latte, uova, carne di manzo, pollo ecc) eseguiti - su forte pressione dell’ opinione pubblica- in seguito all’ incidente occorso nell’ estate del 2007 all’inceneritore di Montale (PT), incidente che comportò sforamenti notevoli per diossine e similari e che portò alla sua chiusura, purtroppo, temporanea. Orbene questi valori sono assolutamente preoccupanti e nella carne di pollo si arriva a livelli di diossine e PCB dioxin like fino a oltre 10 volte il limite ammesso.
Il limite per la commercializzazione di carne di pollo è 4 ng/kg e su 8 campioni di carne di pollo 5 sono nettamente oltre il limite ( fino a 10 volte tanto) e fra i restanti tre due in soglia comunque di attenzione Anche altre matrici sono risultate contaminate: uova di gallina 7,43 , uova di oca 10.31 (il limite per le uova è 6 ng/kg ). Nell’ unico campione di carne bovina è stato riscontrato un valore di 5.49., superiore al limite ammesso.
Nessuna ordinanza di divieto per il consumo è stata fatta in quanto si è affermato, testualmente, che “questi non sono alimenti” . Ci si chiede come le Istituzioni preposte intendano tutelare la salute pubblica visto che il comunicato stampa diffuso dopo 90′ dal termine della riunione è assolutamente tranquillizzante, nega la correlazione con le emissioni dell’ inceneritore e trascura il fatto che il campione con il risultato più alto (46.2) considerato in “zona bianca” è situato a poche centinaia di metri da un altro impianto di incenerimento!
Si rassicurano i cittadini affermando che si tratta di impianti modello, che il monitoraggio è continuo e ci si accorge - dagli stessi dati forniti dal gestore dell’ impianto - che nel mese di febbraio esso ha lavorato per oltre 60 ore senza carboni attivi ( deputati all’ abbattimento delle diossine) e che le Autorità competenti non se ne erano neanche accorte!
Il limite per la commercializzazione di carne di pollo è 4 ng/kg e su 8 campioni di carne di pollo 5 sono nettamente oltre il limite ( fino a 10 volte tanto) e fra i restanti tre due in soglia comunque di attenzione Anche altre matrici sono risultate contaminate: uova di gallina 7,43 , uova di oca 10.31 (il limite per le uova è 6 ng/kg ). Nell’ unico campione di carne bovina è stato riscontrato un valore di 5.49., superiore al limite ammesso.
Nessuna ordinanza di divieto per il consumo è stata fatta in quanto si è affermato, testualmente, che “questi non sono alimenti” . Ci si chiede come le Istituzioni preposte intendano tutelare la salute pubblica visto che il comunicato stampa diffuso dopo 90′ dal termine della riunione è assolutamente tranquillizzante, nega la correlazione con le emissioni dell’ inceneritore e trascura il fatto che il campione con il risultato più alto (46.2) considerato in “zona bianca” è situato a poche centinaia di metri da un altro impianto di incenerimento!
Si rassicurano i cittadini affermando che si tratta di impianti modello, che il monitoraggio è continuo e ci si accorge - dagli stessi dati forniti dal gestore dell’ impianto - che nel mese di febbraio esso ha lavorato per oltre 60 ore senza carboni attivi ( deputati all’ abbattimento delle diossine) e che le Autorità competenti non se ne erano neanche accorte!
C’è da rimanere sconcertati, nonostante l’evidenza dei dati, si continua a “promuovere” l’incenerimento e letteralmente si afferma:
“Personalmente - ha dichiarato Giovanni Romiti — ringraziando per l’importante contributo fornito da ARPAT e AUSL e per la sua alta valenza scientifica, non mi rimane che aggiungere, d’accordo con le affermazioni ufficiali dell’Ordine dei Medici, che ‘/occorre avere fiducia nei propri medici, nelle istituzioni sanitarie pubbliche per non indebolire quell’alleanza di valori e di interessi civili e sociali senza i quali un Paese che deve scegliere non può e non sa scegliere’./ Altresì d’accordo con il Prof. Umberto Veronesi e con l’Associazione Italiana di Epidemiologia, che ‘/la valutazione delle poche osservazioni epidemiologiche disponibili non depone per un incremento di rischio per la salute umana del trattamento dei rifiuti mediante incenerimento in impianti basati sulle migliori tecnologie disponibili. /Infine, registro con soddisfazione come la recentissima Direttiva dell’U.E. (in linea con la volontà, pressoché unanime del Consiglio Provinciale) conferma il ‘/recupero di energia/’ nella /gerarchia delle politiche di gestione dei rifiuti. / ”
E’ penoso constatare ancora una volta che le Istituzioni sono lontane dai veri problemi dei cittadini- la Salute innanzi tutto- sono acquiescenti nei confronti di grandi e piccole lobbies e che, nonostante i danni acclarati alla Salute umana, ascoltano solo ciò che vogliono sentire, riportando le prese di posizioni di una parte minoritaria della Comunità Scientifica, stravolgendo anche le prese di posizioni, tutt’altro che favorevoli agli inceneritori, come quella degli Ordini dei Medici. Ricordo che in un momento di crisi la giusta filiera dei rifiuti che ne preveda riciclaggio e riuso comporta occupazione e recupero di risorse.
Il Centro di Vedelago che ha un bacino di utenza 1.150.000 abitanti, riceve i rifiuti urbani e i materiali post-consumo dalle attività produttive della Provincia di Treviso e nel 2008 ha trattato 27.062,730 tonnellate dando lavoro a 61 persone ( 45 operai, 12 impiegati, 4 autisti).
Se le 800.000 ton bruciate a Brescia ogni anni fossero trattate secondo questo metodo si darebbe lavoro a 1.800 persone!
Se le 800.000 ton bruciate a Brescia ogni anni fossero trattate secondo questo metodo si darebbe lavoro a 1.800 persone!
Ah, ….. dimenticavo, forse qualche disoccupato in più ci sarebbe fra gli “addetti” alla salute.
Patrizia Gentilini
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