La città aveva due grandi problemi: un surplus di produzione agroalimentare, che teneva troppo bassi i prezzi facendo calare il reddito degli agricoltori, e la povertà diffusa tra la popolazione non agricola. E’ nato, per questo, il programma Cambio Verde: l’amministrazione comunale compra le eccedenze alimentari dai produttori e le distribuisce ai meno abbienti in cambio dei loro rifiuti.
In questo modo la raccolta differenziata ha subito un fortissimo incremento, i rifiuti sono diminuiti in maniera drastica, la popolazione più povera ha avuto un sostegno alimentare e, per finire, i prezzi dei prodotti agricoli sono diventati più stabili e più alti per gli agricoltori.
Del cibo, quindi, non si butta niente mentre i restanti rifiuti vengono separati dai cittadini per avere ortaggi, frutta e verdura in cambio. Fatti due conti, conviene pure: si risparmia moltissimo sulla gestione dei rifiuti (quale sindaco non vorrebbe che ogni cittadino si trasformasse in un operatore ecologico che lavora gratis?) e si può pagare l’acquisto dei prodotti agricoli per il sostegno sociale ai più poveri.
Non sconfiggerà la fame nel mondo, né salverà il globo dalla crisi dei rifiuti, ma è un buon esempio che dimostra che non per forza i paesi emergenti devono ripercorrere gli stessi passi sbagliati dei paesi industrializzati.
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