23/06/09

Alle urne vincono l’insofferenza e le balle dei lacchè


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Dimenticato il fallito referendum dello spreco, oggi i giornali danno gran visibilità ai ballottaggi comunali e provinciali che si sono filati soltanto una sparuta minoranza di italiani.“Milano e Venezia al centrodestra” scrive il Corsera a tutta pagina, come a voler restituire una “serenissima” pace al corruttore e ai suoi servi tutti nascosti dall’imbarazzo e dalla vergogna. Compreso quel Bossi il cui partito ha piazzato una delle sue candidate nella provincia del capoluogo veneto. Repubblica sceglie la finta par condicio con “Milano al Pdl, Pd vince al centrosud”.

Ma si tratta di governi di provincia, enti inutili, farraginosi, costosi e per burocrazia da salotto, che come per i candidati sindaco si legano alle persone e alle loro promesse locali. Per altro a Milano il berlusconiano Podestà ha spodestato Penati solo dopo aver penato la poltrona per meno di mezzo punto di vantaggio. Fin troppo ottimista ieri il nuovo presidente a fregarsi le mani in anticipo perché “i leghisti si erano recati tutti alle urne”. Se aggiungiamo che Penati ha avuto più voti a Milano città la sindaca Moratti si preoccuperà.

Per il resto delle 62 province governate dal centrosinistra ne sono passate altre 24 al centrodestra, mentre nei 30 comuni capoluogo la tendenza si è invertita: da 14 i nuovi sindaci di centrosinistra sono diventati 25. Il verbo trionfare ha un altro significato: “ottenere una grande vittoria” o “godere gli onori del trionfo” scrive lo Zingarelli.

Nessun collega ha avuto la decenza di scrivere ciò che è stato davvero. In questi ballottaggi non si è fatto altro che spiluccare qua e là una poltrona in un tiro alla fune disertato dalla trionfante insofferenza degli italiani al ciarpame politico. Sfregiati dalla censura e violentati dalla disinformazione. Augusto Minzolini (o Menzognini) in questo si rivela un maniaco imbattibile al Tg1.

Ma si sa che già da oggi il tutto servirà ai soliti tronisti dei dibattiti televisivi per auto celebrarsi. Soprattutto a quelli del corruttore, dal cui harem di villa Certosa spunta pure un transessuale. Chissà, forse tradito a sua volta da qualche promessa non mantenuta in tema di Pacs o Dico per le coppie di fatto. O forse solo un ambiziosa controfigura di Luxuria.

Rimane il ricordo del baccano che fece Raiset ai danni di Silvio Sircana, portavoce di Prodi durante il suo governo, quando fu pizzicato su un viale romano a parlare con un trans dalla sua macchina. Si indignarono tutti i ciellini: da Maurizio Lupi a Maurizio Belpietro col suo organo sessuale. I pennivendoli servi del corruttore scordano che quando si è personaggi pubblici lo si è sempre. Sia nel proprio letto che al cesso. A proposito, dicevo di Menzognini…

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