19/06/09

Il referendum "porcata" e la battaglia per la difesa della democrazia


Riconoscerete sicuramente l'uomo seduto al centro del banco del governo. Fiero della legge elettorale che contribuì alla sua conquista del potere...

Era il 18 novembre 1923 quando il Parlamento italiano pronunciò la propria condanna a morte.
In questa data la Camera dei Deputati del Regno d'Italia approvò la legge elettorale redatta dal deputato fascista Giacomo Acerbo e che ne portò il nome.
La legge Acerbo fu approvata giusto in tempo per le elezioni dell'anno successivo, il 6 aprile 1924. E venne utilizzata solo in quella occasione. Perché anche grazie a questa legge, dopo questa data non ci furono più regolari elezioni in Italia fino alla caduta del fascismo.

Fu la legge che aprì la strada al regime fascista. Prima ancora che lo spregevole dittatore di Predappio prendesse il potere nelle sue mani.

Una legge che assicurava il 66% dei seggi alla lista elettorale che avesse superato il 25% dei voti. Per l'occasione Mussolini diede vita alla "Lista Nazionale", la lista unitaria che comprendeva, sotto le insegne fasciste, liberali, democratici, demosociali e minoranze del partito popolare, uniti nella lotta alle liste socialista e comunista.
Il primo passo per garantirsi un minimo del 25% dei voti per far scattare il tranello elettorale. Per garantirsi il predominio dei voti aggiunse all'approvazione della legge una serie di attentati, minacce, intimidazioni e brogli il giorno delle elezioni politiche.
Un mix che gli consentì il potere assoluto in Parlamento. Talmente assoluto da permettersi, appena due anni dopo, di deciderne lo scioglimento.

Si dice che la Storia, quella con la S maiuscola, ci insegna qualcosa. Lo farebbe se soltanto la studiassimo a dovere.

Oggi ci apprestiamo a ricadere in un tranello simile. Perché da domenica gli elettori italiani saranno chiamati alle urne, oltre che per i ballottaggi delle elezioni amministrative, per decidere se dar vita ad una seconda Legge Acerbo, che differisce dalla prima per soli tre parametri: il premio di maggioranza al 55% anziché al 66% (come se questo cambiasse qualcosa), lo sbarramento al 4% alla Camera e all'8% al Senato per le singole liste, l'assenza del limite minimo del 25% dei voti.

Paradossalmente con questa Legge Acerbo '09 avremmo la possibilità di dare il potere assoluto ad un partito che conquistasse il 15% dei voti.

Le possibilità che emergono di fronte all'approvazione di una legge elettorale fascistizzante di questo tipo (che tanto il PD propugna, come a voler dimostrare con tutte le proprie forze il superamento dell'antifascismo) sono due.

La prima ipotesi è quella di un'unione delle forze parlamentari del centrodestra (PDL+Lega) e del centrosinistra (PD+IDV) in due partiti unitari che si lotteranno tra loro, voto per voto, la maggioranza relativa del paese.
In pratica, l'istituzione ipso facto del bipartitismo. Proprio nel momento in cui una grandissima parte degli italiani di bipartitismo proprio non ne vuole sentir parlare.

La seconda ipotesi consiste nel mantenimento dello status quo attuale. I risultati sarebbero sconcertanti. Il PDL, primo partito con il 35% dei voti, prenderebbe da solo il 55% dei seggi. Il restante 45% verrebbe diviso tra tutte le altre forze politiche che superassero lo sbarramento. Di sinistra come di destra.
Ci troveremmo di fronte ad un potenziale centrodestra (PDL+LN+UDC) con appena il 50% dei voti, padrone del 70% dei seggi in Parlamento. Il centrodestra di Mussolini (liberali, fascisti, democratici e demosociali) ne possedeva esattamente gli stessi.

Potremmo aggiungere però che sono finiti i tempi della esautorazione dei poteri del parlamento e della magistratura, delle squadracce nere che portavano "l'ordine" nelle piazze, del clima razzista verso le minoranze, del nazionalismo esasperato e della frantumazione dell'alternativa di opposizione.
Potremmo dirlo per rasserenare la popolazione italiana dal rischio verso cui si va incontro. Ma mentiremmo.

Stiamo ripercorrendo gli stessi errori. Come quello commesso allora dal Partito Popolare (la futura DC), che approvò con estrema convinzione la legge Acerbo. Come quello che stanno commettendo i suoi eredi oggi nel sostenere il referendum. Un errore che rischieremo di pagare a cattivo prezzo...

Per questo faccio seguire questo mio personale appello, perché qui è in gioco la democrazia del paese. E quando essa è in gioco in maniera così evidente, ogni mezzo per difenderla è legittimo.

Per questo chiedo a tutti voi di disertare le urne domenica e lunedì.

Non possiamo scegliere tra una legge "porcata" ed una legge "regime". Non è un vero referendum. Il vero referendum è quello sull'aborto, sul divorzio, sulla fecondazione assistita. O quello elettorale che ci chiederebbe di introdurre un sistema elettorale realmente diverso, come quello tedesco. Una scelta di questo tipo è una finta scelta.

Non prestiamoci al giochetto di una squallida leadership politica. Se nel vostro comune sono in corso i ballottaggi, recatevi alle urne per sostenere il vostro candidato e RIFIUTATE (la legge lo consente) di votare per i quesiti referendari.

Non lasciamo che questo referendum passi il quorum. Fatelo per questo barlume offuscato di democrazia. Difendiamo quel poco che ancora ci rimane.

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
Porta la Sporta
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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