- “BAE to axe 1,100 jobs and close site”, The Guardian. Autunno. Cadono le foglie. E la mannaia delle grandi aziende. Che - come un anno fa, all’indomani del fallimento di Lehman Brothers - hanno ripreso a tagliare personale a raffica. Ad aprire le danze - oggi, come riporta il quotidiano britannico “The Guardian” - è stata la Bae Systems, colosso britannico dell’industria militare. Che ha annunciato l’intenzione di licenziare 1.100 persone. E di chiudere definitivamente una delle fabbriche che ha in Gran Bretagna. Quella di Woodford, nel Cheshire.
- “Da Eli Lilly e Avtovaz, 5mila tagli ciascuna”, La Repubblica (articolo non disponibile on line). Finita lì? Niente affatto. Repubblica - chiaramente in bella evidenza, cioè in un francobollo a pagina 33 - mette in fila altre buone notizie dai quattro angoli del globo. Opel - che è appena passata dalle mani di General Motors a quelle del gruppo canadese Magna - dovrebbe licenziare 10.500 persone. La Avtovaz - gigante russo delle quattro ruote, posseduto al 25% da Renault - lascerà casa 5.000 dipendenti. Il gigante farmaceutico Eli Lily, entro il 2011, si vedrà scadere il brevetto di uno dei suoi farmaci di punta. E quindi ha deciso che farà a meno anche di 5.000 lavoratori.
- “Influenza A? Un affare da 500 milioni di dollari”, Il Sole 24 ore (articolo non disponibile on line). L’autunno, però, non viene solo per nuocere. Con i primi freddi - e come ogni anno - stanno arrivando anche i primi casi di influenza (sì, la famigerata “suina”). E con l’influenza, i grandi guadagni. I governi di mezzo infatti hanno deciso vaccinazioni a raffica. E le aziende di Big Pharma gongolano. Leggere per credere l’intervista rilasciata oggi al “Sole 24 ore” da David Brennan, amministratore delegato del gruppo farmaceutico anglo-svedese, AstraZeneca (31,6 miliardi di dollari di fatturato nel 2008); e presidente di turno di PhRma, l’associazione che raccoglie le 30 principali case farmaceutiche al mondo. Domanda (del giornalista del “Sole”): Lo scoppio dell’influenza A sembra arrivato al momento giusto: le società farmaceutiche sono alle prese con la riduzione della spesa sanitaria da parte dei governi… Risposta (dell’ad di AstraZeneca): “Non c’è dubbio. (…) I governi aumentano gli stoccaggi di medicine e l’impatto positivo sui conti è rilevante. Con il governo americano abbiamo un contratto di fornitura da 12 milioni di dosi (di vaccino, NdA) dal valore complessivo di 120-140milioni di dollari. Obama acquisterà tutta la fornitura che oggi abbiamo a disposizione, e posto che i produttori di forniscano dispositivi inalatori (la AstraZeneca sta lavorando su un vaccino spray, NdA), potremo raggiungere un giro di affari globale da 500 milioni“. Un’intervista così sfacciata, se non c’era, nessuno sarebbe mai stato in grado di inventarla.
15/09/09
Autunno - Le Pillole rosse del 15/9/2009
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