07/05/09

I VERI CRIMINALI

In questi tempi duri per l’economia è di cruciale importanza scovare e punire i responsabili del caos in cui ci troviamo oggi. Cercare i colpevoli, tuttavia, non è stato compito facile. Perché come tutti sappiamo capitalismo, affarismo e imperialismo alla maniera americana sono fondamentalmente solidi. Così possiamo scordarci di puntare il dito contro Wall Street, Big Oil e il complesso militare-industriale, che rappresentano l’apogeo sacro del nostro grande sistema capitalistico e che sono come tali irreprensibili.

Ma che daremmo per poter incolpare qualcuno! Le fiaccole che ondeggiano sul volto attonito di qualcuno, conficcare i forconi dove fa davvero male! Solo il pensiero infonde calore nel nostro cuore collettivo, vero? Ma la domanda è: chi ritenere responsabile, e chi punire?

Dalla disperazione, mi sono ridotto ad esaminare la lista dei dieci criminali più ricercati dalla FBI, dove ho trovato “Usama Bin Laden”, che occupava il secondo posto. Ma dato che l’FBI ha cercato “Usama” per ormai quasi otto anni, si può solo sperare che lo prendano prima che muoia di vecchiaia. In ogni caso è improbabile che i nostri forconi lo preoccupino più di tanto.

Ciononostante, guardare la lista dell’FBI mi ha ispirato a creare una lista tutta mia -- una lista di alcuni degli uomini e delle donne che, a causa della loro filosofia e delle loro azioni, rappresentano una minaccia chiara e presente per i valori americani a noi tanto cari come il consumo smodato, i “liberi” mercati, e il diritto di bombardare anche l’anima di qualunque individuo o nazione tanto sconsiderati da esserci da intralcio.

Dato che sono soltanto un individuo e non un’agenzia, la mia lista conta solo cinque persone anziché dieci, ma credo che ce ne siano di più in giro. Signori e signore, ecco a voi i veri criminali. Sono tutti più facili da prendere di “Usama”, -- in effetti, uno di loro è in detenzione in questo preciso momento. Accendiamo quelle fiaccole e assicuriamoci che i forconi siano pronti all’azione. Ecco il primo di questi schifosi anti-americani.

L’eco-terrorista

Il Criminale: Tim De Christopher, 27 anni, studente di economia presso l’università dello Utah

Non lasciatevi ingannare dalla sua aria da ragazzino. Questo giovane è un tipo senza scrupoli che ha avuto la faccia tosta di sovvertire il normale corso degli affari di questa nostra grande patria. E non si è nemmeno scusato.

Il Crimine: De Christopher si è infiltrato in una vendita all’asta dove parti della “red-rock country” dello Utah venivano vendute come lotti per petrolio e metano. Con calma insolenza, il giovane sedeva nel gruppo degli offerenti e munito di apposita paletta ha rilanciato i prezzi degli appezzamenti finché non è stato scortato fuori dalle forze dell’ordine. Gli uomini d’affari così ingiustamente truffati erano cittadini innocenti che rispettano la legge e che esercitavano pacificamente il loro diritto di saccheggiare le risorse naturali della nostra terra. Uno di loro si è lamentato che la sua ditta ha perso $ 600 000 dollari a causa delle subdole azioni di De Christopher. Dovremmo avere sincera compassione per queste ordinarie persone che cercavano solo di trivellare parte del paesaggio più bello e intatto dello Utah per petrolio e metano. Di certo avranno diritto alla vita, alla libertà, e al perseguimento del profitto.

La Sentenza: De Christopher ha detto che sapeva che sarebbe andato a finire in carcere, ma ha persistito con le sue attività di deliberata violazione dei diritti della specie a rischio di estinzione dei trivellatori di petrolio e metano. L’interpretazione più indulgente delle sue azioni è che la sua ideologia regressiva gli abbia fatto il lavaggio del cervello, nel cui caso sembra indicato un corso di “riprogrammazione”. Posso suggerire qualcosa sul modello di Stanza 101, con il civile O’Brien di Millenovecentoottantaquattro di Orwell, dove il testardo e ribelle Winston ha imparato la salutare lezione che sebbene due più due fa solitamente quattro, “qualche volta fa cinque” [1*]?

Alcune persone al Museo del Creazionismo di Petersburg, Kentucky, hanno pareri che offrono incoraggianti paralleli tratti dal mondo reale alla logica innovativa di O’Brien. De Christopher cita “il pericolo imminente del cambiamento climatico” come una delle preoccupazioni che ha motivato le sue azioni. I fanatici del Creazionismo del museo, seppure costretti alla fine ad ammettere la realtà dell’aumento delle temperature della terra, nutrono tuttora seri dubbi sul ruolo che l’uomo ha giocato in tale cambiamento. Credono anche che la Bibbia sia da prendere alla lettera, compreso quello che Bill Maher ha chiamato “il serpente parlante” e pertanto non tengono conto della teoria dell’evoluzione di Darwin. Il museo farebbe questo. Perciò fornite un ambiente ideale affinché De Christopher impari ad ignorare i piccoli dettagli cavillosi come le prove scientifiche. È ancora giovane; c’è ragione di sperare che con tempo e pazienza, e sotto l’abile guida dei seguaci del Creazionismo, sviluppi l’abilità di riuscire a distinguere la verità dalle favole, fatto e finzione, che sembra tristemente non possedere al momento.

Come sappiamo, molte persone che credono nel “serpente parlante” credono anche nella pena di morte e nelle punizioni corporali. In effetti ci sono delle speciali palette in vendita per genitori credenti con cui possono castigare i propri bambini secondo la volontà di Dio. E dato che De Christopher ha usato una paletta come proprio strumento di peccato, c’è una certa giustizia nell’usare tali sante palette per farlo ragionare a tempo di botte.

Il Punitore: nell’interesse della giustizia, questa punizione dovrebbe essere inflitta da parte di un membro del calunniato gruppo dei trivellatori di petrolio e metano. Viene in mente il nome del defunto Lawrence G. Rawl, che fu direttore generale della Exxon Mobil al tempo della fuoriuscita di petrolio della Exxon-Valdez del 1989. Chi può scordare la reazione di Rawl all’incidente che ha rovinato la fauna locale, ha gravemente danneggiato i mezzi di sostentamento dei pescatori locali e rimane un perfetto esempio di uno dei più grandi disastri ambientali fino al giorno d’oggi? I dirigenti della Exxon erano molto preoccupati in quel momento -- preoccupati che la società avrebbe dovuto fare il doloroso passo di alzare il prezzo del carburante per pagare il costo della bonifica, e lo stesso Rawl aspettò solo sei settimane prima di visitare il luogo della fuoriuscita. Un solido cittadino e businessman come lui sarebbe stato la scelta ideale per dare a De Christopher il linciaggio che ben merita. Forse l’attuale presidente della Exxon Mobil potrebbe farci questo onore, come tributo alla memoria del suo predecessore.

DI PUBALI RAY CHAUDHURI

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