26/07/09

Leghisti aprite gli occhi… e i libri

Davvero ridicole le boutade trevigliesi del presidente della provincia di Bergamo Ettore Pirovano e dell’ex guardasigilli Roberto Castelli alla “Festa dé Treì” organizzata dalla Lega nord. Il primo ad attaccare in maniera strumentale il sindaco di Treviglio Ariella Borghi, il secondo ad addossarsi i meriti di Brebemi e Pedemontana. Comizi “a sorpresa” alla festa verde in un clima da bocciofila rivolte all’uditorio passivo e dedito all’applauso, che si rendono doverose di alcune precisazioni. Partendo dai fatti.

L’incompatibile presidente a doppio incarico Ettore Pirovano, deputato oltre che presidente di provincia, istituzione che la Lega Nord ha attaccato per anni prima di vendersi tout-court al presidente del Consiglio definito corruttore dalla sentenza di primo grado del processo Mills, ha bollato il Ramadan “pericolo” senza rendersi conto di aver commesso un attentato alla sicurezza in piena regola di stampo leghista. Il Ramadan è una pratica religiosa di una minoranza musulmana garantita dalla Costituzione italiana all’articolo 8. “Confessioni religiose libere e con eguali diritti di organizzarsi secondo i propri statuti“.

Il presidente Pirovano che affastella Ramadan e sicurezza, dimentica di precisare che se il comune di Treviglio ha negato le luci natalizie ai propri cittadini, lo ha fatto per risparmiare qualche soldo perché la legge sul patto di stabilità, che la Lega nord ha votato compatta assieme all’onorevole Pirovano, impedisce al sindaco Borghi e a migliaia di giunte comunali di tutta la Padania di utilizzare i propri fondi come meglio credono. Anche per la sicurezza.

Quanto alla legge sui clandestini che trasforma i medici in sceriffi, ricordo all’onorevole presidente Pirovano che quella legge è alla lente della Corte europea dei diritti dell’Uomo, perché dal sapore incostituzionale anche per l’Italia. Come già bocciato è stato il lodo maccanico votato dal governo Berlusconi e dalla asservita Lega Nord con l’onorevole Pirovano in veste di senatore, lo sarà con tutta probabilità anche il dolo alfano, che la Consulta si appresta a giudicare il 6 ottobre prossimo. Votato ancora a capo chino dalla Lega Nord. Esattamente come la legge sulle intercettazioni, ultimo baluardo liberticida a sua volta al vaglio della Corte europea dei Diritti dell’Uomo.

Ebbene nessuno da quel palco ha ricordato al presidente deputato Pirovano che se il Senato la approverà così come l’ha votata lui assieme a Roberto Castelli, romeni e albanesi saranno liberi di delinquere impunemente nelle ville dei leghisti di tutta la Padania! Gli stessi che dovrebbero sapere che il magistrato potrà intercettare solo in base a gravi indizi di colpevolezza, anziché a gravi indizi di reato come è stato finora. Cosa significa? Significa che se la villa svaligiata del leghista fa supporre al magistrato ci sia grave indizio di reato (furto con scasso) finora ha acciuffato i malviventi perché ha potuto intercettare utenze telefoniche. Col nuovo e inedito grave indizio di colpevolezza votato dalla Lega per garantire impunità alle corruzioni telefonihe dei parlamentari, il magistrato potrà intercettare solo se saprà già chi è il colpevole. Ma se così fosse l’intercettazione sarebbe inutile. Ecco il punto. Il magistrato dovrà avere la lampada di Aladino per farsi svelare l’identità dei ladri altrimenti il leghista derubato la giustizia se la sognerà. I ladri avranno una certezza in più di rimanere liberi e impuniti, con buona pace per la sicurezza.

Di fronte a questi fatti le parole di Pirovano rivolte ai trevigliesi si trasformano in patetiche bugie da osteria. Come patetico e strumentale è stato l’intervento del viceministro Castelli. Sostenere che l’autostrada Brebemi “rientra nell’evoluzione della Padania” sarà tutto da dimostrare. L’unica evoluzione certa sarà per i conti correnti di un gruppo di banche e di Camere di commercio, che dalla Brebemi trarranno profitti coi pedaggi. L’occupazione che ne conseguirà sarà temporanea per i lavoratori ma soprattutto eterna per il territorio, già fortemente antropizzato.

Che Castelli e il suo partito verde-romano vogliano “addossarsi il merito di tutto ciò” lo si era capito con l’inutile presenza del corruttore a Urago d’Oglio alla posa della prima pietra dell’opera. Il suo governo nell’affaire Brebemi c’entra come i cavoli a merenda perché la firma al progetto fu messa da Antonio Di Pietro e Roberto Formigoni in Regione Lombardia nel 2007, durante il governo Prodi, quando Di Pietro era ministro delle Infrastrutture.
L’unico merito istituzionale, se merito sarà asfaltare le campagne da Travagliato a Melzo, non è del corruttore tantomeno della Lega. Ma del Cipe, che ha approvato i finanziamenti al progetto senza dire dove sono i soldi.
Non a caso l’inaugurazione a Urago che “allunga la vita” è solo una sceneggiata che in realtà allunga l’attesa perché i lavori, se cominceranno, vedranno i primi cantieri soltanto nel 2010.
Ecco la parola magica: sceneggiata. Ma i fatti sono altra cosa. Qualcuno informi gli onorevoli Pirovano, Castelli e anche l’uditorio dell’applauso a prescindere.

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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