04/12/09

L'eredità del capo


Pubblico qui di seguito l'articolo "L'eredità del capo", scritto da Manuele Bonaccorsi e pubblicato da Left - Avvenimenti. In esclusiva, l'anteprima del decreto-legge con cui il governo darà a breve il via alla "rivoluzione" nella Protezione Civile, tra clientele, privatizzazioni, appalti senza gare e la finta-chiusura della crisi campana dei rifiuti.


L'eredità del capo

Assunzioni senza concorso e pagate coi soldi degli sfollati aquilani. La nomina di Chiodi a commissario per il terremoto. L’acquisto dell’inceneritore di Acerra. Una spa per gli appalti. In anteprima, il decreto con cui il governo disegna il dopo Bertolaso
di Manuele Bonaccorsi


È il decreto di addio di Guido Bertolaso. Ventisette pagine che smontano e rimontano alcuni tra gli uffici più delicati e influenti della pubblica amministrazione: il dipartimento della Protezione civile, il Segretariato generale della Presidenza del consiglio, i commissariamenti ai rifiuti napoletani e all’emergenza Abruzzo. Centri di potere che gestiscono i ricchi appalti legati alla ricostruzione de L’Aquila, agli impianti di smaltimento dei rifiuti, ai Grandi eventi. In un Paese dove ormai tutto è emergenza. Guido Bertolaso, per ora, lascia tutto questo: l’uomo più potente d’Italia, vera ombra del premier Berlusconi, ufficialmente va in pensione. E annuncia un suo viaggio in Africa (sì, la stessa promessa non mantenuta di Veltroni) per dimenticare in riva al Nilo le inchieste giudiziarie che lo riguardano. Prima che i tanti buchi riempiti di monnezza straripino e gli aquilani si rendano conto che nelle new town non c’è posto per tutti. Ma a poche settimane dal meritato riposo - in attesa, si immagina, di una nuova carica - Bertolaso ha voluto lasciare il segno. Cosa prevede la bozza di decreto, ancora segreta, che il governo si appresta ad approvare? Centinaia di assunzioni negli uffici romani, quelli che contano, decise da Guido Bertolaso. Ma pagate coi soldi stanziati per gli sfollati, quelli del decreto Abruzzo. L’acquisto «oneroso» da parte del governo dell’inceneritore dei veleni di Acerra. Assunzioni nei consorzi dei rifiuti campani. La nomina dei nuovi commissari per il terremoto aquilano. E ancora: la costituzione, alle dirette dipendenze della Protezione civile, di una società per azioni. Un soggetto di diritto privato che coprirà tutti i compiti operativi del dipartimento, una specie di megastazione appaltante, senza le briglie proprie degli uffici pubblici. E per finire, il varo dell’assicurazione obbligatoria degli edifici contro le calamità naturali. Una nuova tassa sugli immobili che sostituirà l’Ici. Con l’obiettivo di trasferire ai privati il più importante compito della Protezione civile. Che Bertolaso, in questi anni, aveva dimenticato: la prevenzione delle calamità naturali, la messa in sicurezza del territorio.


Non ha ancora un numero, il decreto “fantasma”. Nonostante lungo i corridoi di via Vitorchiano, piazza San Silvestro e palazzo Chigi non si parli d’altro. Il governo ha stretto intorno al testo una cortina di silenzio. Anche i parlamentari non hanno saputo niente, nonostante la deputata Pd Sesa Amici abbia presentato, sull’argomento, un’interrogazione parlamentare. Nella quale si chiedono notizie più certe sul decreto. «In genere la riorganizzazione degli uffici passa dalle commissioni parlamentari per un parere», spiega l’esponente del Pd. Il decreto ha però un numero di protocollo (15185) e una data, 29 ottobre 2009. La Presidenza del consiglio lo invia alla Ragioneria generale dello Stato e, per conoscenza, al Gabinetto del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. I tempi sono stretti: i commissariamenti abruzzesi e campani scadono il 31 dicembre, c’è molto da fare per lasciare tutto in ordine. E poter dire che l’emergenza, grazie a san Guido Bertolaso, è finita.

