19/10/10

Le spese pazze del G8 a L'Aquila

Il Presidente Barack Obama a passeggio per le strade del centro storico dell'Aquila, accompagnato da Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso. Il giorno successivo Michelle Obama annuncia lo stanziamento di 4,5 milioni di euro per la ricostruzione della Chiesa di Santa Maria di Paganica. I soldi non sono mai arrivati.

Quando Silvio Berlusconi annunciò alla stampa l'intenzione irrevocabile del governo di spostare il summit del G8 previsto per la Maddalena nella terra abruzzese usò termini come "risparmio", "sobrietà", "aiuto".
Era il 23 aprile 2009. Erano passati appena 19 giorni dal tremendo sisma che aveva devastato la città dell'Aquila, moralmente prima ancora che fisicamente. E il capoluogo abruzzese godeva ancora di quell'attenzione spasmodica di stampa e cittadinanza di cui oggi resta solo un amaro ricordo.

Alcuni lessero nello spostamento di un G8 oramai pressoché quasi compiuto verso una città come L'Aquila il segnale di una preoccupante "marchetta politica" trasformata in realtà (Antonio Di Pietro, IDV). Per qualcun altro si trattava più semplicemente di una "scelta irresponsabile" (Paolo Cento, SEL). Per la maggior parte delle autorità politiche (Dario Franceschini) e sindacali del paese (Guglielmo Epifani e Guido Angeletti) si trattava di una straordinaria occasione di rilancio della città terremotata.

L'intenzione del governo, stando alle parole pronunciate dal premier e dal sottosegretario alla Protezione Civile, era triplice: evitare la celebrazione di un vertice di lusso nell'Isola della Maddalena mentre nella terraferma una città era stata da poco rasa al suolo, offrire una buona opportunità di ingresso di fondi governativi esteri per la ricostruzione dei monumenti simbolo della città e far risparmiare alle casse dello stato ben 220 milioni di euro.

Doveva essere un vertice sobrio, economico, in grado di garantire entrate multimilionarie dall'estero per la città dell'Aquila.
Ricordiamo ancora oggi le passeggiate dei coniugi Obama, di Carla Bruni, di Angela Merkel e di José Luis Zapatero tra le rovine di una città stravolta. E con esse le solenni promesse di ingenti aiuti economici che i leader europei ed internazionali fecero stringendo la mano a Silvio Berlusconi.
L'immagine del nostro premier ne uscì straordinariamente vittoriosa: aveva convinto capi di Stato e di governo del calibro di Barack Obama e di Vladimir Putin ad occuparsi della ricostruzione dei monumenti dell'Aquila.

Ad oggi, l'unico paese ad aver mantenuto la promessa è il Kazakistan, con il versamento promesso di 1,7 milioni di euro per la ristrutturazione della Chiesa di San Biagio di Amiternum. Degli altri solo in tre hanno sottoscritto un reale documento di impegno. Ma, al momento, dei soldi non ve n'è neanche l'ombra.

Il primo costoso fallimento del G8.

Il secondo elemento a favore della scelta dello spostamento era la richiesta di sobrietà e di risparmio a fronte di un G8 inutilmente lussuoso nell'isola sarda. Per poter valutare l'eventuale raggiungimento almeno dell'obiettivo "risparmio" giunge in nostro aiuto il consuntivo finale delle spese sostenute dallo Stato italiano per la realizzazione del G8 nella città dell'Aquila, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 ottobre scorso.

185 milioni di euro il costo complessivo per la realizzazione del vertice in Abruzzo. Più della metà di quanto speso per l'organizzazione del summit alla Maddalena, arrivato praticamente ad un passo dalla chiusura. Cifre che non negano ma di certo non confermano l'obiettivo del risparmio da 220 milioni annunciato dal premier.

Resta aperta la questione della sobrietà, una comandamento necessario a fronte di una popolazione privata dei più elementari diritti: la casa, il lavoro, la sussistenza economica, la dignità. Uno sperpero inutile di soldi avrebbe significato uno schiaffo in faccia alle sofferenze di migliaia di terremotati ancora sotto le tende, una mancanza di attenzione e di sensibilità.

