- inquinamento: emissioni atmosferiche, scarichi idrici, rifiuti, inquinamento dei suoli, etc;
- degrado: perdita della biodiversità, erosione del suolo, salinizzazione, etc;
- gestione delle risorse naturali in un’ottica di sostenibilità: acque interne, risorse energetiche, risorse forestali, fauna e flora selvatiche, etc.
Per tutte queste spese ogni regione italiana spende in media 75 euro l’anno. Si registrano valori inferiori alla media nazionale nel Nord-Ovest, Nord-Est e Centro (rispettivamente 44, 65 e 41 euro), e valori superiori di spesa destinata all’ambiente nel Sud e nelle Isole (rispettivamente 93 e 183 euro). Questa differenza è dovuta ad un ritardo strutturale delle regioni del Sud Italia e delle Isole nel triennio preso in esame, mancanza che è stata colmata dalle amministrazioni regionali che hanno investito in infrastrutture.
A cosa sono destinati questi 75 euro? Nel periodo 2004-2006, in media, in tutta Italia la spesa ambientale è stata destinata principalmente a finanziare interventi che hanno interessato i settori ambientali della gestione delle acque reflue, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie, delle acque interne oltre a quelle destinate alla protezione e al risanamento del suolo. Una parte delle spese è andata anche alla protezione della biodiversità e del paesaggio. Le amministrazioni regionali delle Isole, oltre che a questi settori ambientali, hanno destinato una quota importante della loro esosa spesa di 183 euro all’anno anche all’uso e alla gestione delle foreste.
Nelle tasche di chi finiscono i soldi investiti per le spese ambientali? Dai dati si evince anche che la maggior parte dei fondi è destinata a terzi, ad operatori diversi dall’amministrazione pubblica stessa e che le amministrazioni regionali svolgono il ruolo di finanziatori per le imprese private regionali e non. Ciò avviene soprattutto per le regioni del Nord-Ovest e del Centro, mentre le regioni del Sud e delle Isole sono maggiormente coinvolte nella realizzazione degli investimenti di tutela ambientale.
Destinatari principali dei trasferimenti operati dalle amministrazioni regionali italiane sono gli enti pubblici (con una percentuale media, nel periodo 2004-2006, pari al 78% del totale delle risorse finanziarie trasferite); seguono le imprese con una percentuale media del 20%, le famiglie e le istituzioni sociali senza scopo di lucro al servizio delle famiglie cui è destinato, quasi in ugual misura, il rimanente 2%.
Sconcertati dai dati pubblicati? Se questa è la spesa delle regioni per l’ambiente, che notoriamente sono gli enti più attivi ed autonomi, figuriamoci quella delle province e dell’intero paese.
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