Lo «spazza tour» non lava l’emergenza
Il 18 novembre il sottosegretario all’emergenza rifiuti Bertolaso ha accompagnato giornalisti e fotografi in uno «spazza tour istituzionale». Utile a spiegare, dice il comunicato della Protezione civile, «che l’emergenza è in fase di conclusione». Ai cronisti «sarà permesso di esaminare liberamente, come sempre accade con la Protezione civile, la quantità di energia elettrica già prodotta, le migliaia di tonnellate di rifiuti già smaltiti e il funzionamento delle tre linee di combustione che rappresentano il cuore dell’impianto di Acerra, in grado di smaltire ogni anno 600mila tonnellate di rifiuti». Nonostante fino ad agosto fossero stati superati ben 80 volte i limiti di emissioni (per legge potrebbero essere oltrepassati solo per 35 giorni l’anno). Prima che il sito del commissario oscurasse la rilevazione quotidiana delle emissioni. Ma, c’è da starne certi, il sottosegretario ai rifiuti potrà a scadenza naturale, il 31 dicembre 2009, dichiarare chiusa la quindicennale e fallimentare esperienza del commissariamento della monnezza campana. Lo sostiene anche il decreto “fantasma” in via d’approvazione. Ma, a ben leggere gli articoli, la realtà appare molto diversa.
La Protezione civile istituisce una «struttura stralcio», che rimarrà in vigore fino al 30 settembre 2010. Il suo compito sarebbe quello di «garantire il rientro nel regime ordinario». Ma le sue competenze, e i suoi poteri, sono del tutto straordinari. L’Ufficio stralcio, nominato ancora una volta da Guido Bertolaso, dovrà non solo realizzare un «piano di rilevazione» su crediti e debiti dell’ufficio commissariale. Avrà anche le «competenze amministrative» sugli impianti di trattamento dei rifiuti di «Caivano (Na), Tufino (Na), Giugliano (Na), Santa Maria Capua Vetere (Ce), Avellino, Battipaglia (Sa) e Casalduni (Bn), nonché del termovalorizzatore di Acerra (Na)». Potrà avvalersi di militari, poiché le aree rimarranno «siti di interesse strategico nazionale» proprio come deciso dalla legge 123, quella che nel 2008 istituiva il commissariamento e dava a Guido Bertolaso i superpoteri. Ancora: l’ufficio stralcio potrà utilizzare «le procedure d’urgenza previste dall’ordinamento vigente». Il commissariamento, dunque, dura de facto almeno fino al prossimo settembre, a meno di nuove proroghe.

Cosa farà l’ufficio stralcio nei prossimi dieci mesi? Il decreto gli assegna il compito di acquistare, per conto della Presidenza del consiglio dei ministri, l’inceneritore di Acerra, pagandolo coi ricavi della vendita dell’energia elettrica, con l’aggiunta degli interessi. Insomma, il governo verserà fiumi di denaro alla Fibe (il costruttore dell’impianto) per acquisirne il controllo, che sarà poi ceduto alla Regione Campania. La valutazione sul prezzo, scrive il decreto “fantasma”, sarà realizzata dall’Enea. Ma il decreto mette le mani avanti: «Se dopo il collaudo l’impianto non raggiungerà i parametri produttivi l’importo sarà proporzionalmente ridotto». Per il resto, gli impianti e la gestione dei rifiuti passano alle aziende e ai consorzi provinciali. Comprese le aree di deposito e stoccaggio temporanee, quasi tutte ancora aperte, i cui rifiuti saranno conferiti in discarica. Viene aumentata dell’8 per cento la capacità ricettiva degli impianti di compostaggio in esercizio sul territorio nazionale. Per coprire le falle lasciate dalla pressoché totale assenza, in Campania, di impianti ecologici del genere, capace di ricavare dai rifiuti il materiale organico non inquinante. Tutto uguale, insomma. Cambia solo una cosa. Il costo del ciclo dei rifiuti, nonostante manchino ancora termovalorizzatori e impianti di compostaggio, «trovano integrale copertura economica a carico dell’utenza». C’è da immaginare, dunque, un’esponenziale crescita della tassa sui rifiuti nella regione. Il decreto procede anche all’assunzione del personale dei Consorzi di Bacino delle province campane. Nonostante abbiano sei volte i dipendenti impiegati nel ciclo dei rifiuti nelle regioni del Nord. Pagheranno, anche in questo caso, i cittadini.

