22/08/09

Carloforte: l'insostenibile leggerezza dell'essere (sindaco)

cartello ingresso centrale eolico fotovoltaica san pietro

Vi ricordate? Erano i primi anni '80, i tempi di "Quelli della notte" e del "tuttologo" D'Agostino.

Fu proprio lui a lanciare un libretto dell'allora misconosciuto Milan Kundera, "L'insostenibile leggerezza dell'Essere ", peraltro un libro, come è noto ai pochi lettori, tutt'altro che leggero.

A Carloforte, il Capoluogo dell'Isola di San Pietro, davanti alle coste del Sulcis, si è arrivati vicinissimi a vedere approvate le solite italiote invereconde leggerezze ( per non dir di peggio) urbanistiche certamente insostenibili e per niente leggere, come potenziali conseguenze ambientali su una delle più belle e poco conosciute isole minori italiche.

Il paese, fondato, come Calasetta da esuli Liguri di Tabarka nel '700, è delizioso e ben tenuto, certamente.

Nelle campagne, fortunatamente ancora abbastanza intatte, dell'isola non si vedono scempi edilizi di particolare rilevanza, grazie a Dio.

Purtroppo tutto questo è stato a un pelo dall'essere spazzato via, con un disennatissimo Piano Urbanistico ( PUC) che prevedeva, a quanto pare, IL RADDOPPIO DEI VOLUMI EDIFICATI TOTALI nell'Isola.

Ovvero: raddoppiare l'edificato esistente, con la compromissione di aree umide, ecosistemi intatti, scogliere mirabolanti etc etc etc.

Il tutto nel quasi totale disinteresse dei media, generalmente occhiutissimi quando si parla dell'edificato/edificando dall'altro lato della Sardegna.

Fortunatamente, come esistono Giudici a Berlino, vi sono anche in Sardegna e il TAR Regionale ha cassato, in pratica RIGETTANDOLO IN TOTO, il dissennatissimo Piano urbanistico Insulare.

Perchè conosco questa storia?

Semplicemente perchè, da turista, mi sono imbattuto in una "cattedrale nel deserto": la grande e completamente disastrata centrale eolico-fotovoltaica di San Pietro, in località Nasca. di cui vedete qui alcune foto recentissime, scattate dal sottoscritto pochi giorni or sono.

Costata miliardi di lire, costituita da ETTARI di pannelli fotovoltaici e da tre generatori eolici, realizzata con fondi CEE e destinata a rendere autosufficiente l'isola da un punto di vista energetico, è stata precocemente abbandonata a se stessa, come è ben visibile dallo stato di incuria decennale di tutte le strutture ed ha ricevuto il colpo di grazia alcuni anni fa, a causa di un violento fortunale che ha gravemente danneggiato le pale dei generatori eolici e divelto decine e decine di pannelli fotovoltaici, causando il blocco, che dura tuttora, della produzione di energia elettrica.

un dettaglio di una pala eolica semi distrutta

In questi anni non si è proceduto alle riparazioni ed al ripristino, a detta degli abitanti, "per mancanza di fondi", tesi singolare, considerando che il blocco di una centrale di queste dimensioni costituisce, di per se, un danno sicuramente più rilevante, valutabile intorno a 500.000 euro/anno almeno.

In ogni caso qualcosa si è mosso: circa un anno e mezzo fa è stato approvato e varato il Progetto "Isola Ecologica " 5 milioni di euro, "subito spendibili" per ripristinare e potenziare la centrale.

Ci si è affrettati, manco a dirlo, a nominare un "comitato di gestione" e un gruppo di lavoro tecnico, che immagino remunerati a partire dai fondi messi a disposizione, che nel breve giro di un anno e mezzo...non ha fatto, apparentemente, niente, almeno da un punto di vista del ripristino dell'impianto in questione.

Erbacce, pannelli divelti, pale dei generatori eolici strappate via dal vento, cancelli rugginosi, edifici sprangati da catenacci, un evidente ed immutato stato di abbandono.

Il cancello dell'impianto, come risulta evidente dalle erbacce concresciute, non è aperto da mesi e mesi, forse anni.

Se qualche membro del Comitato ha effettuato, in questi "ultimi" tempi un sopralluogo o è entrato scavalcando la rete o se ne è restato fuori.

Tutto questo è destinato presto a cambiare, si spera, grazie alla firma, a distanza di un anno e mezzo dai roboanti proclami sopra citati, di un protocollo di intesa che parrebbe metta a disposizione anche i fondi necessari all'operatività.

L'impressione generale?

Considerando il futuro urbanistico che era stato delineato dall'amministrazione locale mi pare di poter dire che della sostenibilità di una isola come San Pietro, ancora largamente intatta e unica sotto molti ed affascinanti aspetti, interessasse poco o punto a detta amministrazione, al di la dei proclami.

In caso contrario non avrebbe lasciato marcire, per anni, l'impianto in questione ma si sarebbe adoperata, molto semplicemente, per entrarne in diretto possesso, causa mancata manutenzione dei responsabili, distribuendo i pannelli alle famiglie Carlofortine.

A quest'ora, potete starne certi ( le origini liguri, come dire, indicano una certa "sparagninità") ogni casa avrebbe il suo impianto fotovoltaico perfettamente funzionante e senza inutile commissioni ed enti più o meno surrettizzi.

Senza Commissioni, Comitati, enti tecnici, e stanziamenti ulteriori.

I mei 2 cents, per quel che valgono.

Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

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