20/04/09

Willy il coyote e la fine della Crisi

willy volante

Ve lo ricordate Willy il coyote, quando cerca di camminare sull'aria, essendosi trovato inopinatamente sospeso al di la dell'orlo di un precipizio?

La situazione americana e, di conseguenza, anche la nostra, mi sembra alquanto simile. Il rallentamento della Crisi, il suo presunto alleggerimento o addirittura i pallidi segni di una più o meno lontana ripresa, a cui già numerosi esperti di nowcasting finanziario dicono di cominciare a credere, sono il risultato di un vertiginoso ed insostenibile indebitamento dello stato, frutto di un deficit gigantesco, che sta addirittura accellerando e che, già nelle probabilmente troppo rosee previsioni di Obama, non ha precedenti ne nella storia degli Stati Uniti ne in quella degli altri paesi occidentali ( eccettuati, naturalmente, i momenti di guerra e/o di default).

Non si tratta di catastrofismo, i numeri sono li per dircelo.

E' opportuno ricordarli, in modo che ciascuno possa trarre le sue personali conclusioni, magari ricordandosi che in Italia, dopo venti anni, stiamo ancora scontando un periodo di finanza pubblica allegra durato meno di dieci anni, comunque infinitamente meno sbilanciato rispetto ai livelli di deficit raggiunti dall'amministrazione Usa.

Partiamo da dieci anni fa.

Dopo gli anni di finanza allegra Reaganiana (la tanto elogiata Reaganonimics) Clinton, complice un momento irripetibile dell'economia, riusci non solo a portare i bilanci in pareggio ma addirittura in surplus, cominciando cosi a ridurre il debito pubblico anche in termini nominali.

Nel 1998,si prevedeva, continuando sulla strada virtuosa intrapresa, di annullare il debito pubblico in poco più di dieci anni.

debito pil

Le cose, come è noto sono andate MOLTO differentemente.

La fine della bolla delle "dot companies", l'11 Settembre, le guerre e poi l'esplosione della bolla immobiliare, culminata con la crisi dei mutui subprime, hanno portato a raddoppiare il debito pubblico in meno di dieci anni. All'inizio in modo "controllato"

debito pil veri

Ma negli ultimi diciotto mesi in modo vertiginoso.

Facciamo un riassunto.

Nel 2000 siamo a quota 5.600 miliardi di dollari.

A fine 2005 il debito arriva a 8.000 miliardi di dollari.

A Gennaio 2008 il Debito tocca i 9.000 miliardi di dollari il 64 del PIL 2008.

A Settembre 2008 siamo a 10.000 miliardi di dollari . Il 67% del PIL.

A Marzo 2009 Siamo a 11.000 miliardi di dollari. Il 70% del PIL.

Il Debito attualmente previsto per la fine dell'anno 2009 è di 12600 miliardi di dollari ( ma con parecchie assunzioni decisamente ottimistiche, sia sul fronte delle entrate che su quelle delle uscite).

Quello che si prevede, quindi, nel migliore dei casi, è un aumento, se va MOLTO bene, del 26% del debito pubblico su base annua, 2009 su 2008, con un deficit di bilancio, per il 2009, di oltre il 25 % del PIL USA 2008. Probabilmente, vicino al 30% di quello del 2009.

Sono cifre senza precedenti, paragonabili, come avevo fatto presente, a quelle dell'Argentina del default, della Repubblica di Weimar, di uno degli stati coinvolti nella Seconda guerra mondiale.

Il piano di rientro prevede una traiettoria di ritorno ad una relativa normalità ( sempre con deficit di bilancio oltre il 3% del PIL) per il 2013, alla fine del mandato di Obama.

Tutto questo se non salta fuori niente di nuovo, se non ci sono altri clamorosi bailout per il sistema assicurativo e bancario, se la situazione internazionale non richiede nuovi interventi militari, se l'economia americana arresta rapidamente la sua discesa.

Anche cosi stando le cose, i 16.200 miliardi di dollari di debito, previsti per il 2013, saranno probabilmente superiori al 110% del Prodotto interno lordo, superando quindi anche il nostro tanto bistrattato 106%.

Con questo gli USA entreranno, ufficialmente, nel ben poco prestigioso club delle nazioni con le finanze pubbliche più dissestate.

In ogni caso gli spazi di manovra sono quasi finiti: o Willy riesce ad afferrarsi all'orlo del precipizio o la forza di gravità si incaricherà di ricordargli che l'aria non è in grado di sostenere un corpo con il suo peso specifico.

Fonte articolo

La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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