Un libro e una testimonianza
"Avevo sei anni e mezzo" non è un libro contro la pedofilia. Quella di Simone Di Maggio, autore e protagonista della vicenda narrata, è la toccante confessione di una vittima della pedofilia, la storia vera del tempo e della sofferenza intercorsi tra un abuso e la rielaborazione del trauma. Simone è ormai adulto ma il Falco – è così che chiama la persona che abusò di lui - è rimasto con lui per anni "come un dolore sotto pelle", un disagio che per due decenni si è manifestato con angosce e attacchi di panico improvvisi. E proprio quando all’autore sembrava di aver rimosso tutto quanto, il Falco si è ripresentato nella sua vita: da qui il ricorso alla psicoterapia e perfino all'ipnosi per riportare a galla ogni cosa e riappropriarsi della propria vita. Parte del ricavato della vendita del libro, edito da Fazi Editore, sarà devoluto a La Caramella Buona Onlus, da oltre dodici anni in prima linea nel sostegno alle vittime della pedofilia. Simone Di Maggio ha raccon
tato a Tgcom il percorso che l’ha portato alla scrittura di Avevo sei anni e mezzo.
E’ la prima volta in Italia che una vittima della pedofilia racconta la sua esperienza senza ricorrere ad uno pseudonimo. Come nasce il tuo libro? Cosa ti ha spinto a scrivere e a far conoscere agli altri una vicenda così dolorosa?
Il libro è "l’evoluzione" del blog che avevo aperto subito dopo essermi liberato di questo peso. Cercavo il confronto con qualcuno che avesse avuto la mia stessa esperienza: in due mesi ho avuto più di 20.000 contatti e così ho deciso di scrivere la mia storia. Il mio non è un libro contro la pedofilia, ma un messaggio che ho voluto lanciare alle vittime: anche dopo una brutta esperienza come questa si può continuare a vivere. Scrivere mi ha aiutato a livello personale, anche se durante la stesura ho avuto dei momenti di debolezza. Li ho superati pensando che raccontando la mia storia avrei aiutato altre persone. Ora sono molti quelli che mi contattano, tanti mi raccontano che proprio grazie al mio libro sono riuscite finalmente ad aprirsi. Perché purtroppo quando si è vittima di abusi ci si sente soli, si pensa di essere gli unici a cui è capitato. E ci si vergogna: è la vergogna la più grande alleata dei pedofili, non la paura.
Che aiuto avresti voluto? E secondo te che parole vorrebbe sentirsi dire un bambino che è vittima di abusi da parte di un pedofilo?
Quelle che mi sono sentito dire io: che non è stata colpa mia, che io ero "dalla parte giusta". Capire che non ero colpevole di ciò che era successo mi ha aiutato a liberarmi di questa brutta esperienza. Quando ho raccontato tutto ai miei familiari, poi, avevo paura della loro reazione: al contrario, sono stati "contenti" che io sia riuscito ad aprirmi con loro.
Si può perdonare?
Penso che le vittime, in genere, non provino rabbia ma un sentimento particolare di compassione e di pena nei confronti della persona che abusava di loro. Non ho nessuna voglia di vendetta: penso che un pedofilo sia una persona con dei gravi problemi che esterna in questa maniera. La cosa più positiva per me è stata la reazione di mio padre quando ha saputo l’identità del Falco: non ha seguito l’impulso di andare da lui e fargli del male, ma ha tenuto il dolore e il desiderio di vendetta dentro di sé e ha pensato soprattutto ad aiutarmi. Se si fosse messo nei guai a causa mia avrei provato un forte senso di colpa, questa volta reale.
Francesca Scarabelli (TGcom)
Un esordio narrativo che è un grido di dolore , una confessione lucida e consapevole dell’oggi trentenne Simone Di Maggio. Attraverso una scrittura tesa, a tratti commovente a tratti spietata come può essere la vita, Di Maggio racconta sotto forma di romanzo le conseguenze delle “attenzioni” ricevute quando era bambino. Una rielaborazione degli abusi subiti che diventa liberazione dall’ombra della pedofilia e insieme romanzo rivelazione di un raro talento di scrittura. Dal parco alla periferia torinese di un’infanzia violata, tra cigolii d’altalena, mamme che urlano di gioia, all’ombra del Falco, l’uomo che con carezze e apparenti dolcezze per anni vivrà nei “luoghi oscuri” della vita del protagonista. Un libro toccante: scritto come una partitura di violino tra gli spartiti imprevedibili della mostruosità umana.
