La Favini, ha brevettato questo prodotto, ottenuto utilizzando le alghe in eccesso della laguna, che vanno così a sostituire una parte della cellulosa insieme a fibre certificate FSC (Forest Stewardship Council).
"È una carta ecologica a tutti gli effetti" afferma Flavio Stragliotto, direttore di uno degli stabilimenti dell'azienda. "Grazie ad un processo di micronizzazione, le alghe, una volta raccolte ed essicate, entrano nel processo produttivo assieme a fibre di cellulosa certificate e vanno a creare l'impasto che darà poi vita alla Shiro Alga Carta". Gradevole al tatto e dall'aspetto leggermente puntinato (le alghe si vedono!), la Shiro sbianca nel tempo e si presta a tutti gli usi più comuni.
L'intero processo produttivo è virtuoso. Per ogni chilogrammo di carta viene utilizzato mezzo chilogrammo di alghe fresche che altrimenti andrebbero a finire in discarica, inoltre l'azienda ha ridotto l'utilizzo di acqua durante la lavorazione della carta. "Siamo passati in una decina di anni da 80 litri d'acqua al chilo, a 20 litri" - conferma Stragliotto.
La produzione di carta è altamente energivora, la Favini utilizza per tutto il processo produttivo energia rinnovabile, proveniente da centrali idroelettriche o acquistando i cosiddetti RECS (Renewable energy Certificate System); dei titoli internazionali che finanziano l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.
A.A.A. Buone idee cercansi!!!
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