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Con 318 milioni di euro l’Italia è il primo paese europeo ad aver ottenuto illecitamente i fondi europei nel 2006, ma è soltanto il quinto per il numero di casi denunciati.
Nel rapporto dell’Olaf, l’ufficio europeo per la lotta alla frode, il paese col maggior numero di inchieste avviate è la Romania: 95 seguito dall’Italia con 80.
Dall’ultima indagine pubblicata sul sito della Corte dei conti sulle irregolarità e frodi che riguardano il Fondo sociale europeo (FSE), emerge che nel 2003 i casi irregolari di richiesta fondi provenienti dall’Italia furono 26. Nel 2007 sono diventati 180, con un incremento del 535%.
L’aumento dei fondi da recuperare in Italia è balzato a 768 milioni e mezzo di euro, di cui 118 per il Fse (15,4%) in gran parte dalle amministrazioni centrali, a cominciare dal Ministero del lavoro, primo per numero di casi irregolari col 78%. Dal 2003 al 2007 la sede dell’welfare ha fatto registrare 23 casi di frode, con un danno di 6,7 milioni di euro. Oggetto del danno sono stati documenti di spese falsi, importi di noleggio di attrezzature gonfiati e infrazioni alle norme di aggiudicazione degli appalti pubblici.
Nella relazione di sintesi si legge che “ritardi nelle segnalazioni delle irregolarità, oltre agli evidenti riflessi in ordine alla possibile adozione di tempestive iniziative di contrasto a livello regionale, nazionale, e comunitario, ha compromesso, in molti casi, le possibilità di effettivo recupero delle somme indebitamente erogate e, per ciò, il corretto utilizzo delle risorse per le finalità di coesione e sviluppo.
Per quanto riguarda il Fse, l’entità delle irregolarità accertate dai magistrati contabili a carico del Ministero degli Esteri è di 362 mila euro. Soltanto per l’iniziativa “L’arte pittorica italiana sul tema dell’Europa, dea di ieri e di oggi” le spese false superano i 111 mila euro, che la Corte dei conti dovrà recuperare.
Un’ipotesi di truffa aggravata e falso in atto pubblico per le gravi irregolarità nel rispetto della normativa comunitaria sul FSE, riguarda altri 2 progetti della Farnesina: “La dimensione europea dell’educazione” (titolo azzeccato) svolto a Colonia per 121 mila euro e “In difesa della lingua italiana” realizzato a Londra per lo stesso importo.
4 i casi di frode accertata a carico del Ministero dell’Interno, per un totale di 305 mila euro da recuperare per il progetto “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”.
10 frodi per “dichiarazioni false per l’avvio di attività formativa” provengono dal Ministero dello Sviluppo economico per un totale di 550 mila euro da recuperare. Con un provvedimento l’autorità giudiziaria ha escluso per un anno dai finanziamenti pubblici quelle stesse persone per le quali erano già stati accertati casi di truffa aggravata.
570 mila euro sono da recuperare dal Ministero dell’Università e della ricerca, per 3 casi di frode con fatture e autocertificazioni false.
L’indagine della Corte dei conti ha accertato decine di frodi nel reperimento dei fondi comunitari anche a carico delle regioni.
La Lombardia è in testa alla classifica con 169 casi aperti, seguita dalla Campania (52) Lazio e Sicilia entramnbe a 45. Numeri da brivido e da riempire tutti i telegiornali se si considera che “per quanto attiene alla tipologia delle irregolarità, come risulta dalla banca dati, si manifesta presso tutte le amministrazioni una sostanziale uniformità di pratiche. Sono prevalenti, fra i casi segnalati, le ipotesi di frode rispetto alle irregolarità, spesso poste in essere con la falsa attestazione di attività di formazione mai realizzate o con altre modalità truffaldine”. Nel mirino corsi di formazione inesistenti o fatture per prestazioni false dai quali, per ora, è ancora esente il Veneto.
La Corte dei conti è la stessa che il governo vuole mettere sotto controllo. Diffondiamo la Rete.
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