Passione reporter

Robert Capa diceva che se una fotografia non era come ce la si aspettava il motivo era semplice: non ci si era avvicinati abbastanza al soggetto. Raffaele Ciriello, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Maria Grazia Cutuli, Enzo Baldoni, Antonio Russo, all'obbiettivo, alla notizia, alla verità si sono avvicinati davvero, ed è forse anche per questo che hanno person la vita: i loro servizi sarebbero stati "troppo veri".

In “Passione reporter” il giornalista Daniele Biacchessi ha raccolto le storie di questi appassionati ricercatori di verità, storie che diventano esempi di un giornalismo ormai in disuso: esagerati i costi per mantenere un inviato all'estero, troppi i rischi per un free lance che, nella precarietà del proprio contratto, non se la sente certo di rischiare di saltare su una mina, o di farsi trivellare di colpi da un cecchino in una zona di guerra, o magari di farsi rapire e "chissà se qualcuno pagherà il riscatto per me".

Forse. Perchè in verità giornalisti che rischiano la vita, professionisti dell'informazione che hanno perso la loro, ci sono e ci sono stati ed ora ricordare la loro storia è un "compito a casa" che dovremmo svolgere. Non dimenticare significa anche dare la forza e il coraggio di continuare su questa strada anche a chi si affaccia ora sul ponte pericolante dell'informazione contemporanea: lo si può ancora attraversare,certo, ma i pezzi continuano a cadere nel vuoto opaco dell'informazione controllata e sta ai lettori non abbandonare la voglia di sapere, di conoscere, di capire.

Biacchessi Daniele, Passione reporter. Il giornalismo come vocazione, Chiarelettere, pp. 230, euro 12.60, www.chiarelettere.it

di Federica Giordani

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