30/04/09

Veronica Lario, le veline e la censura delle bugie del premier sui fondi per l'Abruzzo


Utile inconsapevole. E' questo il ruolo che in questi giorni, inconsciamente, ha ricoperto la signora Veronica Lario in Berlusconi. Perlomeno sull'utilità che ha fornito a suo marito non si discute. Sull'inconsapevolezza invece non ci giurerei.

La questione dei "candidati-immagine-strappa-voti-e-senza-competenze" è un problema reale in questo paese dove la politica sta lasciando posto al marketing, ed è pericoloso anche il solo sottovalutare una questione di questo tipo.
Ma non è questo il nodo chiave su cui si è concentrata l'attenzione dei media italiani nelle ultime 48 ore. Un problema delle candidature (per di più generato a partire da semplici indiscrezioni giornalistiche) si è trasformato in una bega prettamente familiare di Casa Berlusconi. Vinta 10 a zero dal premier, con la presentazione delle liste definitive prive delle cosiddette veline (esclusa la candidata Matera) che distruggono l'intero "impianto accusatorio".
Perché questa è la versione vincitrice che emergerà nelle prossime ore, in una sorta di prosecuzione del tormentone: Berlusconi ha smentito la moglie e "la stampa di sinistra". Con buona pace di Repubblica che si starà godendo il picco di copie vendute e starà pensando all'ultimo favore fatto al caro premier.

E in tutto questo finto-tormentone, in cui il protagonista della maggioranza è Berlusconi e il suo avversario di opposizione è sempre lui (o al più sua moglie), l'attenzione devia sulla gossipolitica, lasciando in ombra altre questioni, che forse in un paese con un migliore senso delle priorità avrebbero meritato più attenzione e coinvolgimento popolare.
Perché questo è il più grosso favore fatto al nostro capo di governo.

Nemmeno una settimana fa il premier dichiarava con entusiasmo il via libera decretato dal Consiglio dei Ministri per la spesa di 8 miliardi per l'Abruzzo: 1,5 per l'emergenza attuale e 6,5 per la ricostruzione. Una dichiarazione riportata su tutti i mezzi di informazione come una realtà inconfutabile.

E' del 28 aprile, due giorni fa, in piena esplosione tormentone "Veline-Lario-Berlusconi", l'approvazione in Consiglio dei Ministri del vero Decreto Legge numero 39 sullo stanziamento dei fondi per la ricostruzione delle città abruzzesi colpite dal terremoto.
Un decreto-legge che presenta molte, moltissime sorprese in negativo, rispetto a quanto annunciato 7 giorni prima tra il plauso e l'amore reverenziale di opposizione e giornalisti, una sorpresa che un giornalista serio avrebbe dovuto mettere in luce. Ma siamo in Italia, l'Italia di Berlusconi e di Repubblica.

Il decreto legge è chiarissimo: 5,8 miliardi è la spesa complessiva prevista per l'Aquila e dintorni, comprensiva di emergenza e ricostruzione. 2,2 miliardi in meno rispetto a quanto annunciato.

Il bello arriva quando si vanno ad analizzare le cifre per ogni singola destinazione. La quantità di fondi per la vera e propria ricostruzione di abitazioni, negozi ed edifici in genere consiste in soli 3,1 miliardi di euro, spalmati per di più in 24 anni.

E' questo stesso decreto a mostrare la falsità e la menzogna delle previsioni del governo, quando si annunciava che si sarebbe ricostruito tutto e subito, mentre invece c'è chi potrà godere dei fondi per la ricostruzione della propria abitazione non prima del 2032.

I fondi per l'emergenza ammontano per i prossimi mesi a circa 660 milioni di euro, al posto degli 1,5 miliardi "annunciati al popolo".

Circa 200 milioni di euro il costo per l'organizzazione del G8 a l'Aquila secondo quanto dichiarato da Re Silvio. 200 milioni per 3 giorni di summit. I soldi stanziati per la ricostruzione in tutto l'anno 2010 ammontano invece a 88 milioni.
200 milioni per 3 giorni di G8, 88 milioni per un anno di ricostruzione.

Ecco qui le priorità del vostro governo. E assieme ad esse valutate quelle degli pseudo-giornalisti che popolano il nostro paese e quelle dei presunti leader dell'opposizione parlamentare, impegnati a disquisire su veline e diciottenni.

Un'altra Italia è possibile. Ma di certo non è questa...

Fonte articolo


Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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