Chiodi supercommissario
Tutti i poteri al presidente della Regione Abruzzo, il Pdl Giovanni Chiodi, che dal primo gennaio assumerà i compiti attualmente in capo al commissario Guido Bertolaso e al suo vice Bernardo De Berardinis. Un ruolo di secondo piano, invece, per il sindaco Pd de L’Aquila Massimo Cialente, che sarà semplicemente «vicecommissario per l’attuazione degli interventi di ricostruzione della città dell’Aquila». Con compiti, cioè, puramente operativi. Il decreto, inoltre, posticipa di altri sei mesi il pagamento delle indennità di espropriazione dovute ai proprietari delle zone dove sta sorgendo il progetto case.
Toccherà dunque a Chiodi risolvere i grandi problemi rimasti aperti nella zona colpita dal sisma del 6 aprile. A partire dalla carenza degli alloggi: nonostante le 184 palazzine del piano C.a.s.e., le new town sorte nella campagna aquilana, molti sfollati rischiano di rimanere senza un tetto. Perché i piccoli lavori, quelli delle case solo parzialmente inagibili, non sono ancora partiti per problemi tecnici (un’ordinanza il 12 novembre ha ulteriormente posticipato il termine ultimo per le domande di risarcimento). Mentre gli sfollati, secondo i dati forniti proprio dalla Protezione civile, sono ancora 26mila. Di questi, solo cinquemila sono stati trasferiti nelle new town antisismiche, mentre ben 13mila vivono nelle caserme e negli alberghi fuori città. Nelle tende resistono al freddo ancora 600 cittadini, altri 8.000 usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione, pagato dalla Protezione civile. Calcolando che l’intero piano C.a.s.e. dovrebbe ospitare 17mila persone, in 9.000 rischiano di rimanere negli alberghi ancora per mesi. Mentre i lavori nel centro storico sono ancora fermi. A quasi nove mesi dal 6 aprile, è come se il sisma avesse appena colpito la città. Ma non sarà più affare di Bertolaso.

Una Rca per le catastrofi

Una nuova tassa, obbligatoria per tutti proprio come l’Rc auto. Il decreto fantasma che rivoluziona la Protezione civile rilancia l’idea avanzata dal ministro Renato Brunetta pochi giorni dopo il sisma dell’Abruzzo. Recita l’articolo 7 del decreto “fantasma”: «Le unità immobiliari private, a qualunque uso destinate, sono assoggettate ad assicurazione obbligatoria per i danni derivanti da incendio e calamità naturali». Nel caso in cui il proprietario fosse inadempiente, sarebbe «esclusa ogni forma di intervento pubblico per la riparazione o la ricostruzione delle unità immobiliari». In parole povere, lo Stato d’ora in poi si disinteressa delle conseguenze delle calamità naturali sugli edifici e demanda tutto ai privati. Che dovranno assicurare gli immobili, ricevendo in cambio il pagamento di un premio. In epoca di crollo dei mercati finanziari, non è certo una grande sicurezza. E in caso di evento catastrofico, è facile che un’assicurazione privata non sia in grado di ripagare per intero i danni, senza andare in bancarotta, specie in un Paese dall’elevatissimo rischio sismico e geologico come il nostro. Senza dimenticare che la nuova tassa sarà molto più pesante nelle aree più sensibili, in gran parte ubicate nel Mezzogiorno del Paese.

