Premessa: non sempre si può dimostrare tutto quel che si dice, si pensa o si propone.
Noi di Crisis di solito ci proviamo ma qualche volta, come in questo caso, non possiamo, come del resto nessun altro, essere ragionevolmente certi o fornire prove tangibili di quel che affermiamo.
Purtuttavia fin dai primissimi minuti dopo la tragedia, l'incidente occorso All'Airbus 330 dell'Airfrance, volo 447, al largo del Brasile è stato trattato dagli "organi ufficiali" in un modo per lo meno sospetto.
La prima ipotesi: che l'aereo si fosse infilato in una tempesta tropicale e fosse stato colpito da un fulmine è completamente assurda, talmente assurda che anche solo l'averlo annunciato era altamente sospetto.
Perchè? beh lo avrete letto, nei giorni successivi, quando diversi esperti indipendenti si sono dati da fare per confutare tale ipotesi fino al punto che è stata abbandonata perfino dalle fonti ufficiali, ma riassumo per comodità.
E' infatti importante convincersi che c'è stato cover-up fin dall'inzio.
In primo luogo NON c'erano tempeste tropicali in zona e questo NON poteva NON essere noto in un'epoca in cui anche il sottoscritto si può connettere e può verificare, in tempo reale, la copertura nuvolosa nell'area in questione.
Aver insistito PER GIORNI, notate bene, su questo punto è per lo meno strano.
Ma c'e' di più: anche SE vi fossero stati questi famigerati cumuli nembi alti 12000 metri ( esistono di cosi alti ma non se ne trovano tutti i giorni nemmeno da quelle parti) l'aereo li avrebbe evitati , senza grossi problemi.
Perchè?
Ma perchè, innanzitutto, era dotato di un radar meteo di bordo che è stato specificamente realizzato per evidenziare questi fenomeni e la turbolenza ad essi correlati.
Questo radar, un Collins ad apertura sintetica ( anzi un suo progenitore, piu' "primitivo") posso dire di conoscerlo quasi nel dettaglio, avendone avuto in mano i manuali di funzionamento durante il periodo in cui mi sono occupato di nowcasting meteo.
A parte questo i cumuli nembi di 12.000 metri si vedono, non preoccupatevi.
Dire che erano oscurati da nubi piu' basse, visto che l'aereo stava intorno alla quota di crociera di 10.000 metri e' ridicolo.
Dal punto di vista' dell'aereo avrebbero visto delle nubi torreggianti, dei piccoli funghi atomici, rilucenti per i fulmini, mentre il Collins avrebbo cantato in tutte le melodie possibili lo stesso refrain "stay aside stay aside...alla larga alla larga".
Inoltre, se un fulmine centra un aereo questo certo non lo fa cadere.
A parte l'effetto gabbia di Farady, che garantisce che gli strumenti INTERNI all'aereo non si sarebbero nemmeno accorti del fulmine, resta il fatto che che TUTTI gli aerei si beccano ALMENO un fulmine nella loro carriera e non succede quasi nulla.
E'normale, e' previsto, anche se non e' piacevole.
A livello di incidente e' MOLTO piu' pericoloso il classico gabbiano fagocitato da un motore.
Quindi: SE ci fosse stato un super temporale questo, di per se non sarebbe stato sufficiente, per i motivi visti.
Anche ammettendo che l'aereo fosse finito in una supercella temporalesca NON si sarebbe sbullonato cosi velocemente da impedire ai piloti di avvisare che stavano incontrando una grave turbolenza. Idem nel caso in cui fosse stato colpito dal babbo di tutti i fulmini.
Insomma: proprio le prime spiegazioni mi fecero rizzare, una settimana fa, tutte le orecchie ( tutte e quattro, anche quelle che noi pfzulcher, provenienti dal pianeta Uppfszala teniamo nascoste sotto il normale tegumento umano).
Dissero poi di aver trovato i resti, salvo poi smentirsi rapidamente.
Capita, vabbe'.
Poi, a denti stretti, dovettero ammettere , che ahem in effetti non c'era in corso nessuna tempesta particolarmente estrema da quelle parti.
