31/08/10

Gheddafi in Italia: lettera aperta ai colleghi giornalisti

Cari colleghi, quello di Gheddafi non è uno «show». Non è un teatrino, un divertissement di fine estate con cui realizzare qualche servizio o articolo di colore per rimpinguare telegiornali e giornali ormai vuoti di notizie e contenuti. No, Gheddafi è un dittatore. Non un comico. Non un attore. Non un saltimbanco. È un dittatore. Eppure proprio la parola «show» campeggia da ieri nei titoli di apertura dei siti dei maggiori quotidiani nazionali, da Repubblica al Corriere della Sera.

Nessun direttore o caporedattore pare rendersi conto quanto è stato scritto: Gheddafi che si esibisce in uno show. Ma ve lo immaginate? Sul palco con bombetta, bastone nero e pomo bianco, ad aizzare la folla alla risata. No cari colleghi. Non sminuiamo ciò che per amore di verità non va sminuito. Lo show, forse, lo sta facendo la nostra categoria, sotto lo sguardo divertito dei dittatori, ormai parchi del giogo messo all’informazione:un’autocensura che si regola da sola, senza bisogno di rigorose imposizioni dall’alto.

A leggere certi lanci, infatti, il leader libico sembra quasi una star: «Gheddafi, bagno di folla in centro», «Gheddafi, a Roma atteso da 200 ragazze», «Gheddafi a Roma tra amazzoni, cavalli e belle ragazze», «Gheddafi atterra a Roma con 4 aerei», «Il colonnello e la movida», «Il colonnello e la movida romana, drink e passeggiata in pieno centro». E il premier Silvio Berlusconi conclude: «è solo folkore». Anche il folklore, in realtà, è ben diverso.

Dopo Lockerbie, dopo i silenzi su Ustica, dopo i missili contro Lampedusa, dopo il vergognoso trattato di “amicizia” con l’Italia e la sistematica violazione dei diritti umani ai danni dei migranti in Libia, mi chiedo e vi chiedo:è possibile ignorare tutto questo e fare titoli sulla movida? Sulla partecipazione delle “hostess” alla lezione sull’Islam tenuta da Gheddafi? È così facile (e quanto onesto?) fare piazza pulita della storia e convincere gli italiani che sì, in fondo, Gheddafi forse è anche divertente? Quasi fosse un famoso bamboccione alla sua prima uscita trasteverina.

Muhammar Gheddafi purtroppo non è nulla di tutto questo. Non improvvisa show né gestisce teatrini, non è solito prendere cappuccini durante la movida notturna della Capitale, non ha l’abitudine di tenere lezioni di Islam. Gheddafi è ben diverso. E voi lo sapete. Come sapete che nel nostro mestiere la scelta delle parole è fondamentale: come un tarlo scavano la mente delle persone e la percezione che queste hanno della realtà. Possono perfino far apparire accettabile – e amico – un dittatore come Gheddafi. Alla vostra onestà il (necessario) colpo di timone.

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