Se "la legge del risparmio" annunciata dal premier aveva il ruolo di indicatore dell'attenzione del governo alle soffrenze degli aquilani, le cifre che appaiono da un'attenta lettura dei singoli capitoli di spesa mostrano un governo che del lusso, a due passi dai luoghi della tragedia e della miseria, ha fatto la propria linea-guida.

194 mila euro il costo di "A city to listen to", l'installazione di opere d'arte grafico-musicali nelle stanze del potere internazionale e la realizzazione di stampe e DVD per l'occasione; quasi 2 milioni di euro il costo del catering riservato alle autorità politiche, agli sherpa, ai giornalisti e al personale addetto, terminato prevalentemente nelle casse di Autogrill SpA, Gestione Servizi Integrati Srl e Relais Le Jardin Srl; ben 10 milioni le spese relative ad allestimenti ed arredamenti, tra cui spiccano in termini di incassi B&B Interiors & Design Srl, Composad Srl, Limelite Srl, Poltrone Frau SpA, Semeraro Casa e Famiglia SpA e Tecnarr Srl.

A contendersi la fetta di guadagno relativa alla produzione delle divise per il personale addetto, compresi i dirigenti della Protezione Civile che necessitavano per l'occasione di un guardaroba nuovo di zecca, sono Annalisa Collezioni Srl, Cit SpA, Lanificio Fratelli Cerruti SpA, Lanificio Ormezzano SpA e Securtex Srl, per un totale di 95 mila euro.

Non potevano mancare sulle tavole di un vertice sobrio le ciotoline in argento con tanto di incisione targate Bulgari un regalo per le delegazioni: 45 ciotoline al modico prezzo di 22.500 euro. Così come si sono resi necessari ben 735 frigoriferi per mantenere al fresco il cibo e lo spumante da servire alle autorità politiche presenti: una media di 20 frigoriferi per delegazione. E un totale spesa pari a 130 mila euro.

Un summit all'insegna del risparmio non poteva certo fare a meno degli addobbi floreali (65 mila euro), di una fornitura di spazzole per l'autolavaggio (2.100 euro), di un set di megafoni (3 mila euro) e di 1000 bolliacqua al modico prezzo di 10 mila euro.

Ancora più esorbitanti i costi per le 23 bandiere fornite da Fidanzia Sistemi Srl: 15.960 euro. Circa 700 euro a bandiera. A cui vanno ovviamente aggiunti i costi sostenuti per l'acquisto dei pennoni portabandiera in vetroresina e dei puntali a cipolla colore oro (67.300 euro), delle bandierine per le vetture ufficiali (4.608 euro) e del duplice set di bandiere (92 doppio telo e 68 poliestere, 88.836 euro).
180 mila euro il prezzo del "vessillismo" internazionale.

Anche l'informazione in tempo reale ha i suoi costi. Sono stati oltre 1000 i televisori LCD e Plasma acquistati per il grande evento e oltre 350 mila gli euro spesi per agevolare i guadagni di Cifoni Domenico Srl, Mediamarket SpA, Tecnovisioni Srl e Unieuro.
I seimila libri illustrati sul terremoto, altro omaggio per le delegazioni, sono costati ai cittadini italiani 126 mila euro, mentre le 5 mila brochure "Handbook G8" si sono fermate invece a quota 5.000 euro.

A sostenere ancora una volta la ricerca della piena sobrietà, giungono in aiuto le 60 penne con astucci in radica personalizzati per le singole delegazioni, dal costo di 430 euro l'una, e i 100 posacenere completi di base, costati agli italiani 100 euro cadauno.

Infine, a chiudere lo sfoggio artistico ed economico del premier e del suo braccio destro, i costi sostenuti dal popolo italiano per lo spostamento di opere d'arte di varia natura da collocare all'interno della sede della caserma della Guardia di Finanza a Coppito: 52 mila euro, di cui più di un terzo quelli resisi necessari per il trasporto del solo "guerriero di Capestrano" dalla sua sede abituale di Chieti, lavoro affidato ad Arteria Srl.

Nelle calde giornate estive del 2009 la statua del "guerriero" percorreva la statale 17 dalla costa verso le zone terremotate. Il tutto pagato anche con i contributi versati da quegli stessi cittadini che in quelle ore quella strada la percorrevano in senso inverso, alla ricerca di una sistemazione di fortuna in un albergo della costa o in una casa in affitto da pagare a proprie spese.

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