di Gian Paolo Serino
(critico letterario)
"Avevo sei anni e mezzo" non è un libro contro la pedofilia. Quella di Simone Di Maggio, autore e protagonista della vicenda narrata, è la toccante confessione di una vittima della pedofilia, la storia vera del tempo e della sofferenza intercorsi tra un abuso e la rielaborazione del trauma. Simone è ormai adulto ma il Falco – è così che chiama la persona che abusò di lui - è rimasto con lui per anni "come un dolore sotto pelle", un disagio che per due decenni si è manifestato con angosce e attacchi di panico improvvisi. E proprio quando all’autore sembrava di aver rimosso tutto quanto, il Falco si è ripresentato nella sua vita: da qui il ricorso alla psicoterapia e perfino all'ipnosi per riportare a galla ogni cosa e riappropriarsi della propria vita. Parte del ricavato della vendita del libro, edito da Fazi Editore, sarà devoluto a La Caramella Buona Onlus, da oltre dodici anni in prima linea nel sostegno alle vittime della pedofilia. Simone Di Maggio ha raccon
tato a Tgcom il percorso che l’ha portato alla scrittura di Avevo sei anni e mezzo.
E’ la prima volta in Italia che una vittima della pedofilia racconta la sua esperienza senza ricorrere ad uno pseudonimo. Come nasce il tuo libro? Cosa ti ha spinto a scrivere e a far conoscere agli altri una vicenda così dolorosa?
Il libro è "l’evoluzione" del blog che avevo aperto subito dopo essermi liberato di questo peso. Cercavo il confronto con qualcuno che avesse avuto la mia stessa esperienza: in due mesi ho avuto più di 20.000 contatti e così ho deciso di scrivere la mia storia. Il mio non è un libro contro la pedofilia, ma un messaggio che ho voluto lanciare alle vittime: anche dopo una brutta esperienza come questa si può continuare a vivere. Scrivere mi ha aiutato a livello personale, anche se durante la stesura ho avuto dei momenti di debolezza. Li ho superati pensando che raccontando la mia storia avrei aiutato altre persone. Ora sono molti quelli che mi contattano, tanti mi raccontano che proprio grazie al mio libro sono riuscite finalmente ad aprirsi. Perché purtroppo quando si è vittima di abusi ci si sente soli, si pensa di essere gli unici a cui è capitato. E ci si vergogna: è la vergogna la più grande alleata dei pedofili, non la paura.
Che aiuto avresti voluto? E secondo te che parole vorrebbe sentirsi dire un bambino che è vittima di abusi da parte di un pedofilo?
Quelle che mi sono sentito dire io: che non è stata colpa mia, che io ero "dalla parte giusta". Capire che non ero colpevole di ciò che era successo mi ha aiutato a liberarmi di questa brutta esperienza. Quando ho raccontato tutto ai miei familiari, poi, avevo paura della loro reazione: al contrario, sono stati "contenti" che io sia riuscito ad aprirmi con loro.
Si può perdonare?
Penso che le vittime, in genere, non provino rabbia ma un sentimento particolare di compassione e di pena nei confronti della persona che abusava di loro. Non ho nessuna voglia di vendetta: penso che un pedofilo sia una persona con dei gravi problemi che esterna in questa maniera. La cosa più positiva per me è stata la reazione di mio padre quando ha saputo l’identità del Falco: non ha seguito l’impulso di andare da lui e fargli del male, ma ha tenuto il dolore e il desiderio di vendetta dentro di sé e ha pensato soprattutto ad aiutarmi. Se si fosse messo nei guai a causa mia avrei provato un forte senso di colpa, questa volta reale.
Francesca Scarabelli (TGcom)
Un esordio narrativo che è un grido di dolore , una confessione lucida e consapevole dell’oggi trentenne Simone Di Maggio. Attraverso una scrittura tesa, a tratti commovente a tratti spietata come può essere la vita, Di Maggio racconta sotto forma di romanzo le conseguenze delle “attenzioni” ricevute quando era bambino. Una rielaborazione degli abusi subiti che diventa liberazione dall’ombra della pedofilia e insieme romanzo rivelazione di un raro talento di scrittura. Dal parco alla periferia torinese di un’infanzia violata, tra cigolii d’altalena, mamme che urlano di gioia, all’ombra del Falco, l’uomo che con carezze e apparenti dolcezze per anni vivrà nei “luoghi oscuri” della vita del protagonista. Un libro toccante: scritto come una partitura di violino tra gli spartiti imprevedibili della mostruosità umana.
di Gian Paolo Serino
(critico letterario)
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leggendo soprattutto la parte dove spiega i sentimenti...che prova una persona stuprata...o molestata...riconosco la storia come reale, xke molti oggi scrivono fasita' pur di farsi conoscere. la riconosco come vera...xke sono gli stessi sentimenti che ho provato e provo oggi io. da ex bambina molestata e donna stuprata. Trisha
RispondiEliminaciao si infatti questa è una storia vera
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