Litanie - Pillole rosse del weekend
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- “Obama ottimista: il peggio è passato”, Corriere della Sera. Ieri il dipartimento del lavoro americano ha sfornato le cifre - nuove di zecca - sulla disoccupazione a luglio. Per farla breve: l’economia americana avrebbe perso, negli scorsi 30 giorni, “solo” - si fa per dire - 247mila posti di lavoro (che, per chi non lo sapesse è il dato migliore degli ultimi dodici mesi; il che è tutto dire). Mentre il tasso di disoccupazione sarebbe sceso, anche se di poco. Passando dal 9,5% di giugno al 9,4% di luglio. E allora? E allora, aridanghete: il presidente americano Barack Obama ha ripetuto - per l’ennesima volta - la solita solfa: il peggio è passato, bisogna guardare con fiducia al futuro. Unico neo: i motivi per essere ottimisti, al solito, latitano. Punto primo: perchè i dati sulla disoccupazione - come ha osservato il premio nobel per l’economia, Paul Krugman, non sono reali - ma statistici. Ovvero e per parlare chiaro: li si calcola con delle interviste telefoniche, in cui si chiede - con lo stesso sistema con cui si tenta di vendere aspirapolveri - se il malcapitato che risponde ha un lavoro oppure no. Ergo: sulla loro attendibilità è lecito avere più di un dubbio. Punto secondo: perchè, come ha osservato il giornalista di Repubblica, Federico Rampini: sempre per le statistiche, i disoccupati sono le persone che vorrebbero un lavoro e non ce l’hanno; e quindi quelli che il lavoro - perchè scoraggiati - non lo cercano manco più, manco vengono calcolati. Punto terzo: perchè in barba alle statistiche fatte con gli occhiali rosa di cui sopra, la percentuale degli americani che lavora sul totale degli adulti continua a scendere: ora è sotto il 60%, per la precisione al 59,4% (copyright Rampini). Punto quarto: perchè dall’inizio della crisi i cittadini Usa che hanno (ufficialmente) perso il lavoro sono comunque già arrivati a quota 7 milioni. E in totale, i disoccupati a stelle e strisce sono oggi la bellezza di 15 milioni. E non si capisce chi e come dovrebbe riassorbirli (copyright Rampini). Ma soprattutto e punto quinto: perchè ora viene il bello o meglio il brutto: il sussidio di disoccupazione, negli Usa, dura da 6 mesi a un anno; e, adesso come adesso, gli americani senza lavoro che ricevono una qualche forma di aiuto sono solo un terzo del totale (il 36%); ricevendo per di più sussidi da fame, stile Missouri, dove i disoccupati prendono 320 dollari, ossia 225 euro a settimana (copyright Rampini). E quindi: come si faccia ad essere ottimisti - e cosa ispiri ottimismo ai titolisti delle pagine dell’economia del Corriere - rimane un mistero della fede.
- “Istat: il Pil ancora in forte calo. Ma l’Ocse assicura: L’Italia è in ripresa”, Corriere.it . Sul Pil in caduta libera (-6%, il peggior dato di sempre), non una parola. Sulla produzione industriale ridotta di un quinto (-21,9% a giugno, rispetto ad un anno prima), neppure un sospiro. Ma le previsioni dell’Ocse - l’associazione per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, che vagheggia e magheggia segnali di ripresa in Italia - hanno sciolto la lingua all’immarcescibile Cavalier Berlusconi Silvio da Arcore. Che ieri ha subito commentato: “È una buona notizia che va nella direzione della fiducia, che io insisto bisogna avere per uscire presto dalla crisi”. Ben detto. Ma è sicuro il nostro premier che basti la fiducia - e la forza del pensiero (positivo) - per far riaprire le fabbriche a settembre?
- “BNP Paribas glisse 1 milliard de cadeau bonus dans ses comptes”, Liberation. Continuano, insomma, le solite litanie stile “abbiate fede, che tutto si aggiusta”. E continua anche l’abitudine di distribuire bonus faraonici. E non solo negli Stati Uniti. Bnp Paribas - banca francese tra le più grandi d’Europa - ha già messo da parte qualcosa come un miliardo di euro in più rispetto al 2008 per premiare i suoi trader. Peccato solo che sempre Bnp Paribas avesse ricevuto - causa crisi dei mutui subprime - 5,1 miliardi di euro di aiuti dallo Stato francese. Va da sè che il presidente Nicolas Sarkozy e il premier François Fillon - subito dopo che Liberation ha fatto uscire la notizia - hanno fatto la solita (pubblica) sceneggiata contro gli avidi banchieri. E va altrettanto da sè che - con tutta probabilità - quei bonus verranno comunque pagati. Tutto, come al solito, insomma. Finchè dura.
Fonte articolo
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