"La mia non è una sfida taroccata, è un’offerta generosa alla città"
Ed eccolo qui, il camaleonte numero 1 della seconda Repubblica. L'uomo che è passato dalla Democrazia Cristiana a partituncoli (CCD, CDR, UDR e UDEUR) creati attorno a sé per arrivare in alto, l'uomo che è stato ministro del Lavoro per Berlusconi e ministro della Giustizia per Prodi, l'uomo che ora è eurodeputato per il PDL (andava ringraziato per aver fatto cadere Prodi) e ha appena creato un altro partituncolo: Popolari per il Sud.
Eccolo che ritorna, non tramonta mai, e se serve viene riabilitato al giudizio dei telespettatori apparendo a Quelli Che Il Calcio in veste di "inviato" per Simona Ventura. E cosa fa? Annuncia la sua candidatura alla carica di Sindaco addirittura di Napoli! Già a settembre aveva palesato questa intenzione, ma ora la cosa è ufficiale, e Napoli può stare tranquilla: la Camorra non ha più scampo, se vincerà Mastella, i rifiuti saranno polverizzati a suon di raggi comsici, se vincerà Mastella, l'onestà sarà la regola nella cura della res publica a Napoli, se vincerà Mastella!
Per gli amici del capoluogo campano, e anche per tutti voialtri, è giusto ripassare il pedigree di Clemente Mastella (e signora), giusto per avere la certezza che quando in primavera si andrà a votare, la scelta possa essere guidata correttamente da riflessioni ponderate, e Napoli potrà essere salvata da questo mirabile politico di inestimabile valore. "La mia non è una sfida taroccata, è un’offerta generosa alla città", ha detto il luminare, che si è fatto intervistare in mezzo ai disoccupati.
* Nel 1994 fonda il CCD di cui diviene presidente, al progetto aderisce immediatamente Lorenzo Cesa, che viene messo a capo della segreteria politica. In quel periodo Cesa era sotto processo (nonché reo confesso) per un importante caso di corruzione legato al ministero dei Lavori Pubblici.
* Molto discussi sono i trascorsi rapporti di amicizia con l'ex-presidente del consiglio comunale di Villabate e condannato per mafia Francesco Campanella. Rapporti tanto stretti che Mastella fu testimone delle nozze del Campanella nel 2000. Alle stesse nozze fu testimone anche il presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e poi condannato in primo grado nel gennaio del 2008 a 5 anni di carcere per favoreggiamento semplice ad uomini vicini al superboss Bernardo Provenzano.
* All'inizio del febbraio 2007 Mastella viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era vicepresidente della società e membro del consiglio di amministrazione. Interpellato al riguardo, Mastella si è dichiarato estraneo al crac, sostenendo di non aver mai partecipato direttamente alla gestione della Società.
Ed eccolo qui, il camaleonte numero 1 della seconda Repubblica. L'uomo che è passato dalla Democrazia Cristiana a partituncoli (CCD, CDR, UDR e UDEUR) creati attorno a sé per arrivare in alto, l'uomo che è stato ministro del Lavoro per Berlusconi e ministro della Giustizia per Prodi, l'uomo che ora è eurodeputato per il PDL (andava ringraziato per aver fatto cadere Prodi) e ha appena creato un altro partituncolo: Popolari per il Sud.
Eccolo che ritorna, non tramonta mai, e se serve viene riabilitato al giudizio dei telespettatori apparendo a Quelli Che Il Calcio in veste di "inviato" per Simona Ventura. E cosa fa? Annuncia la sua candidatura alla carica di Sindaco addirittura di Napoli! Già a settembre aveva palesato questa intenzione, ma ora la cosa è ufficiale, e Napoli può stare tranquilla: la Camorra non ha più scampo, se vincerà Mastella, i rifiuti saranno polverizzati a suon di raggi comsici, se vincerà Mastella, l'onestà sarà la regola nella cura della res publica a Napoli, se vincerà Mastella!
Per gli amici del capoluogo campano, e anche per tutti voialtri, è giusto ripassare il pedigree di Clemente Mastella (e signora), giusto per avere la certezza che quando in primavera si andrà a votare, la scelta possa essere guidata correttamente da riflessioni ponderate, e Napoli potrà essere salvata da questo mirabile politico di inestimabile valore. "La mia non è una sfida taroccata, è un’offerta generosa alla città", ha detto il luminare, che si è fatto intervistare in mezzo ai disoccupati.
* Nel 1994 fonda il CCD di cui diviene presidente, al progetto aderisce immediatamente Lorenzo Cesa, che viene messo a capo della segreteria politica. In quel periodo Cesa era sotto processo (nonché reo confesso) per un importante caso di corruzione legato al ministero dei Lavori Pubblici.
* Molto discussi sono i trascorsi rapporti di amicizia con l'ex-presidente del consiglio comunale di Villabate e condannato per mafia Francesco Campanella. Rapporti tanto stretti che Mastella fu testimone delle nozze del Campanella nel 2000. Alle stesse nozze fu testimone anche il presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e poi condannato in primo grado nel gennaio del 2008 a 5 anni di carcere per favoreggiamento semplice ad uomini vicini al superboss Bernardo Provenzano.
* All'inizio del febbraio 2007 Mastella viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era vicepresidente della società e membro del consiglio di amministrazione. Interpellato al riguardo, Mastella si è dichiarato estraneo al crac, sostenendo di non aver mai partecipato direttamente alla gestione della Società.
