10/03/10

LA RETE REAGISCE ALLA PROVA DI FORZA DEL GOVERNO

IL GRUPPO DI FACEBOOK
"QUESTA VOLTA VOTIAMO TUTTI"
SU L'ESPRESSO !
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Dieci, cento, mille gruppi

di Mauro Munafò
La forzatura del governo sulle liste provoca un attivismo in Internet senza precedenti. Con migliaia di persone che propongono iniziative, appuntamenti, boicottaggi. Ecco una panoramica di quelli più popolari.

Facebook è diventato per molti cittadini una nuova piazza di lotta e resistenza contro le azioni governative, in cui è possibile confrontare opinioni, dibattere ma anche esprimere la propria creatività. Dal momento della firma del decreto salva liste, che ha riportato in campo le candidature di Formigoni in Lombardia e della Polverini nel Lazio, sul social network la discussione si è animata, non solo attraverso le pagine già usate per organizzare la protesta, ma anche grazie alle molte altre che sono nate.

Gli attivisti. Il gruppo chiave delle mobilitazioni dei giorni scorsi è stato Il popolo Viola, forte dei suoi 230 mila aderenti e capace di portare nelle piazze di decine di città migliaia di persone. Tutto partendo da una pagina di Facebook. Un altro gruppo, nato negli ultimi giorni, che punta a un coinvolgimento attivo dei suoi aderenti è La rivoluzione dei fiori che lancia una sua iniziativa di mobilitazione pacifica: "Sabato 20 marzo portiamo fiori per la democrazia all'Altare della Patria a Roma e alle prefetture e ai municipi nelle altre città. Senza bandiere di partito. Solo tricolori. Una rivoluzione gentile, un modo per dire che sono morte le regole e, insieme, per comunicare che c'è chi non è mosso dall'odio, ma dall'esatto contrario: l'amore per questo Paese, per la legalità, per la democrazia".

I pro voto e i no voto. Utilizzare l'arma del voto come strumento per protestare. La grande maggioranza dei gruppi presenti su Facebook prova a incentivare l'elettorato a recarsi alle urne, per fare in modo che dai seggi arrivi una risposta forte al decreto salva liste. E' il caso di "Questa volta votiamo tutti". Alcune pagine, come "Il 28 marzo non voto e vado al mare" o "27 e 28 marzo non voto" (che sbaglia la data) remano invece dalla parte opposta, incitando gli elettori a disertare in massa i seggi per far capire alla classe dirigente che la situazione non è più sostenibile.

Gli ironici. Una risata li seppellirà. Sono tantissimi i gruppi che provano a manifestare il proprio dissenso attraverso l'ironia, la satira o il sarcasmo. Tra le più riuscite c'è Silvio, me lo fai un decreto?, che ha creato nel suo piccolo un nuovo "meme" digitale e che invita i suoi iscritti a mandare proposte a Berlusconi per i suoi prossimi decreti: "La tua ragazza ti ha lasciato e la rivuoi accanto a te? Ti infastidiscono i tamarri con il cinquantino rumorosissimo? Chiedi a Silvio! E lui, con un decreto legge, ti accontenterà". Non è da meno "Chiedi anche tu di votare un'ora dopo la chiusura del seggio" che, con i suoi 13 mila iscritti, ironizza: "Non far votare il cittadino anche dopo la chiusura dei seggi elettorali provocherebbe un grave vulnus di carattere politico e costituzionale".

I creativi. "Forza Panino" lancia la sua provocazione, tentando di usare a proprio favore il nuovo decreto per candidare alle elezioni una nuova lista che abbia come simbolo quel panino finito al centro, suo malgrado, della discussione politica. "Questo pomodoro avrà più fan di Berlusconi" è ormai una pagina simbolo con oltre mezzo milione di iscritti, e tra le discussioni che ospita molte sono dedicate alle mobilitazioni da organizzare contro il decreto salva liste.

I politici. Sono i gruppi che riprendono gli slogan lanciati da partiti e movimenti, come "Impeachment per Napolitano" che fa suo il messaggio lanciato dal segretario dell'Italia dei Valori Di Pietro, o "5/3/2010 - Colpo di Stato, Berlusconi Golpista", "Cinque marzo, Democrazia in lutto oppure 5/3/2010: io so che oggi in Italia c'è stato un golpe". Gli economici. Pagine che propongono come strumento di protesta il boicottaggio, in alcuni casi nati prima degli ultimi scandali. Si tratta di pagine che tengono aggiornati i propri iscritti sull'identità degli inserzionisti pubblicitari di Mediaset, invitando le persone a non acquistarne i prodotti per arrecare un danno economico indiretto all'azienda di Silvio Berlusconi. Tra i più significativi c'è "Elezioni 2010. Puoi votare alle urne, in Poltrona e al Supermercato" i cui temi vengono ripresi anche in una discussione sulla pagina del Popolo Viola.
(09 marzo 2010)

Fonte

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