Gli sfollati pagano le clientele
Per i più “buoni” ci sarà un ricco cestino natalizio. Pagato con quasi sei milioni di euro, sottratti ai già magri fondi del decreto Abruzzo. Per gli altri, nel peggiore dei casi, si rischia la mobilità, la perdita del posto nel dipartimento della Protezione civile. È l’ultimo intervento di Guido Bertolaso sugli uffici della Protezione civile, stabilito all’articolo 8 del decreto “fantasma”. Il personale del dipartimento dovrà firmare «un mansionario», una specie di carta dei doveri, in assenza della quale, scrive il decreto «si applicano le procedure di mobilità».
Dopo il bastone, la carota. A scelta di Guido Bertolaso, 25 lavoratori del dipartimento assunti a tempo determinato passeranno di ruolo, a tempo indeterminato. Sempre a totale discrezione del capo del dipartimento, i co.co.co. potranno essere assunti a tempo determinato, con un contratto sufficiente per arrivare fino al prossimo concorso, nel quale il 50 per cento dei posti sarà riservato proprio a loro, i collaboratori scelti dal capo. La stessa norma, applicata in uno qualsiasi dei centri di ricerca delle università italiane o tra gli “atipici” degli enti locali e della scuola, risolverebbe per sempre l’emergenza del precariato. Ma i precari sono di serie a e di serie b, e i precari di Bertolaso giocano nella massima serie.

Non solo, il decreto dà al capo dipartimento il potere di «inquadrare», senza concorso, tutto il personale dirigente di seconda fascia che superi una non meglio specificata “procedura di selezione”. Chi paga l’ultima infornata di assunzioni, in un dipartimento che è passato, dal 2001 a oggi, da 350 a oltre mille dipendenti? I terremotati abruzzesi: 0,9 milioni per il 2009 e 4,8 milioni nel 2010 saranno finanziati con gli stanziamenti della legge 77, il decreto Abruzzo. Tra i fortunati, si sostiene nei corridoi del dipartimento, ci saranno molti “figli di”. Compresi figli di sindacalisti. In particolare di un’organizzazione, la più forte. Che a palazzo Chigi non è la Cgil, bensì il meno noto Snaprecom, alias Sindacato autonomo della Presidenza del consiglio. Molto vicino al governo. E favorevole anche - lo si legge sul suo sito - a quanto previsto nell’articolo 9 del decreto “fantasma”. Che ripubblicizza i rapporti di lavoro, finora governati dalle norme del Codice civile e dalla contrattazione. Spazzando via dagli uffici che contano scomodi sindacalisti. «Il sindacato, in sistema pubblicistico, non avrà bisogno di misurare la sua rappresentatività, basta avere le giuste referenze politiche. Sarà deciso tutto dalle leggi», afferma Claudio Meloni, della Fp Cgil. «Come nell’esercito. Un mansionario che impone degli obblighi, con la minaccia della mobilità. Assunzioni e promozioni senza concorso, per scelta del capo», accusa Bruno Stramaccioni, dell’Rdb-Cub.

Una nuova spa per gli appalti
Dopo di lui, il deserto. Col decreto “fantasma” Guido Bertolaso cambia in maniera sostanziale la sua creatura, il dipartimento della Protezione civile. Con una logica precisa: cedere poteri e spogliare di compiti gli uffici. La gestione dei Grandi eventi passa direttamente alla Presidenza del consiglio, con la costituzione di un ufficio dirigenziale presso il Segretariato generale di palazzo Chigi. La pratica di gestire con misure straordinarie eventi come i mondiali di nuoto di Roma e i meeting internazionali non passa di moda col pensionamento anticipato del suo inventore Bertolaso.
Mentre tutti i compiti che contano, gli appalti e i contratti di fornitura, vengono privatizzati. La Presidenza del consiglio dei ministri costituirà una società per azioni «per lo svolgimento delle funzioni strumentali del dipartimento di Protezione civile», con compiti di peso: «Progettazione, direzione lavori, acquisizione di forniture e servizi, formazione e ricerca nell’ingegneria sismica, emergenze socio-economico-ambientali». A fare da base alla nuova struttura saranno probabilmente l’Eucentre (la fondazione privata diretta da Gian Michele Calvi che gestisce gli appalti del piano C.a.s.e. a L’Aquila) e Finmeccanica, società pubblica specializzata nel settore militare, che ha ricevuto in appalto senza gara tutti i servizi informatici della Protezione civile. La società potrebbe diventare una specie di grande ente appaltatore dello Stato ma non dovrà rendere conto a nessuno, se non al presidente del Consiglio. Una specie di Fininvest 2, alle dirette dipendenze di Berlusconi. Infine, l’Ingv, l’Istituto di geofisica e vulcanologia diretto dal prof. Boschi, passa dal ministero dell’Università al dipartimento di Protezione civile.

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