«La decisione dell’Iran di costruire un secondo impianto nucleare senza notificarlo all’Aiea è una sfida diretta al regime di non proliferazione». Barack Obama contro Mahmud Ahmadinejad. La tensione sul nucleare torna altissima. Anche perché il presidente Usa è deciso. La via preferita è quella diplomatica ma «non viene esclusa nessuna opzione, compresa quella di sanzioni “che mordono”». Ossia l’opzione militare. Gli Stati Uniti hanno denunciato ieri a Pittsburgh, insieme a Francia e Gran Bretagna, la costruzione da parte dell’Iran di un secondo impianto segreto per l’arricchimento dell’uranio e hanno chiesto a Teheran di consentire «immediate ispezioni» dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
Oggi, da un punto di vista economico, la distruzione che è in corso è forte come la distruzione di una guerra. Per fortuna senza i 50 milioni di morti della seconda guerra mondiale. Ma la possibilità di una guerra è grande, perchè in fondo qual è il problema principale oggi? E’ quello di ridurre il debito. E per ridurre il debito ci sono due modi. Risparmiare di più. O l’inflazione. E una situazione di guerra o di tensione internazionale spinge la gente al risparmio. Un risparmio volontario. Oppure un risparmio obbligatorio attraverso l’imposizione di una guerra. E credo che probabilmente ci saranno segnali di forte tensione internazionale in Corea, Pakistan, Medio oriente (…).
(Jacques Attali, intervista alla trasmissione Economix, RaiTre, 13 marzo 2009)
P.S. Per la cronaca e per chi non lo sapesse: Jacques Attali è stato a lungo consigliere dell’ex presidente della Repubblica francese, François Mitterand. E poi: tra il 2007 e il 2008 - su incarico dell’attuale inquilino dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy - ha diretto una commissione, conosciuta appunto come commissione “Attali”, per studiare “i freni alla crescita” in Francia.
P.P.S. E qui trovate il post “Finchè c’è guerra, c’è speranza/1″.
Fonte articolo
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