* Il 14 ottobre 2007 Clemente Mastella viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta "Why not" del sostituto procuratore Luigi De Magistris: l'ipotesi di reato è abuso di ufficio. Il ministro è sospettato di essere coinvolto in una "rete" costituita da politici, imprenditori, giudici e massoni finalizzata ad ottenere finanziamenti dallo Stato e dall'Unione Europea. Ciò per i suoi rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino. L'indagine coinvolge l'attività imprenditoriale di Saladino, titolare in passato di una società di lavoro interinale denominata "Why not". Agli atti figurano, tra l'altro, intercettazioni di colloqui telefonici proprio tra Mastella e Saladino.
* Il 16 gennaio 2008, dopo il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti della moglie Sandra Lonardo, da parte della procura di Santa Maria Capua Vetere, Mastella presenta le sue dimissioni da ministro della Giustizia, sostenendo di essere vittima, insieme alla sua famiglia, di un attacco della magistratura. Le dimissioni vengono respinte dal Presidente del Consiglio Romano Prodi e nel tardo pomeriggio della stessa giornata le agenzie di stampa scrivono che anche lo stesso Mastella sarebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta riguardante la moglie. Il giorno seguente Mastella conferma le proprie dimissioni ed annuncia che il suo partito, l'UDEUR, darà "appoggio esterno" al governo. Il 21 gennaio Mastella modifica la propria posizione dichiarando di uscire dalla maggioranza e di voler votare no alla questione di fiducia. Il governo Prodi cade il 24 gennaio in seguito al voto di sfiducia.
* L'8 marzo dello stesso anno la Procura Generale di Catanzaro, che aveva avocato a sé le indagini dopo la dichiarazione d'incompatibilità del sostituto procuratore De Magistris, chiede l'archiviazione delle accuse ipotizzate a carico di Mastella, che esce dall'inchiesta. Poche settimane prima, in qualità di Ministro della Giustizia, Mastella aveva chiesto il trasferimento cautelare dello stesso De Magistris. Per questo motivo al magistrato viene avocata l'inchiesta dalla procura.
* Il 26 febbraio 2009 appare sull'Espresso la notizia che il giudice GianDomenico Lepore ha inviato gli avvisi di chiusura delle indagini per l'inchiesta riguardante l'ex ministro della giustizia.
* Nei mesi seguenti, la vicenda si è capovolta, giudicando illegittima l'avocazione dell'inchiesta Why Not, legittime le intercettazioni, e l'inchiesta di Santa Maria Capua Vetere è passata alla procura di Napoli che, in maggio 2009 ha ritenuto fondate molte delle accuse, rinviando a giudizio Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo.
* Il giornale di partito Il Campanile è stato oggetto di diverse indagini giornalistiche che ne hanno evidenziato la funzione "privata". In altri termini, oltre un milione e trecentomila euro di finanziamenti pubblici (limitandosi al solo 2005) sono serviti per pagare il contributo fattivo di Clemente Mastella, viaggi e trasferte della famiglia Mastella (98.000 euro nel 2005), liberalità e spese di rappresentanza (141.000 euro), liberalità (22.000), pacchi, dolciumi e torroni (17.000). In sostanza, secondo una inchiesta de L'espresso, "all'ombra del "Campanile" Clemente Mastella, i suoi familiari e le loro società hanno ottenuto soldi e vantaggi grazie a un giornale finanziato con i soldi dei contribuenti".
Il pedigree di Sandra Lonardo.
* Il 16 gennaio 2008 il gip di Santa Maria Capua Vetere ne dispone gli arresti domiciliari, ravvisando una tentata concussione nei confronti di Luigi Annunziata, direttore generale dell’ospedale di Caserta. L'arresto del presidente del consiglio regionale campano si inquadra in un'inchiesta più ampia che vede implicati oltre all'allora guardasigilli Clemente Mastella (per il quale si sono ipotizzati vari reati, compreso quello di tentata concussione nei confronti di Antonio Bassolino), anche esponenti della giunta regionale campana, consiglieri regionali, amministratori dell'Udeur e il sindaco di Benevento Fausto Pepe.
* Il 29 gennaio 2008 la X Sezione del Tribunale del Riesame ha disposto la scarcerazione per Sandra Lonardo; il tribunale ha, poi, disposto la revoca degli arresti domiciliari e, successivamente, annullato l'obbligo di dimora nel comune di residenza.
* Il 26 febbraio 2008 la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il decreto con cui il Presidente del Consiglio ha sospeso Sandra Lonardo dalle cariche di presidente del Consiglio regionale della Regione Campania e di consigliere regionale. Successivamente sono state chiuse le indagini che la riguardano a seguito delle quali è stata rinviata a processo insieme ad altre nove persone (tra cui gli ex assessori regionali al Personale Andrea Abbamonte e all'Ambiente Luigi Nocera ed i consiglieri regionali Nicola Ferrero e Ferdinando Errico), mentre la posizione del marito è stata stralciata per la sua posizione di eurodeputato, in attesa dell'autorizzazione a procedere.
* Il 21 ottobre 2009, in seguito ad una seconda tranche della precedente inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che la vede indagata insieme ad altre 63 persone per presunti episodi di corruzione e concussione di esponenti dell'Udeur della Campania (in particolare presso l'Agenzia regionale per l'ambiente), un provvedimento del gip di Napoli dispone il divieto di dimora per la Lonardo in Campania e nelle sei province limitrofe di Latina, Frosinone, Isernia, Campobasso, Foggia e Potenza. Per le stesse ragioni è stata quindi rinviata a giudizio assieme ad altre 9 persone, tra cui i politici Andrea Abbamonte, Nicola Ferraro, Ferdinando Errico. Il processo per tentate pressioni sul manager dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta, per ottenere la nomina di tre primari, avrà inizio il 15 febbraio 2010. La posizione di Clemente Mastella è stata stralciata per via dell'utilizzabilità delle telefonate di parlamentari. Il 4 maggio 2010 il gup annulla il divieto di dimora nella regione Campania e nelle province limitrofe.
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