Poi fecero presente che probabilmente il problema era dovuto a qualche sensosre, visto che i dati ricevuti ( via data link satellitare) indicavano malfunzionamenti vari tra cui quello dei sensori di velocità.
Ora: immaginatevi di aver un datalink con la macchina di tal Michele Calzolari che, avendo rotti i freni, si spetascia contro le barriere a Monza.
Ovviamente il sensore del tachimetro, trovandosi incastrato nel maelleolo del pilota, segnalerà un certo qual malfunzionamento.
Dareste quindi la colpa del malfunzionamento al sensore del tachimetro?
Fuori di metafora: se l'aereo si disintegra in volo EVIDENTEMENTE i vari sensori segnaleranno che non si sentono niente bene. Se ricordate è successo anche per lo Shuttle.
Ma dichiarare, come si sta cercando di fare, per ora tra le righe, che l'aereo è caduto perchè il sensore di velocità non funzionava è non solo ridicolo ma assurdo.
In volo ad alta quota, infatti, non è certo il malfuzionamento di un sensore del genere che, in qualunque scenario proponibile può provocare un IMMEDIATO collasso strutturale dell'aereo.
Perche' il collasso è stato IMMEDIATO, tanto che i piloti non hanno fatto in tempo nemmeno a emettere un sos o a segnalare un qualunque problema ( la radio funzionava regolarmente fino a pochi attimi prima della perdita di contatto).
Un collasso strutturale, anche catastrofico, lascia invece tempo ai piloti, di avvisare che hanno un problema, cercare di mantenere l'assetto, piangere, urlare ed imprecare e pregare...tutte quelle cose che si fanno in queste tremende circostanze.
Prova ne sia l'incidente, anche esso dovuto ad uno sbullonamento in volo alquanto strambo, causato dalla scia di una aereo passato 90 secondi prima e distante, quindi, circa 4 o 5 km, come fu poi dichiarato al termine della indagine ufficiale, capitato ad un Airbus dell'American Airlines durante il decollo dal Kennedy Airport il 12 Novembre 2001. Il collasso imporvviso del timone di coda, dovuto allo stile di pilotaggio un po esuberante del primo pilota (questa la spiegazione ufficiale) lasciò tempo ai piloti per un disperato ultimo dialogo, ed una chiamata di allarme alla torre di controllo. Eppure erano bassissimi, a poche centinaia di metri di altezza e non a 10 Km.
Un analogo improvviso "cedimento strutturale" che fosse avvenuto a 10 km di altezza avrebbe lasciato tempo, anche troppo, per lanciare l'SOS.
Finalmente, in ogni caso, sono stati trovati i primi rottami dell'areo.
In particolare, qui le foto, è stato trovato il timone di coda, troncato nettamente alla base.
Siccome non ha segni di bruciatura ne segni di bucherellamento da schegge si da per dimostrata la tesi che NON è stato una esplosione, a bordo o meno.
Questo, ovviamente, non ha senso.
Un esplosione che sia avvenuta, per dire, nel vano bagagli di prua, difficilmente arriverebbe a bruciare la coda.
Per quel che vale, anche un missile che colpisce un aereo e lo fa esplodere in volo può lasciare la coda intatta.
Una prova?
Beh dovreste ricordarvelo, anche bene, è stato un aereo italiano a dimostrare questa tesi.
QUINDI: non ha senso affermare, sulla base di pochi frammenti, che l'aereo NON è stato distrutto da una esplosione, tanto più che la subitaneità dell'incidente e le altre condizioni al contorno la lasciano come l'unica ipotesi praticamente plausibile.
Questa fretta di escludere l'attentato, ripetuta e dimostrata cosi tante volte è ALTAMENTE sospetta.
Ricorda, giustappunto, la tragedia di Ustica ,dove per decenni si è nascosta l'ovvia verità che l'aereo, comunque fosse andata, era stato distrutto in volo da una esplosione.
Un caso?
Sinceramente no, non credo.
Anche perchè non è ancora finita.
Dopo aver impedito, non si sa bene perchè, il sorvolo dell'area, ampissima in cui si riteneva precipitato l'aereo, la Marina brasiliana ha annunciato che, dopo aver trovato i resti dell'aereo, li ha....ripersi, per via delle correnti marine.
Incredbile, vero?
Infatti...
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