08/08/09

Litanie - Pillole rosse del weekend


  1. “Obama ottimista: il peggio è passato”, Corriere della Sera. Ieri il dipartimento del lavoro americano ha sfornato le cifre - nuove di zecca - sulla disoccupazione a luglio. Per farla breve: l’economia americana avrebbe perso, negli scorsi 30 giorni, “solo” - si fa per dire - 247mila posti di lavoro (che, per chi non lo sapesse è il dato migliore degli ultimi dodici mesi; il che è tutto dire). Mentre il tasso di disoccupazione sarebbe sceso, anche se di poco. Passando dal 9,5% di giugno al 9,4% di luglio. E allora? E allora, aridanghete: il presidente americano Barack Obama ha ripetuto - per l’ennesima volta - la solita solfa: il peggio è passato, bisogna guardare con fiducia al futuro. Unico neo: i motivi per essere ottimisti, al solito, latitano. Punto primo: perchè i dati sulla disoccupazione - come ha osservato il premio nobel per l’economia, Paul Krugman, non sono reali - ma statistici. Ovvero e per parlare chiaro: li si calcola con delle interviste telefoniche, in cui si chiede - con lo stesso sistema con cui si tenta di vendere aspirapolveri - se il malcapitato che risponde ha un lavoro oppure no. Ergo: sulla loro attendibilità è lecito avere più di un dubbio. Punto secondo: perchè, come ha osservato il giornalista di Repubblica, Federico Rampini: sempre per le statistiche, i disoccupati sono le persone che vorrebbero un lavoro e non ce l’hanno; e quindi quelli che il lavoro - perchè scoraggiati - non lo cercano manco più, manco vengono calcolati. Punto terzo: perchè in barba alle statistiche fatte con gli occhiali rosa di cui sopra, la percentuale degli americani che lavora sul totale degli adulti continua a scendere: ora è sotto il 60%, per la precisione al 59,4% (copyright Rampini). Punto quarto: perchè dall’inizio della crisi i cittadini Usa che hanno (ufficialmente) perso il lavoro sono comunque già arrivati a quota 7 milioni. E in totale, i disoccupati a stelle e strisce sono oggi la bellezza di 15 milioni. E non si capisce chi e come dovrebbe riassorbirli (copyright Rampini). Ma soprattutto e punto quinto: perchè ora viene il bello o meglio il brutto: il sussidio di disoccupazione, negli Usa, dura da 6 mesi a un anno; e, adesso come adesso, gli americani senza lavoro che ricevono una qualche forma di aiuto sono solo un terzo del totale (il 36%); ricevendo per di più sussidi da fame, stile Missouri, dove i disoccupati prendono 320 dollari, ossia 225 euro a settimana (copyright Rampini). E quindi: come si faccia ad essere ottimisti - e cosa ispiri ottimismo ai titolisti delle pagine dell’economia del Corriere - rimane un mistero della fede.
  2. “Istat: il Pil ancora in forte calo. Ma l’Ocse assicura: L’Italia è in ripresa”, Corriere.it . Sul Pil in caduta libera (-6%, il peggior dato di sempre), non una parola. Sulla produzione industriale ridotta di un quinto (-21,9% a giugno, rispetto ad un anno prima), neppure un sospiro. Ma le previsioni dell’Ocse - l’associazione per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, che vagheggia e magheggia segnali di ripresa in Italia - hanno sciolto la lingua all’immarcescibile Cavalier Berlusconi Silvio da Arcore. Che ieri ha subito commentato: “È una buona notizia che va nella direzione della fiducia, che io insisto bisogna avere per uscire presto dalla crisi”. Ben detto. Ma è sicuro il nostro premier che basti la fiducia - e la forza del pensiero (positivo) - per far riaprire le fabbriche a settembre?
  3. “BNP Paribas glisse 1 milliard de cadeau bonus dans ses comptes”, Liberation. Continuano, insomma, le solite litanie stile “abbiate fede, che tutto si aggiusta”. E continua anche l’abitudine di distribuire bonus faraonici. E non solo negli Stati Uniti. Bnp Paribas - banca francese tra le più grandi d’Europa - ha già messo da parte qualcosa come un miliardo di euro in più rispetto al 2008 per premiare i suoi trader. Peccato solo che sempre Bnp Paribas avesse ricevuto - causa crisi dei mutui subprime - 5,1 miliardi di euro di aiuti dallo Stato francese. Va da sè che il presidente Nicolas Sarkozy e il premier François Fillon - subito dopo che Liberation ha fatto uscire la notizia - hanno fatto la solita (pubblica) sceneggiata contro gli avidi banchieri. E va altrettanto da sè che - con tutta probabilità - quei bonus verranno comunque pagati. Tutto, come al solito, insomma. Finchè dura.
Fonte articolo

Stop al consumo di territorio
La Casta dei giornali
Firma la petizione per dire NO al NUCLEARE.

Share/Save/Bookmark

Nessun commento:

Posta un commento

Visto lo spam con link verso truffe o perdite di tempo i commenti saranno moderati. Se commenti l'articolo sarà pubblicato al più presto, se invece vuoi lasciare link a siti porno o cose simili lascia perdere perdi solo tempo.